Siria, il bimbo nella valigia del papà. Il simbolo straziante di una tragedia di cui non frega niente a nessuno!

 

Siria

 

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Siria, il bimbo nella valigia del papà. Il simbolo straziante di una tragedia di cui non frega niente a nessuno!

Siria shock: immagini di bambino che dorme in valigia fa il giro del web
L’immagine virale che sta facendo il giro dei social nelle ultime ore, mentre in Siria si continua a morire. Lo scatto è stato condiviso su Twitter anche da Unicef Italia
Mentre in Siria si continua a combattere, mentre perdono la vita decine di innocenti, un’immagine proveniente da quelle zone martoriate dal conflitto

sta facendo il giro del web, commuovendo gli utenti di ogni latitudine. Lo scatto mostra un bambinosiriano trasportato dentro una valigia. Il piccolo dorme tranquillo, con soltanto la testa ed un braccio che escono dal bagaglio, trasportato da un uomo, di cui è possibile vedere soltanto la mano.

Sta facendo il giro del web la foto di un bambino siriano in una valigia. Il piccolo dorme, con la testa e un braccio fuori dalla valigia di cuoio, mentre viene trasportato da un uomo, di cui si vede solo la mano.

“Un amorevole padre trasporta il suo bene più prezioso lontano dai feroci combattimenti nella Ghuta orientale, in Siria. Siamo sul terreno per fornire assistenza di emergenza”, si legge in un tweet dell’Unicef che pubblica la foto.

I due fanno parte degli sfollati di Beit Sawa diretti a Hamourieh.

L’indifferenza verso il dolore di milioni di bimbi

Tantissimi bimbi e donne sono riusciti, ieri, ad allontanarsi dal Ghouta, territorio controllato dal Governo siriano. La notizia è stata anche confermata dai corrispondenti AFP. Un alto funzionario dei diritti delle Nazioni Unite ha affermato, martedì scorso, che le innumerevoli richieste di cessate il fuoco in Siria evidenziano una ‘mostruosa indifferenza’  per lo strazio di milioni di bambini che necessitano di uno stop alla violenza. Due settimane fa il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva adottato una risoluzione su un cessate il fuoco di 30 giorni in Siria. Ebbene, non solo la risoluzione è stata ignorata ma sono aumentate le incursioni governative nel Ghouta orientale.

KateGilmore, vice commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, reclama provvedimenti repentini per la salvezza dei bimbi catturati durante i conflitti. Parlando al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, Gilmore si è detta molto allarmata per le condizioni dei circa 125mila bambini segregati nel Ghouta orientale. Gilmore ha sottolineato poi che tanti bambini sono ‘profondamente malnutriti, profondamente traumatizzati’. La Siria è una terra di conflitti e sofferenze, regno di morte e dolore per uomini, donne e bimbi. Lo scorso mese, dopo il repentino aumento di bombardamenti e violenze nel Ghouta orientale, oltre 350mila civili sono rimasti bloccati nell’enclave nelle mani dell’opposizione. Hanno perso la vita 200 persone, di cui 57 adolescenti e bimbi. Andrea Iaconini, portavoce di Save The Children, ha dichiarato che ‘sono stati circa 350mila i civili intrappolati nel Ghouta orientale a causa dei bombardamenti intensi delle ultime ore. Se le notizie sugli ultimi attacchi aerei nel Ghouta Orientale saranno confermate, ieri in Siria sono morti altri 100 civili, di cui decine di bambini. Bambini che si uniscono ai 60 uccisi nel solo mese di gennaio e alle migliaia di vittime di questa guerra. È un eccidio peggiore di quello di Aleppo’.

Bimbi senza acqua e servizi igienici

Save The Children ha confermato i dolorosi dati snocciolati da Iaconini, aggiungendo: ‘Ieri sono stati colpiti 4 ospedali. Nei rifugi sotterranei i bambini sono senza acqua e servizi igienici, esposti al rischio di contrarre malattie. Le strade sono completamente deserte a parte le sirene delle ambulanze che trasportano i feriti in cliniche di fortuna. In alcune zone del Ghouta orientale la distruzione degli edifici e dei servizi ha raggiunto livelli impressionanti, ancor più gravi di quelli registrati durante il picco della crisi di Aleppo nel 2016’. Iacomini ha spiegato che ‘sette anni di guerra hanno portato la Siria al collasso: nel Ghouta orientale, dove vive il 95% dei siriani sotto assedio oggi, mancano i servizi fondamentali come scuole ed ospedali e i beni di prima necessità come cibo, acqua e medicine. È una vera emergenza umanitaria. Solo negli ultimi mesi la malnutrizione è aumentata di 5 volte, centinaia di bambini sono gravemente malati e hanno bisogno di lasciare la città per essere curati. È una continua lotta per la sopravvivenza, è una continua strage di innocenti. Fermiamoci un secondo e torniamo a guardare quello che accade in Siria. La guerra non è finita e l’indignazione a intermittenza non è bastata per fermare questa strage di bambini. Dobbiamo unirci e dire basta a questo massacro. I bambini, ovunque essi siano in Siria, devono essere protetti. Da tutti’.

Si ha la netta sensazione che le speranze innescate in tutta l’area mediterranea e in specifico nel MedioOriente dalla “primavera araba”, siano andate letteralmente degenerando in un “incubo arabo”. Si ha inoltre anche un altra netta sensazione, cioè quella di trovarsi di fronte ad un periodo storico gravido di trasformazioni radicali, anzi “epocali”, paragonabili, a nostro avviso, solo ai sanguinosi conflitti, che dilaniarono il continente europeo e si conclusero solo con la Pace di Westfalia (1648). Quest’ultima, mise fine ad una serie di conflitti molto simili a quelli che si stanno verificando nell’area sopra citata; già prima della guerra vera e propria si era infatti assistito ad un duro fronteggiamento, tra varie confessioni: protestanti contro cattolici, etnie contro altre etnie, strati sociali e comunità contro altre, stati e regni contro altri stati ancora. Infatti, come conseguenza della riforma religiosa, sia quella luterana che quella calvinista ed ai duri conflitti che ne erano derivati, si era tuttavia riusciti a raggiungere un compromesso pacificatorio, più noto come Editto di Nantes (1598) che riconosceva: “modi diversi di essere cristiani”. Il successivo conflitto, passato alla storia come “Guerra dei Trent’anni”, definisce una precisa cronologia storica: una fase boemo-palatina (iniziata nel 1618), una fase danese, una svedese ed infine una francese, conclusasi appunto nel 1648, ma con eserciti spagnoli che continueranno a combattere per altri 11 anni…prima di chiudere definitivamente e formalmente fine al conflitto.

 

fonte: http://www.aciclico.com/esteri/siria-shock-foto-bimbo-che-dorme-in-valigia-fa-il-giro-del-web.html

Siria, il bimbo nella valigia del papà. Il simbolo straziante di una tragedia di cui non frega niente a nessuno!ultima modifica: 2018-03-17T09:37:17+01:00da eles-1966
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