Acido sorbico, acido ascorbico, talco (sì, proprio TALCO), acetato di potassio, acido propionico, acido acetico… Vi piace mangiare tutte queste porcherie? NO? Allora il pane fatelo in casa e lasciate perdere le sozzerie che vi rifilano i centri commerciali…

 

 

 

Pane

 

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Acido sorbico, acido ascorbico, talco (sì, proprio TALCO), acetato di potassio, acido propionico, acido acetico… Vi piace mangiare tutte queste porcherie? NO? Allora il pane fatelo in casa e lasciate perdere le sozzerie che vi rifilano i centri commerciali…

 

Le insidie del pane: tutto quello che non ci dicono. Prepariamolo in casa con il lievito madre

 

Farine per il pane, cosa contiene? Apriamo una finestra sul pane che arriva sulle nostre tavole. Cominciando col dire che, grazie a un Regolamento della solita Unione Europea, i consumatori non vengono informati. Vi raccontiamo la verità sui cosiddetti “miglioratori”. E illustriamo come preparare il pane in casa con il lievito naturale e con le farine senza glifosato! 

Il pane. Che pane ci fanno mangiare, oggi? L’offerta è tanta, le garanzie sono invece poche. Che farine usano i panifici dove acquistiamo ogni giorno il pane? A parte casi rari, le informazioni sono più che carenti. Certo, non mancano i negozi dove trovare particolari tipi di pane. Ma, lo ribadiamo, sono casi rari.

E allora? Qualche notizia. Cominciando col dire che il lievito naturale, troppo spesso, viene sostituito da additivi chimici che sono un affare per chi produce il pane, ma non per gli ignari consumatori…

Gli additivi chimici, infatti, riducono tempi e costi di produzione del pane. Ma della loro presenza si sa poco o nulla. Anche nel pane che viene etichettato non se ne parla.

A tutti noi sarà capitato di acquistare il pane che, appena sfornato, si presenta caldo e fragrante. Poi, però, dopo poche ore, lo stesso pane si presenta gommoso. La croccantezza è durata, sì e no, qualche ora!

Perché succede questo? Per la presenza di semilavorati che vengono utilizzati al posto del lievito naturale. Cosa sono i semilavorati? Prodotti chimici dei quali noi consumatori, nella stragrande maggioranza dei casi, non conosciamo l’esistenza. Sostanze chimiche la cui presenza, lo ribadiamo, non compare nemmeno nelle etichette del pane confezionato.

Altra domanda: a cosa servono i semilavorati? Risposta: a fare in modo che il pane trattenga l’acqua: così il pane pesa di più (elemento non secondario, visto il costo del pane). In più, proprio grazie alla presenza di acqua, il pane ‘invecchia’ in tempi rapidi.

Chi ha vissuto la propria infanzia nei piccoli centri ricorderà certo la differenza tra il pane del passato – del suo passato in un piccolo paese – e il pane che acquista oggi.

E oggi? Oggi sono di moda i cosiddetti “miglioratori” che, come ora illustreremo, non migliorano alcunché!

Il lievito naturale ha i suoi tempi, che spesso non sono quelli di un panificio di città. Il pane preparato con il lievito naturale deve, per l’appunto, lievitare. I tempi variano da 24 a 48 ore. I costi di produzione sono più alti e bisogna lavorare la notte.

Qui entrano in scena i “miglioratori”

Con il termine miglioratori si intendono gli additivi miscelati con i prodotti da forno: l’acido sorbico usato come conservante (E200), l’acido ascorbico (E300) utilizzato come antiossidante, il talco che funge da anti agglomerante per assorbire l’acqua, ma anche l’acetato di potassio E262, l’acido propionico E261, l’acido acetico E260 e tanti altri ancora. Additivi che possono essere di origine chimica, naturale, vegetale e anche animale: rendono il panetto pronto per essere infornato in tempi brevissimi, grazie a una lievitazione rapida che dura al massimo tre ore.

E così, senza saperlo, andiamo ad acquistare il pane e portiamo sulle nostre tavole pane ricco di queste sostanze che finiscono nel nostro organismo!

E qui arriva la nostra bella Unione Europea, quella del CETA, cioè dell’accordo commerciale con il Canada che ci costringerà a mangiare prodotti a base di grano duro canadese. Cosa dice la ‘Grande’ UE? Ecco il Regolamento n. 1169/2011.

Cosa prevede tale Regolamento? Dà la possibilità ai produttori di non informare i consumatori circa la presenza di additivi o enzimi alimentari se utilizzati come coadiuvanti tecnologici. Detto in soldoni, non c’è bisogno di indicare nelle etichette la presenza di queste sostanze chimiche.

Per carità: quando acquistiamo il pane al panificio è chiaro che non possiamo sapere nulla di tutto questo. Ma continuiamo ad essere non informati acquistando anche il pane confezionato.

Morale: quando mangiamo il pane non sappiamo cosa stiamo ingerendo nel nostro organismo.

Certo, ci sono i fornai fidati. E se non abbiamo questa opportunità? Possiamo sempre provare a fare il pane in casa. Naturalmente con il lievito naturale o lievito madre.

 

 

tratto da: https://www.inuovivespri.it/2018/02/11/le-insidie-del-pane-che-non-ci-dicono-prepariamolo-in-casa-con-i-lievito-madre/?fbclid=IwAR01fdN9v4TXDdewVgbsOzYiP6–KS5jo09a8LaZvgHuR0L34HVQA53EtK0

Acido sorbico, acido ascorbico, talco (sì, proprio TALCO), acetato di potassio, acido propionico, acido acetico… Vi piace mangiare tutte queste porcherie? NO? Allora il pane fatelo in casa e lasciate perdere le sozzerie che vi rifilano i centri commerciali…ultima modifica: 2020-03-31T21:05:11+02:00da eles-1966
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