Lo strano “caso” del mare della Sardegna che diventa di “proprietà” dell’Algeria mentre i nostri Governi si girano dall’altra parte…

 

mare della Sardegna

 

 

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Lo strano “caso” del mare della Sardegna che diventa di “proprietà” dell’Algeria mentre i nostri Governi si girano dall’altra parte…

I fatti sono accaduti nel marzo del 2018, subito dopo le elezioni politiche italiane. L’Algeria, utilizzando le leggi internazionali sul mare (e il silenzio di ben tre Governi italiani!), è diventata ‘proprietaria’ delle acque a ridosso delle 12 miglia antistanti Sant’Antioco, Carloforte, Portovesme, Oristano, Bosa e Alghero. La denuncia del leader di unidos, Mauro Pili. Cosa si nasconde dietro questo nuovo ‘mistero’ italiano? 

Qualche anno fa ci ha provato la Francia a prendersi una parte del mare della Sardegna e, dopo polemiche durissime, sembra che l’operazione sia rientrata. Ora ci ha provato l’Algeria a prendersi una consistente parte del mare antistante la Sardegna: e questa volta l’operazione sembra riuscita!

Sì, avete letto bene: l’Algeria – peraltro utilizzando quanto previsto dalle leggi che regolano la titolarità dei Paesi sul mare – si è presa una parte del mare della Sardegna, approfittando di una strana distrazione delle autorità italiane. Vediamo come stanno le cose.

Cominciamo col dire che chi ha scoperto l’inghippo è l’ex presidente della Regione Sardegna, Mauro Pili, oggi leader di Unidos, il Movimento per la libertà del popolo sardo.

La storia la racconta molto bene il giornale on line Cagliaripad:

“L’Algeria si annette il mare sardo con un blitz senza precedenti sul piano internazionale. Dopo il tentativo della Francia sventato qualche anno fa nel nord dell’isola adesso il blitz scatta a sud ed è scritto in arabo. Ad attaccare i confini internazionali a mare questa volta è l’Algeria che, con decreto del presidente della Repubblica del 21 marzo del 2018, ha messo nero su bianco i nuovi confini della propria Zona economica esclusiva marittima”.

Per la cronaca, la Zona economica esclusiva, conosciuta anche con l’acronico Zee “è un’area del mare, adiacente le acque territoriali, in cui uno Stato costiero ha diritti sovrani per la gestione delle risorse naturali, giurisdizione in materia di installazione e uso di strutture artificiali o fisse, ricerca scientifica, protezione e conservazione dell’ambiente marino”.

Pili racconta che la mossa dell’Algeria è venuta fuori “solo qualche settimana fa nell’ambito internazionale ma tenuta segreta di fatto in Italia. Un’operazione spregiudicata messa in atto con le stesse procedure adottate dalla Francia con la differenza che, questa volta, non c’è stata nessuna intesa ma la via autonoma e unilaterale, consentita dalla norme internazionali. Il principio è sempre lo stesso: se le acque internazionali non le usa nessuno sul piano economico e le usiamo noi. Il decreto presidenziale algerino è un insieme di articoli ma soprattutto di 63 coordinate satellitari che disegnano i nuovi confini a mare. La Sardegna, dunque, è sotto attacco e la zona economica esclusiva decisa ad Algeri finisce dritta dritta sul marittimo italiano”.

In pratica, spiega Pili nell’articolo pubblicato da Cagliaripad, “fa sue tutte le acque a ridosso delle 12 miglia passando da Sant’Antioco, Carloforte, Portovesme, Oristano, Bosa e Alghero. Un corridoio che fiancheggia le acque territoriali sarde e sottrae a ridosso delle nostre coste l’uso comune delle acque internazionali su quel fronte di mare. Un’operazione sulla quale regna il silenzio più assoluto nonostante il dossier sullo scippo sia riservatamente, e certamente tardivamente, arrivato sul tavolo dell’ONU”.

Già l’Onu: infatti, se un Paese non è d’accordo con un altro Paese che decide di istituire una Zona economica esclusiva si deve rivolgere all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU): cosa che avrebbe dovuto fare l’Italia a tamburo battente. Invece cos’è successo?

L’atto algerino, dice ancora Pili, seppur consentito dalle normative internazionale, “ha trovato lo Stato italiano dormiente e incapace di proporre una propria rivendicazione. Le mire espansionistiche messe in atto con il decreto del Presidente della Repubblica algerina non riguardano ovviamente solo la pesca e l’acquacoltura o la generica valorizzazione e protezione del mare ma si spingono direttamente sul tema delle risorse energetiche. Gli algerini hanno deciso, infatti, di estendere da 40 a 180 miglia la propria Zona economica esclusiva con un confine valido anche per il fondale”.

“A largo di Sant’ Antioco, Carloforte, Portovesme, Oristano, Bosa e Alghero – spiega sempre Pili su Cagliaripad – non solo avranno l’esclusiva per la pesca ma anche quella per la ricerca e lo sfruttamento di risorse energetiche. L’Italia, come al solito, dorme e soltanto qualche settimana fa ha presentato una protesta formale alle Nazioni Unite. Nonostante il tentativo dell’Italia di porre rimedio a questa gravissima falla nel sistema della tutela dei confini a mare e delle acque internazionali, dall’ONU non è arrivata sino ad oggi nessuna risposta. Il rischio ora è che l’Italia, non avendo fatto tutti i passi necessari nei tempi dovuti, si ritrovi al limite delle proprie acque territoriali con uno spazio di acque internazionali di esclusiva pertinenza di un altro Stato, in questo caso l’Algeria”.

C’è un particolare che, a nostro avviso non è secondario: il decreto del Presidente della Repubblica algerina è del 20 marzo 2018: è il momento in cui in Italia si sono appena celebrate le elezioni politiche e Presidente del Consiglio dei Ministri in carica è Paolo Gentiloni.

Gentiloni è rimasto in carica fino a quando non si è insediato il primo Governo di Giuseppe Conte composto da grillini e leghisti: cosa che è avvenuta nella tarda primavera del 2018.

E’ strano prendere che né durante l’ultima fase del Governo Gentiloni, né durante il Governo tra grillini e leghisti, né con l’attuale Governo Conte bis questa storia sia venuta fuori. Come già ricordato, l’ha fatto venire a galla qualche giorno da Mauro Pili.

Perché il silenzio di ben tre Governi italiani?

“Il silenzio su questa nuova incursione straniera sui mari della Sardegna rende sempre più evidente la totale inconsistenza sia del governo del mare, sia nei rapporti con i Paesi confinanti. Si tratta – conclude il leader di Unidos – di un piano che va bloccato in ogni modo perché costituisce una vera e propria aggressione economica, ambientale e giuridica alle acque internazionali di diretta pertinenza della Sardegna. Sorprende come tutte le forze politiche e gli stessi governi, sia quello italiano che quello sardo, non siano stati in grado di respingere questo ennesimo blitz ai danni della Sardegna e dei sardi. Svendono la Sardegna e anche il suo mare”.

 

 

tratto da: https://www.inuovivespri.it/2020/02/04/lo-strano-caso-del-mare-della-sardegna-diventato-di-proprieta-dellalgeria/?fbclid=IwAR3ldqPsl_ZTAG5JhDIA1ijojgbL2be5o9G88J4i1G5_yQJduzTQnJlyBv0

 

 

 

Lo strano “caso” del mare della Sardegna che diventa di “proprietà” dell’Algeria mentre i nostri Governi si girano dall’altra parte…ultima modifica: 2020-07-01T22:04:06+02:00da eles-1966
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