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Erri De Luca: con il Covid il governo da suddito dell’economia e della finanza è diventato paladino della salute pubblica. Il Pil non ha più la precedenza, ce l’ha la vita dei cittadini. Uno stato di eccezione che ammutolisce i banchieri e consegna ai medici tutto il potere e il diritto di ascolto.
Erri De Luca dice la sua a Il Fatto Quotidiano.
Erri De Luca spiega come, ai suoi occhi, il Governo si sia convertito, in modo quasi religioso, da succube dell’economia a paladino della vita del cittadino. Una vera e propria folgorazione sulla via di Damasco…
Mi pare che il governo abbia fatto una conversione che definisco religiosa: è passato dall’essere il suddito dell’economia e della finanza a diventare paladino della salute pubblica. Il Pil non ha più la precedenza, ce l’ha la vita dei cittadini. Una caduta faccia a terra su qualche via di Damasco ha realizzato lo stato di eccezione che ammutolisce i banchieri e consegna ai medici tutto il potere e il diritto di ascolto. Non credo che la cultura sia fuori gioco, anzi chi ne usufruisce si difende meglio e investe con profitto immediato nel proprio tempo. Credo che la cultura adesso sia un presidio sanitario. Sulla scienza non posso dire la mia, per insufficienza di prove.
Un pensiero anche per Sepulveda, portato via dal Coronavirus
Abbiamo attraversato le stesse tempeste ideologiche. La sua è stata una ferita politica che si è portato dietro nel suo peregrinare per il mondo. Una ferita mai emarginata, mai diventata cicatrice. Mi ha sostenuto con parole essenziali quando sono stato incriminato a Torino. E proprio a Torino al Salone del Libro, l’anno scorso, l’ho visto l’ultima volta. Un abbraccio così forte, sembrava che non dovessimo più staccarci. E’ rimasto così, non ci stacceremo mai.
E per quando finirà il lockdown non ha dubbi “Andrò in montagna, falangi nella roccia”.