Covid-19 – La speranza si chiama Eparina: al via la sperimentazione in 14 centri italiani

 

 

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Covid-19 – La speranza si chiama Eparina: al via la sperimentazione in 14 centri italiani

Si tratta di uno studio sull’eparina a basso peso molecolare contro Covid-19 su 300 pazienti

Sono distribuiti in tutta Italia i 14 centri coinvolti in uno studio sull’eparina a basso peso molecolare contro Covid-19 su 300 pazienti, autorizzato dall’Agenzia italiana del farmaco.

L’eparina è una delle speranze dei ricercatori per combattere al meglio l’avanzare del contagio. Positivi i primi. Via quindi alla sperimentazione dell’agenzia italiana del farmaco che valuterà la sicurezza e l’efficacia dell’anticoagulante, somministrato a diversi dosaggi, nel migliorare il decorso della malattia. L’Aifa ha autorizzato, infatti, l’avvio dello studio multicentrico Inhixacovid19 con l’anticoagulante eparina a basso peso molecolare (biosimilare di enoxaparina sodica) nel trattamento dei pazienti con quadro clinico moderato o severo di Covid-19.

Lo studio multicentrico Inhixacovid19 coinvolgerà: azienda ospedaliero-universitaria Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, azienda ospedaliero-universitaria di Parma, azienda ospedaliero-universitaria Policlinico V. Emanuele di Catania, azienda ospedaliero-universitaria Integrata di Verona, azienda ospedaliera San Carlo di Potenza, Asst Cremona, Asst Spedali Civili di Brescia, Fondazione Poliambulanza di Brescia, Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Fg), Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, Policlinico di Modena, Policlinico Universitario Gemelli di Roma, Unità operativa complessa Malattie infettive di Rimini e Forlì/Cesena dell’Ausl Romagna.

Tutti i 300 pazienti ammessi alla sperimentazione riceveranno enoxaparina biosimilare per via sottocutanea in mono-somministrazione giornaliera. Un primo gruppo di 200 pazienti con dose di profilassi pari a 4.000 U.I. e un secondo di 100 partecipanti con dosi terapeutiche intermedie di 6.000, 8.000 o 10.000 U.I., in base alla massa corporea.

A oggi sappiamo che le alterazioni della coagulazione e le complicazioni trombotiche nei pazienti Covid-19 hanno un ruolo significativo in termini di incidenza e di rilevanza clinica e sono una delle più importanti variabili associate a mortalità. Non a caso, già lo scorso gennaio, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) aveva raccomandato di prevenire il tromboembolismo venoso nei soggetti infetti da SARS-CoV-2 ricorrendo alla somministrazione sottocute di eparina, preferibilmente a basso peso molecolare.

 

 

 

Covid-19 – La speranza si chiama Eparina: al via la sperimentazione in 14 centri italianiultima modifica: 2020-04-14T23:37:30+02:00da eles-1966
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