Il paradosso dell’Italia: siamo senza medici, siamo il Paese che ne ha più bisogno. Ma siamo anche il Paese che vanta il record di fughe di camici bianchi all’estero: ogni anno 1.500 medici fuggono all’estero… Perché?

 

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Il paradosso dell’Italia: siamo senza medici, siamo il Paese che ne ha più bisogno. Ma siamo anche il Paese che vanta il record di fughe di camici bianchi all’estero: ogni anno 1.500 medici fuggono all’estero… Perché?

Italia senza medici, ma ogni anno 1.500 fuggono all’estero
I dottori italiani sono quelli che emigrano di più in cerca di lavoro e stipendi più alti: Uk e Francia mete preferite. Boom di domande (+30%) ai test di accesso di Medicina in inglese.

Siamo il Paese che ha più bisogno di medici ma anche quello che vanta il record di fughe di camici bianchi all’estero. In Europa un medico su due che fa le valigie (il 52% per l’esattezza) parla italiano. Sono 1.500 i medici con in tasca la specializzazione che emigrano ogni anno, anche da Regioni ricche come il Veneto (80 in fuga ogni anno) e in generale dal Nord del Paese. Dove, ironia della sorte, i concorsi per le specialità più impegnative vanno deserti. Colpa, spiegano dal Sumai, il Sindacato degli specialisti ambulatoriali – che a ottobre presenterà un dossier completo sul tema – di un sistema che tra stipendi bassi, carichi di lavoro inaccettabili e anni di blocco del turn over continua a essere decisamente poco attrattivo.

Nessuno in Europa si avvicina a questo primato che tra l’altro segna un altro grande spreco per il nostro Paese: formare un medico specialista costa fino a 250mila euro. In pratica ogni anno regaliamo 350 milioni agli altri Paesi che ringraziano per i 1500 dottori già formati da assumere. Il paradosso tra l’altro è che l’Italia si trova nel pieno di una emergenza di carenza di medici (ne mancano subito 8mila, e altri 16500 fino al 2025). E così se da una parte ci sono le Regioni che elemosinano medici e sono costrette a lavorare di fantasia richiamando pensionati o camici bianchi con le stellette; dall’altra si registra questa grande fuga degli specialisti che lasciano il Paese in cerca di un contratto – e di un futuro – migliore. In Europa e, perché no, negli Emirati Arabi che offrono compensi stellari tra i 14mila e i 20mila euro al mese. Con tanto di abitazione, scuola per i figli e autista. Una voglia di estero che si respira già tra gli aspiranti medici: ai test di accesso per Medicina in inglese si sono presentati in 10450 per solo 761 posti disponibili. Erano 7660 l’anno scorso. Le domande sono cresciute del 30%.

«Negli ultimi 3-4 anni ben 4.700 specialisti hanno lasciato l’Italia per trovare occupazione in Paesi europei che, come il nostro, hanno sbagliato la programmazione ma che oggi corrono ai ripari garantendo condizioni di lavoro migliori anche ai professionisti stranieri», spiega il segretario nazionale Sumai Antonio Magi. Tra le destinazioni spicca la Gran Bretagna, che ha avviato per prima la sua attività di recruiting, ma anche altri paesi ricchi di appeal (per stipendi doppi dei nostri e benefit qui impensabili), come la Francia (la seconda scelta) e la Germania. Il dettaglio sugli stipendi spiega molto, se non tutto, dell’esterofilia dei camici bianchi nostrani: l’Olanda, che si piazza al top, offre una retribuzione annua di 255mila euro. Mentre l’Italia è penultima in classifica prima della Grecia, con i suoi 61.130 euro (che raggiungono gli 80mila euro con l’indennità di esclusiva). Potenzialmente, tra gli specialisti già formati (26.550) ma che da noi sono ancora a spasso e i giovani medici in via di specializzazione (33.450 circa), l’Italia rischia di “esportare” oltre 50mila camici bianchi. «Uno spreco di capitale umano e professionale enorme – rileva Magi –. Serve una politica seria di assunzioni di quanti hanno già completato l’iter formativo, rendendo più attrattivo il nostro Ssn. Mentre diciamo no alle scorciatoie che consentono l’accesso a tempo indeterminato ai laureati non specializzati, che contribuirebbero alla progressiva svalutazione della formazione, fingendo equivalenza di competenze e conoscenze».

Intanto in attesa che il nuovo governo e il dicastero guidato dal neo ministro della Salute Roberto Speranza attui il piano straordinario di assunzioni promesso dal programma giallo rosso l’emorragia di medici prosegue. Al 31 agosto scorso le richieste di lavoro all’estero registrate dall’Amsi (Associazione dei medici di origine straniera in Italia) nell’ultimo triennio erano arrivate a quota 6.500: 5mila da medici, 1.150 da infermieri, 250 da fisioterapisti e il resto da psicologi e dentisti. «Un trend in aumento del 40% – rileva il presidente Amsi Foad Aodi – imputabile anche a uno sfruttamento dei professionisti sanitari che in Italia ha raggiunto i limiti: nel privato capita che dottori impegnati in guardie di mezza giornata portino a casa 7 euro all’ora. Non c’è da stupirsi se a voler lasciare il Paese sono soprattutto medici giovani che non riescono a conquistare una borsa di specializzazione. Ma chirurgia, ginecologia e pediatria, le aree di maggiore richiesta, sono specialità che servono moltissimo anche qui da noi. Anche nelle Regioni più carenti di specialisti, come Lazio, Veneto, Lombardia, Puglia, Umbria, Sicilia».

fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/italia-senza-medici-ma-ogni-anno-1500-fuggono-all-estero-ACEXBKi?fbclid=IwAR1bW49FAeUnl83Oxik7Ujhewmtw1Ks_yXgm72DPVrVAFZM1rBXwHbe44wY

Il paradosso dell’Italia: siamo senza medici, siamo il Paese che ne ha più bisogno. Ma siamo anche il Paese che vanta il record di fughe di camici bianchi all’estero: ogni anno 1.500 medici fuggono all’estero… Perché?ultima modifica: 2019-10-11T22:45:30+02:00da eles-1966
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