“Una volta vidi in pieno giorno un sottufficiale curvo, come una bestia in calore, sopra un bimbo di otto anni, malaticcio, che non aveva altro che la pelle e ossa, che lo stuprava” …Pedofilia e stupri, le gloriose gesta dei fascisti Italiani alla conquista dell’Eritrea…!

 

Eritrea

 

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“Una volta vidi in pieno giorno un sottufficiale curvo, come una bestia in calore, sopra un bimbo di otto anni, malaticcio, che non aveva altro che la pelle e ossa, che lo stuprava” …Pedofilia e stupri, le gloriose gesta dei fascisti Italiani alla conquista dell’Eritrea…!

Tertulliano Gandolfi, un operaio che ci ha lasciato le sue memorie d’Africa, racconta di aver visto tanti soldati approfittare di fanciulli e fanciulle. “Fra i tanti dolorosi casi osservati da me, eccone uno. Una volta vidi in pieno giorno un sottufficiale trombettiere curvo, come una bestia in calore, sopra un bimbo di circa otto anni, malaticcio, che non aveva altro che la pelle e ossa, che lo stuprava”.

Ferdinando Martini, scrittore, parlamentare, governatore civile dell’Eritrea dal 1897 al 1907, ministro delle colonie nel biennio 1915-16, riporta nel suo diario, pubblicato in quattro volumi tra il 1942 e il 1943, il caso di un ufficiale che aveva portato via dalla missione che la ospitava una ragazzina per farne la sua concubina e di altri occupati “a tirar su bambine a minuzzoli di pane” per conseguire lo stesso scopo. Nelle interviste raccolte da Le Houérou (1994) tra i reduci d’Africa si trovano conferme di queste pratiche; uno degli intervistati dichiara, ad esempio, che la colonia era “un paradiso per gli uomini anziani” che potevano avere rapporti con bambine di dodici anni.

Altre informazioni si possono trarre dai lavori di Sòrgoni  e Barrera, che hanno passato in rassegna le sentenze emesse dai tribunali di Addis Abeba. Sòrgoni (1998) analizza, ad esempio, due processi per stupro. Nel primo – “stupro violento” – la vittima, Desta Basià Ailù, è una bambina di nove anni, segregata contro la sua volontà, per diversi giorni, nell’abitazione dell’imputato. Quest’ultimo viene processato per violenza carnale, non per sequestro di persona, e ottiene le attenuanti sulla base del fatto che si trattava di una bambina abbandonata e quindi, secondo una traduzione italiana del Fetha Negast, testo che racchiudeva i costumi penali abissini, poteva essere presa in casa da chiunque. Il secondo caso concerne lo stupro di una ragazza di tredici anni, Lomi, che aveva anche denunciato di essere stata, dopo la violenza, legata “per punizione”. L’imputato fu in prima istanza assolto perché i giudici dichiararono che a tredici anni un’abissina era “sessualmente maggiorenne”. Successivamente fu condannato dalla Corte di Appello per non essersi comportato secondo i dettami della missione civilizzatrice della razza superiore.

di Chiara Volpato

Fonte:

https://raiawadunia.com/i-veri-invasori-gli-stupri-e-la-pedofilia-italiana-in-eritrea/

 

“Una volta vidi in pieno giorno un sottufficiale curvo, come una bestia in calore, sopra un bimbo di otto anni, malaticcio, che non aveva altro che la pelle e ossa, che lo stuprava” …Pedofilia e stupri, le gloriose gesta dei fascisti Italiani alla conquista dell’Eritrea…!ultima modifica: 2019-05-03T20:39:10+02:00da eles-1966
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