Il rame uccide il Coronavirus. Appena si depositano su superficii in rame, virus e batteri vengono immediatamente disintegrati dagli ioni. Perché non utilizzarlo in ospedali e luoghi pubblici? Visto che dovremo convivere con il Coronavirus, non sarebbe il caso di investire in questo metallo?

 

 

 

 

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Il rame uccide il Coronavirus. Appena si depositano su superficii in rame, virus e batteri vengono immediatamente disintegrati dagli ioni. Perché non utilizzarlo in ospedali e luoghi pubblici? Visto che dovremo convivere con il Coronavirus, non sarebbe il caso di investire in questo metallo? 

Appena si depositano su una superficie in rame o leghe di rame i virus e i batteri vengono disintegrati in pochi secondi dagli ioni dello stesso rame. Visto che dovremo convivere con il Coronavirus non sarebbe il caso di investire in questo metallo? In America si è visto che negli ospedali che valorizzano il rame il crollo delle infezioni ospedaliere supera il 50%  

Visto che dovremo convivere con il Coronavirus, o COVID-19, fino a quando non verrà trovato un rimedio per tutelare la nostra salute – vaccino o cure farmacologiche – non converrebbe riaccreditare il rame nelle nostre case, negli uffici pubblici, nei Tribunali, nelle palestre e, in generale, in tutti i luoghi molto frequentati? Il tema l’ha affrontato nei giorni scorsi il magazine americano, Fast Company.

Articolo molto interessante. Ripreso da alcuni giornali cartacei e on line. Perché questo grande interesse per il possibile ritorno del rame? Semplice: perché, da sempre, sono note le sue qualità antimicrobiche. Infatti, qualunque microrganismo che viene a contatto con il rame, batterio o virus che sia, viene letteralmente disintegrato in pochi secondi!

La spiegazione è legata agli ioni del rame. Quando un microrganismo – un batterio o un virus – viene a contatto con una superficie di rame viene subito inondato da ioni di rame. Gli ioni entrano in tempi brevissimi nelle cellule di virus e batteri e le distruggono. Attacco micidiale che non risparmia gli acidi nucleici. Insomma, il Coronavirus, o COVID-19, virus a Rna, a contatto con una superficie di rame sarebbe spacciato in pochi secondi!

Con i tempi che stiamo vivendo non è una cosa da nulla. Ricordiamoci che è stato accertato che anche il Coronavirus, quando si deposita su superfici solide, può sopravvivere tre, quattro giorni.

Ora provate a immaginare le porte di una scuola, o le porte dei locali delle aule universitarie, o le porte dei Tribunali, o le porte degli uffici pubblici, o le porte delle palestre e via continuando. Poniamo che una persona infetta tocchi una di queste porte.

Ebbene, se tutte le maniglie di queste porte fossero di rame, o di leghe contenente rame farebbe o no la differenza con maniglie di altri metalli?

Insomma, il rame è un materiale antimicrobico naturale. Possiamo dire che, rispetto ai microrganismi – e in questo tempo di Coronavirus rispetto al Coronavirus – si autosterilizza.

Ci fu un  tempo in cui il rame veniva utilizzato per realizzare oggetti, infissi e anche parti di edifici. Poi è stato soppiantato da altri materiali più economici.

Leggiamo nel sito La Verità ci renderà liberi:

“Plastica, vetro temperato, alluminio e acciaio inossidabile sono i materiali della modernità, utilizzati per tutto, dall’architettura ai prodotti Apple. I pomelli delle porte e i corrimano in ottone sono passati di moda quando architetti e designer hanno optato per materiali dall’aspetto più elegante, e molto spesso più economici.
Fast Company ritiene che sia giunto il momento di riportare il rame negli spazi pubblici, e negli ospedali in particolar modo. Di fronte a un futuro inevitabile, pieno di epidemie e pandemie globali, occorre far tornare il rame all’interno della sanità, nei trasporti pubblici e persino nelle case”.

“Nel 1983, la ricercatrice medica Phyllis J. Kuhn scrisse la prima critica alla scomparsa del rame che aveva notato negli ospedali.

“Le eleganti e lucenti maniglie delle porte in acciaio inossidabile e le piastre di spinta hanno un aspetto rassicurante e pulito sulla porta di un ospedale – leggiamo sempre su La Verità ci renderà liberi –. Al contrario, quelle in ottone appannato sembrano sporche e contaminanti. Ma anche quando sono appannate, l’ottone (una lega di rame al 67% e zinco al 33%) uccide i batteri, mentre l’acciaio inossidabile (circa l’88% di ferro e il 12% di cromo) fa poco per ostacolare la crescita dei batteri”.

In un momento come questo l’uso del rame negli ospedali diventa molto importante. Stando a quanto scrive Fast Company, un gruppo di ricercatori ha studiato cosa succede negli ospedali dove si utilizzano letti, braccioli per le poltrone degli ospiti e anche supporti per le flebo in rame. I risultati sono stati sorprendenti, se è vero che i tassi di infezioni si sono ridotti di oltre il 50%!

E il costo? Forse questo è il punto debole, perché rispetto ad altri materiali è indubbiamente più costoso. Però c’è un però. Negli Stati Uniti d’America il costo delle infezioni che si registrano negli ospedali si aggira intorno a 45 miliardi di dollari all’anno, con circa 90 mila decessi. Alla fine, insomma, potrebbe venire fuori che, oltre a ridurre le infezioni, oltre a salvare migliaia di vite umane, il costo del rame negli ospedali potrebbe non essere eccessivo. Anzi.

Bill Keevil, professore di salute ambientale all’Università di Southampton, come scrive sempre La Verità ci renderà liberi, “ritiene che la responsabilità di scegliere il rame nei nuovi progetti edilizi ricada sugli architetti. Il rame è stato la prima (e finora è l’ultima) superficie metallica antimicrobica approvata dall’EPA (l’Agenzia ambientale americana)… I gruppi industriali del rame hanno registrato presso l’EPA oltre 400 leghe di rame. ‘Abbiamo dimostrato che il rame-nichel è buono quanto l’ottone nell’uccidere batteri e virus’, dice. E il rame-nichel non ha bisogno di sembrare come una vecchia tromba; è indistinguibile dall’acciaio inossidabile”.

“Le principali miniere di rame – leggiamo su Wikipedia – sono situate lungo la Cordigliera delle Ande e le Montagne Rocciose: i principali Paesi estrattori sono il Cile, il Perù, la Cina, gli Stati Uniti, il Congo, l’Australia; altre importanti miniere si trovano in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Zambia, Canada, Paesi ex-URSS, Polonia e Finlandia… Secondo lo United States Geological Survey (USGS, 2017), nel caso del rame le riserve sono valutate in 790 milioni di tonnellate, i depositi scoperti in 2.100 milioni di t, quelli previsti in 3.500 milioni di t. Questo dato non comprende i vasti depositi sui fondali oceanici sotto forma di noduli manganisiferi o solfuri. Considerando il ritmo di estrazione annuale – 20 milioni di t -, si potrebbe erroneamente estrapolare un esaurimento delle riserve in circa 40 anni, ma di fatto altre se ne aggiungeranno nel frattempo, grazie alle continue scoperte di giacimenti e al progresso dei metodi estrattivi. Ciò manterrà stabile la disponibilità di rame, che per questi motivi dal 1950 oscilla intorno ai 35-40 anni”.

 

 

 

tratto da: https://www.inuovivespri.it/2020/04/27/il-rame-uccide-il-coronavirus-perche-non-utilizzarlo-negli-infissi-di-ospedali-scuole-tribunali-uffici-pubblici-e-palestre/?fbclid=IwAR0xTD_i0lNdal4AtiDD9ATTwpNnGZTkrhazVJNRcJKByqCxXcPXsry66Fk

Il rame uccide il Coronavirus. Appena si depositano su superficii in rame, virus e batteri vengono immediatamente disintegrati dagli ioni. Perché non utilizzarlo in ospedali e luoghi pubblici? Visto che dovremo convivere con il Coronavirus, non sarebbe il caso di investire in questo metallo?ultima modifica: 2020-04-27T22:01:25+02:00da eles-1966
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