24 novembre 2009 – Il barbaro assassinio di Lea Garofalo. 37 anni, mamma, testimone di giustizia. Aveva lasciato il compagno, capo della ‘ndrangheta, per dare alla figlia una vita migliore. Rapita, torturata, uccisa e sciolta nell’acido dallo stesso ex compagno.

 

Lea Garofalo

 

 

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24 novembre 2009 – Il barbaro assassinio di Lea Garofalo. 37 anni, mamma, testimone di giustizia. Aveva lasciato il compagno, capo della ‘ndrangheta, per dare alla figlia una vita migliore. Rapita, torturata, uccisa e sciolta nell’acido dallo stesso ex compagno.

Lea Garofalo nasce nel 24 aprile 1974, a Petilia Policastro. Rimane presto orfana, all’età di nove mesi, perché il padre viene ucciso dalla mafia calabrese (‘ndrangheta).
Lea cresce con sua nonna e i suoi fratelli: Marisa e Floriano che lottarono tutta la vita per vendicare il padre.

Floriano muore l’8 giugno 2005. Lea a solo 13 anni si innamora di Carlo Cosco, un ragazzo mafioso, di 18 anni, che la ricambia. Lea decide di stabilirsi con lui a Milano e il 4 giugno 1991 nasce Denise, figlia della coppia.

A Milano Cosco diventa il capo dell’ndrangheta. La giovanissima mamma scopre ben presto cosa volesse dire essere la compagna di un uomo di ‘ndrangheta e mettere al primo posto gli affari della famiglia, invece che gli affetti, le catene della paura, invece che la gioia della libertà. Tuttavia quando Carlo e alcuni dei suoi familiari vengono arrestati per traffico di stupefacenti Lea decide che quella non è la vita che vuole per sua figlia, così nel corso di un colloquio in carcere con il compagno gli annuncia la decisione lasciarlo e lui reagisce aggredendola.

Lea sa bene che una donna di mafia non può lasciare il suo compagno e rifarsi una vita, ma non le importa per cui prende Denise e abbandona Milano. Furono anni di solitudine e sacrifici, passati a chiedere rifugio come due clandestine, ridotte a guardarsi le spalle ovunque andassero.

Alla fine Lea capì che da sola non ce l’avrebbe fatta e nel 2002 prese la decisione di collaborare con la giustizia. Prese Denise e andò in caserma, dove, quando seppero chi era e cosa aveva intenzione di fare, la interrogarono per ore e ore mentre la piccola Denise aspettava seduta su una sedia nella sala d’attesa. Alla fine approvarono il suo inserimento nel programma di testimoni di giustizia che è durato per 10 lunghi anni.

Lea muore il 24 novembre 2009 dopo essere stata picchiata selvaggiamente e strangolata. Poi il suo corpo fu dato alle fiamme e sciolto nell’acido. Fu Denise a denunciare la scomparsa di sua madre e a chiarire ai carabinieri che si trattava di un omicidio, che la donna era da tempo nel mirino del suo ex.

Nel 2010 Carlo Cosco e i suoi complici furono arrestati per l’omicidio di Lea Garofalo. All’epoca dei fatti la stampa non si occupò dell’omicidio di Lea Garofalo, solo molti anni dopo, quando venne riconosciuta vittima innocente di mafia, il suo caso divenne oggetto di approfondimenti.

Oggi Lea è considerata una “giusta”, una delle poche donne a ribellarsi alla ‘ndrangheta che viene ricordata come un esempio di coraggio e indipendenza.

Questa donna, cresciuta in un ambiente difficile, ha avuto il coraggio di ribellarsi alla mafia calabrese e non ha avuto paura della morte, perché era animata solo dal desiderio di garantire un futuro migliore alla figlia.

Lea rappresenta l’immagine di una donna che ha perso la vita per la verità.

Adesso la figlia Denise persegue gli ideali di sua madre.

 

24 novembre 2009 – Il barbaro assassinio di Lea Garofalo. 37 anni, mamma, testimone di giustizia. Aveva lasciato il compagno, capo della ‘ndrangheta, per dare alla figlia una vita migliore. Rapita, torturata, uccisa e sciolta nell’acido dallo stesso ex compagno.ultima modifica: 2019-11-23T20:27:15+01:00da eles-1966
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