Coronavirus, Piero Angela parla del futuro: “Come cambieremo? E’ un po’ come dopo gli incidenti stradali, prima hai paura e rallenti, poi dopo un po’ torni a premere sull’acceleratore. Io penso che non cambierà niente”.

 

Piero Angela

 

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Coronavirus, Piero Angela parla del futuro: “Come cambieremo? E’ un po’ come dopo gli incidenti stradali, prima hai paura e rallenti, poi dopo un po’ torni a premere sull’acceleratore. Io penso che non cambierà niente”.

“Il problema è bilanciare la sicurezza per evitare ulteriori ondate di contagi e la necessità di riprendere attività che non possono stare ferme più di tanto”

 

Piero Angela è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte e trenta alle sei del mattino.

Lo storico volto Rai ha raccontato la sua quarantena: “La sto trascorrendo un po’ come tutti, recluso in casa. Però esiste il telefono, il computer, le e-mail. Tutti strumenti preziosissimi. Il telefono Skype è quello della regina di Biancaneve. Quando la regina chiedeva allo specchio chi fosse la più bella del reame e lo specchio rispondeva che era sempre Biancaneve. Ma quella era una cosa immaginaria. Oggi invece quello specchio lì ce lo abbiamo in mano. Parliamo a distanza guardando le persone. Le distanze sono annullate. Io lavoro, faccio riunioni in questo modo. Come tutti. Questa tecnologia attenua molto l’isolamento. Però poi naturalmente rimane molto spazio, perché non tutto si può fare. E allora anche i novantenni come me, pur essendo sempre attivi, hanno comunque molto tempo. Io ad esempio cerco di mettere a posto montagne di carte accumulate. Mi spavento ogni volta che lo devo fare. Vale anche per i libri che non so più dove mettere. Dovrei fare una cernita“.

Nella vita di Piero Angela un ruolo importante lo gioca la musica: “Io suono il pianoforte dall’età di sette anni. E’ evidente che è un compagno di vita. E’ un secondo matrimonio. Anzi il primo mio matrimonio è stato con la musica. Poi ho avuto la malaugurata idea di dire che ho voglia di fare un disco, ed è vero, ed allora mi chiamano dalle case discografiche. Probabilmente, però, non lo farò mai. Sono troppo perfezionista. C’è stato un periodo in cui studiavo molto il pianoforte e sarei stato in grado di farlo. Una registrazione ce l’ho. Roba degli anni ’50. Ero molto bravo tecnicamente. Ora suono molto saltuariamente. Però sto migliorando. In questo mese di reclusione ho ricominciato a suonarlo e funziona. Spero veramente, anche perché se non lo faccio adesso non so quando lo potrò fare“.

Sul futuro: “Il timore è l’economia. Perché questa epidemia finirà prima o poi. Ci sono i primi segnali. Per fortuna abbiamo anche dei sistemi di prevenzione che una volta non c’erano. Come questo distanziamento sociale così rigoroso. Bisogna vedere quando e come ripartirà l’economia. Questo è stato un trauma fortissimo. Il problema è bilanciare la sicurezza per evitare ulteriori ondate di contagi e la necessità di riprendere attività che non possono stare ferme più di tanto. Come cambieremo noi? E’ un po’ come dopo gli incidenti stradali. Quando vai in macchina, passi davanti a un incidente e ti spaventi. Nei chilometri seguenti vai molto prudente e rallenti. Poi dopo un po’ torni a premere sull’acceleratore. Io penso che non cambierà niente. Se non per la crisi economica. Bisogna vedere quanto durerà. Se qualche settimana è come andare in vacanza. Qualche mese no…“.

Sulla tecnologia: “L’unica risorsa per un Paese che vuole essere moderno e quindi competitivo in un mondo aperto è l’innovazione. Inserire più tecnologie possibili anche nelle vecchie cose. Le nuove tecnologie sono importantissime. Sono alla base dei Paesi che sono vincenti. Bisogna investire in tecnologia e in educazione. Noi non investiamo in nessuno dei due. Bisogna tirar fuori delle menti più allenate, più moderne. Non si insegna niente di quello che può essere utili a diventare moderni, a prepararsi per il futuro. Ho messo in moto delle iniziative in tre università per fare questo tipo di predicazione. Ma non è sufficiente“.

Sull’importanza degli anziani: “Le persone anziane sono depositarie di tanti ricordi. Della loro vita ma anche di quella dei loro genitori, dei loro nonni. Che rischia di andare persa. Approfittate di questo periodo per scrivere queste cose qui. Mi piacerebbe poter conoscere cosa facevano i miei nonni, i miei bisnonni, anche in cose quotidiane, minime. Ogni volta che si spegne una persona è una biblioteca che sparisce“.

 

Coronavirus, Piero Angela parla del futuro: “Come cambieremo? E’ un po’ come dopo gli incidenti stradali, prima hai paura e rallenti, poi dopo un po’ torni a premere sull’acceleratore. Io penso che non cambierà niente”.ultima modifica: 2020-04-09T23:37:08+02:00da eles-1966
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