2 gennaio 1960 – 60 anni fa l’ultima fuga di Fausto Coppi

 

Fausto Coppi

 

 

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2 gennaio 1960 – 60 anni fa l’ultima fuga di Fausto Coppi

 

Fausto Coppi, il Campionissimo detto anche l’Airone, dai polmoni possenti e dal cuore eccezionale, con 34 battiti a riposo ogni minuto, ho letto in un servizio pensato per impressionare e basta il lettore; più intelligentemente “sotto i 40”, ho visto in altro articolo.

Il Campionissimo morì a 40 anni appena compiuti il 2 gennaio 1960. Morì di malaria, per un banale errore di diagnosi.

La storia di Fausto Coppi non è solo e semplicemente ciclismo: certo i numeri e l’elenco delle sue vittorie sarebbero sufficienti ma non bastano a spiegare perchè Fausto Coppi divenne “il Campionissimo” , un mito non solo in Italia ma in tutta Europa che dura ancora oggi.

Oltre alle vittorie non è possibile dimenticare l’acerrima rivalità con Gino Bartali che parrebbe presa da un romanzo: è il 1940, Fausto Coppi è ancora sconosciuto ed inizia a correre come gregario proprio nella squadra di Bartali che è gia un campione affermato.

Tutto sembra già scritto ed invece Coppi ribalta i pronostici e vince il Giro d’Italia davanti ad un Bartali furente… una rivalità che comincia così e che negli anni dividerà l’Italia in due.

Il numero di vittorie, dicevamo, pone poi un altro dubbio. Ma se non ci fosse stata la guerra (5 anni praticamente fermo, nel fiore degli anni) o se Coppi non avesse sofferto la serie di incredibili infortuni patiti fino a che punto sarebbe arrivato? Quanto avrebbe vinto?

Perchè il Campionissimo, quando vinceva, lo faceva spesso in modo spettacolare . Basti ricordare la celebre frase di Mario Ferretti “Un uomo solo è al comando della corsa, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi”.

Ma vogliamo ricordare un altro commento, meno famoso ma forse ancora più emblematico: Milano-Sanremo del 1946 e Nicolò Carosio è il radiocronista. Fausto Coppi arriva al traguardo con 14 minuti di vantaggio sul secondo ed il commento di Carosio alla radio è: “Primo Fausto Coppi… e in attesa degli altri concorrenti trasmettiamo musica da ballo”

Poi c’è la vita privata. Fausto Coppi si sposa il 22 novembre 1945 con Bruna Ciampolini e da questa unione nasce la figlia Marina l’11 novembre 1947 .
Nel 1953 questa “normalità” termina bruscamente: Fausto conosce Giulia Occhini, colei che per la stampa diventerà ben presto “la dama bianca” e per lei lascia la famiglia .

Per l’Italia degli anni cinquanta è un fatto inaudito e di portata eccezionale, specialmente perchè compiuto da una celebrità quale è Coppi. Ancora una volta il nome del Campionissimo appare su tutti i giornali ma non più per le imprese sportive.

Ci sarà un processo con una condanna sia per Fausto Coppi che per Giulia Occhini che dovranno espatriare, prima in Messico per sposarsi e poi in Argentina per dare alla luce il loro figlio Angelo Fausto (detto Faustino) in modo che possa prendere il cognome del padre.

Infine c’e’ la morte a soli 40 anni. Fausto Coppi con altri amici ciclisti fra cui Raphael Géminiani vanno in Africa nell’attuale Burkina Faso per partecipare ad una corsa e poi ad una battuta di caccia.

Tornati a casa sia Coppi che Geminiani cadono gravemente ammalati ma al corridore francese viene correttamente diagnosticata la malaria mentre a Coppi i medici diagnosticano una forte influenze e per tale patologia lo curano.

Purtroppo la diagnosi è sbagliata e di conseguenza anche le cure.

Fausto Coppi muore a Tortona il 2 Gennaio 1960.

Nella figura di Fausto Coppi si riassumono alla fine il grande campione, l’uomo bersagliato dalla sfortuna con i tanti infortuni, una vita sentimentale sofferta ed una morte precoce che dire sfortunata è poco.
Ce ne sarebbe a sufficienza se fosse stato un personaggio di fantasia nato dalla penna di uno scrittore ma essendo una persona reale abbiamo il mito e la leggenda del Campionissimo per molti appassionati che non lo vogliono scordare.

Forse solo Marco Pantani si è avvicinato a Fausto Coppi sia come campione sia come personaggio sofferto.

 

Qualcuno ha scritto: “…Coppi era il mito, la leggenda. Coppi era l’Italia, la storia dell’Italia, prima e dopo la guerra, cioè la miseria, la rinascita, la ricostruzione. Coppi era sogni e rivincite. Coppi era la parola d’ordine come codice di un’appartenenza. Coppi era una colonna sonora muta, ma che ognuno aveva riempito di esclamativi, esortazioni, soddisfazioni. Coppi – come spiegavano, senza spiegare, corridori e giornalisti folgorati dalle sue imprese – era Coppi”.

 

 

 

 

2 gennaio 1960 – 60 anni fa l’ultima fuga di Fausto Coppiultima modifica: 2020-01-01T12:41:59+01:00da eles-1966
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