Parla la virologa del Sacco Maria Rita Gismondo – “il coronavirus ci ha insegnato una cosa: In un mondo che vuole innalzare muri, la natura ci ha dimostrato che i confini non esistono”…!

 

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Parla la virologa del Sacco Maria Rita Gismondo – “il coronavirus ci ha insegnato una cosa: In un mondo che vuole innalzare muri, la natura ci ha dimostrato che i confini non esistono”…!

“Una volta che si è creato il panico più si cerca di rasserenare gli animi più la gente si preoccupa. Il comportamento corretto in una situazione come questa è la sana paura. Dell’incognito che ci fa prendere misure di protezione, della conservazione della specie”

Nei primi giorni della grande paura la sua richiesta di abbassare i toni sull’epidemia è stata attaccata da più fronti, scatenando una lite a distanza con il virologo Burioni. La professoressa Maria Rita Gismondo è oramai uno dei volti più noti di quest’emergenza sanitaria. Per il suo laboratorio di Microbiologia clinica, virologia diagnostica del Sacco, che oltre di dieci giorni macina ininterrottamente i risultati di centinaia di tamponi. E per le sue parole che sul coronavirus continuano a chiedere di mantenere la calma: “La situazione – assicura – continua a essere sotto controllo”.

Professoressa, i numeri che arrivano oggi dalla Regione non sembrano così rassicuranti.
“Si riferisce ai pazienti ricoverati? Ce li aspettavamo”.
Duecento in più in un solo giorno non la preoccupano?
“Il numero complessivo continua a essere modesto. E ripeto, i nuovi ricoveri erano attesi. Nei giorni scorsi c’è stato un numero elevato di contagi. Ma sono tutti da riportare al primo focolaio. Siamo in grado di avere una traccia molto veritiera del virus. C’è la criticità dei pazienti che impegnano le terapie intensive. Ma non dobbiamo dimenticare che si tratta di un numero davvero molto basso rispetto alle persone positive al coronavirus”.
In giro il mondo chi viene dalla Lombardia comincia ad avere problemi. Si moltiplicano le segnalazioni di casi in cui, chi viene dalla regione italiana del grande contagio, non è gradito. Negli alberghi. Ma non solo.
“Se non ci fossero tutte le misure che la Lombardia ha preso, soprattutto nel Lodigiano, sarebbero paure giustificate. Ma così, mi creda, non hanno motivo di esistere”.

Chi pensa che sarebbe meglio limitare gli spostamenti sbaglia?
“Partiamo da un assioma. Se in questo momento tutti stessimo in isolamento a casa, ognuno con la propria camera e il proprio bagno, questa situazione finirebbe nel giro di due settimane”.
Però?
“Però non si può fare. Chi è malato deve restare in quarantena e chi vive nella zona rossa non si deve muovere. Ma il mondo non si può fermare. E se anche in Lombardia ci fermassimo tutti, l’azzeramento della circolazione del virus non sarebbe comunque sicuro al cento per cento. Arriverebbe da qualsiasi altra parte: vede cosa ci ha insegnato il virus?”.
Che cosa, professoressa?
“In un mondo che vuole innalzare muri, la natura ci ha dimostrato che i confini non esistono. In ogni caso, tornando alle misure, si è deciso per un bilanciamento tra il massimo contenimento del virus e la minima interferenza della vita sociale”.
In questo momento la gente è divisa fra due sentimenti molto contrastanti. C’è chi è in preda alla paura. E chi minimizza la situazione.
“Bisognerebbe parlarne con un esperto di psicologia sociale. Ma è così. E spesso, una volta che si è creato il panico, più si cerca di rasserenare gli animi, più la gente si preoccupa. Il comportamento corretto in una situazione come questa è la sana paura. Dell’incognito che ci fa prendere misure di protezione, della conservazione della specie”.
Lei stessa, però, cerca di tranquillizzare tutti.
“Noi dobbiamo dire le cose come sono, un tecnico parla con i numeri. E piaccia o no, al momento parlano di una bassa mortalità. È una malattia nuova per la quale non ci sono terapie o vaccini, vero. Ma dobbiamo evitare in tutti i modi le reazioni convulse che non fanno bene a nessuno”.
Sembra che il virus circolasse da settimane. Oltre ai tamponi di questi giorni, sono state indagate le polmoniti dei mesi scorsi per ricostruire la diffusione dell’epidemia?
“Sappiamo che a gennaio, in corrispondenza con il picco influenzale, c’è stato un numero elevato di polmoniti con un quadro non del tutto tipico. Ipotizziamo che possano essere stati da coronavirus passati inosservati. Sicuramente la malattia gira da settimane”.
E queste persone non sono oggetto di indagine?
“È una delle ipotesi a cui si sta pensando. Un’indagine sierologica per andare a vedere se, chi non ha avuto una diagnosi, è positivo agli anticorpi del coronavirus. Chi si è ammalato senza saperlo ed è guarito li ha nel sangue”.
fonte: https://milano.repubblica.it/cronaca/2020/03/04/news/coronavirus_maria_rita_gismondo_sacco_lombardia-250195101/
Parla la virologa del Sacco Maria Rita Gismondo – “il coronavirus ci ha insegnato una cosa: In un mondo che vuole innalzare muri, la natura ci ha dimostrato che i confini non esistono”…!ultima modifica: 2020-03-06T21:42:34+01:00da eles-1966
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