Sadio Mané, fenomeno sul campo da calcio ma sopratutto campione di umanità e solidarietà

 

 

Sadio Mané

 

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Sadio Mané, fenomeno sul campo da calcio ma sopratutto campione di umanità e solidarietà.

“Perché dovrei volere dieci Ferrari, venti orologi di diamanti o due aeroplani? Cosa fanno questi oggetti per me e per il mondo? Preferisco che la mia gente riceva un po’ di quello che la vita ha dato a me”.

Ci sono persone che una volta raggiunto il successo si estraniano da ciò sono, dimenticano il loro passato e, a volte, dimenticano ciò che gli ha resi grandi. Le persone vengono possedute da ciò che possiedono: perdono l’umiltà, cedono allo sfarzo, cadono nel più becero e inutile consumismo e alla fine il loro io originario viene relegato ai margini da un nuovo io, si ricco ma privo di empatia sociale, alieno dal normale vivere.

Non è il caso di Sadio Mané. Mané ha dei validi anticorpi a questo male. Sadio Mané è una grande persona prima di essere un grande calciatore.

Numero dieci del Liverpool campione d’Europa e del Mondo, eletto calciatore africano dell’anno nel 2019 e ha all’attivo 150 goal in 342 presenze con squadre di Club. Sadio Mané, fra i calciatori africani in attività, è sicuramente uno dei più forti e senza dubbio completi: ala dotata di un’ottima velocità, formidabile cambio di passo, innata capacità di saltare l’uomo, oltreché provvisto di un buon senso del goal.

L’essere nato a Bambali, isolato paesino del Senegal di 2mila abitanti situato sulle rive del fiume Casamance a più di 400 chilometri dalla capitale Dakar, non ha sicuramente reso facile il suo sogno di giocare a calcio. A questa difficoltà si aggiunge anche l’avversione della famiglia che non vedeva di buon’occhio o per lo meno non riteneva possibile la realizzazione di questo suo desiderio.

Suo padre è l’Imam della moschea più grande di Bambali e vietava a Sadio di giocare a calcio dato che ciò che auspicava per il figlio era la prosecuzione degli studi. La madre, in accordo con il padre, lo inseguiva ogni volta che lo vedeva destreggiarsi con il pallone, per questo, come ha spiegato in un’intervista, era costretto ad allontanarsi dall’ombra dell’arbre à palabres – il grande albero sotto il quale ci si riunisce socialmente negli ambienti rurali africani – e stare di conseguenza sotto il sole cocente africano: “Era dura – ha raccontato -, perché mi sentivo un po’ solo. Non capivo perché non mi autorizzassero a vivere il mio sogno”.

Poi arrivò il giorno in cui, all’insaputa dei genitori, prese la via di Dakar e inizio a vivere il suo sogno: riuscì a entrare nella prestigiosa Académie Génération Foot di Dakar, scuola calcio affiliata all’ FC Metz. Ed è proprio grazie a questo club militante nel campionato francese che riusci ad arrivare in Europa. Dopo l’esperienza nella città situata nel confine franco-tedesco, Sadio passa prima al Salisburgo, poi al Southampton – esperienze che si riveleranno appaganti dal punto di vista calcistico – e infine approda a Liverpool, città in cui riuscirà a togliersi un bel po di soddisfazioni professionali.

Sadio Mané ora ha un contratto da 10 milioni di sterline all’anno e il suo cartellino ha un valore di 150 milioni. Nonostante l’enorme ricchezza il calciatore senegalese non rientra nel classico stereotipo della persona ricca che fa del bene per farlo sapere e migliorare, conseguentemente, la sua immagine pubblica.

Emblema di questa sua attitudine è un intervista rilasciata al Telegraph nel 2018 in cui spiega ad un giornalista di voler finanziare la costruzione di una scuola per il suo villaggio chiedendo però al cronista di non riferire nulla. Il cronista mantenne la parola data, ma la notizia si diffuse ugualmente un anno dopo attraverso altri canali. Il giornalista a quel punto, sciolto implicitamente dalla promessa fatta al calciatore senegalese, scrisse: “Si legge spesso della modestia di alcuni calciatori di successo e la cosa suona banale o artificiosa, una mossa pensata per le pubbliche relazioni. Ma nell’umiltà di Mané non c’è nulla di falso. Ed è forse per questa ragione che la sua popolarità è cresciuta in modo discreto e non spettacolare”.

Oltre all’edificazione della scuola, Sadio ha finanziato la costruzione di un’ospedale e ha provveduto a fornire un reddito base mensile dell’ammontare di circa 70 euro al mese a un numero imprecisato di beneficiari in una regione molto povera del Senegal per contribuire alla loro economia familiare.

Insomma, Sadio Mané ha fatto tanto per la sua gente e siamo certi che continuerà a farlo, difficilmente, data la sua natura, sapremo cosa farà ma questo, in fondo, non è poi così importante perché “il bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca”. Noi faremo sempre il tifo per Mané e canteremo per lui insieme ai tifosi del Liverpool e del Senegal. Lunga vita a Sadio Mané.

 

 

Sadio Mané, fenomeno sul campo da calcio ma sopratutto campione di umanità e solidarietàultima modifica: 2020-02-08T22:58:59+01:00da eles-1966
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