Venezia, acqua alta record. 187 centimetri, seconda solo ai 194 centimetri del 1966. Danni incalcolabili… Ma non avevamo speso 5,5 miliardi per il MOSE? – Non pensateci, il suo obiettivo primario il MOSE lo ha raggiunto: far mangiare tutti gli sciacalli che ci giravano intorno!

 

Venezia

 

 

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Venezia, acqua alta record. 187 centimetri, seconda solo ai 194 centimetri del 1966. Danni incalcolabili… Ma non avevamo speso 5,5 miliardi per il MOSE? – Non pensateci, il suo obiettivo primario il MOSE lo ha raggiunto: far mangiare tutti gli sciacalli che ci giravano intorno!

VENEZIA. Un disastro con danni incalcolabili. Sono queste le parole pronunciate dal sindaco Luigi Brugnaro. La città messa in ginocchio da un’acqua alta da record di 187 centimetri, seconda soltanto ai 194 centimetri raggiunti con l’alluvione del 1966.

Scusate, ma non abbiamo speso 5,5 miliardi per il MOSE?

Per rinfrescarVi la memoria riportiamo quanto già avevamo scritto tempo fa

 

Venezia dice addio al suo MOSE, sta affondando – La storia di un fallimento costato 5,5 miliardi – Ma state sereni, il suo obiettivo primario lo ha raggiunto: far mangiare tutti gli sciacalli che ci giravano intorno!

Dopo scandali ed extracosti, il sistema antimarea andrà rottamato? Verifiche e perizie mostrano che molte paratie mobili sono intaccate dalle corrosione e da mitili. E le loro cerniere rischiano di spaccarsi

I cassoni subacquei sono intaccati dalla corrosione, da muffe, e dall’azione (davvero non si poteva prevedere?) dei peoci, le umili cozze. Le paratoie già posate in mare non si alzano per problemi tecnici. Quelle ancora da montare, lasciate a terra, si stanno arrugginendo per la salsedine nonostante le vernici speciali; chissà che accadrà quando saranno posate sul fondale. La storia del MOSE (la sigla sta per Modulo Sperimentale Elettromeccanico), il sistema di paratoie mobili concepite nel lontano 1981 per proteggere in modo sicuro Venezia e il suo inestimabile patrimonio artistico dalle alte maree che invadono la Laguna provenienti dall’Adriatico, è davvero un’antologia degli orrori. Invece di costare 1,6 miliardi di euro, ne è già costato 5,5; invece di entrare in funzione nel 2011, se tutto va bene partirà all’inizio del 2022 (salvo imprevisti… e questa non è una battuta).

Tutta l’opera è stata segnata da gravissimi episodi di corruzione, sanzionati in un processo che si è che ha rivelato un turbinoso giro di mazzette per coprire lavori e opere mal progettati e peggio realizzati. (Recente è la notizia di un sequestro di 12,3 milioni di euro riguardante il reinvestimento all’estero delle tangenti incassate dall’ex presidente del Veneto, Giancarlo Galan).

Ora poi si scopre ora che per completare l’opera e riparare le strutture già rovinate ci vorranno la bellezza di altri 700 milioni, più almeno altri 105 milioni di euro l’anno per garantirne il funzionamento e la manutenzione, soldi che non si sa chi dovrà sborsare. Ma quel che è più paradossale, nonostante un esborso pazzesco, una volta in funzione il sistema di 78 paratie mobili chiuderà la porta alle maree eccezionalmente alte, da 110 centimetri a tre metri. Ma non potrà fare nulla per limitare i danni quando arrivano le «acque medio-alte», quelle tra gli 80 e i 100 centimetri, sempre più ricorrenti.

In realtà, dicono gli esperti, sin dall’inizio si sapeva che questo «gioiello di ingegneria nazionale» era stato pensato per fronteggiare situazioni estreme, come i 194 centimetri della tremenda alluvione del 4 novembre del 1966. Il sistema di paratoie mobili a scomparsa, poste alle cosiddette «bocche di porto» (i varchi che collegano la laguna con il mare aperto attraverso i quali si attua il flusso e riflusso della marea) di Lido, San Nicolò, Malamocco e Chioggia, potrà isolare temporaneamente la laguna di Venezia dal mare Adriatico, innalzandosi nel giro di cinque ore.

Ma nella zona di Piazza San Marco basta una pioggia un po’ intensa per allagare tutto.

A suo tempo, il Consorzio Venezia Nuova, l’organismo – oggi commissariato – che gestisce la realizzazione del MOSE, aveva proposto una costosissima operazione di isolamento completo di Piazza San Marco e della Basilica, con la posa di un’enorme guaina. Ma a breve la piazza sarà messa al sicuro fino a 110 centimetri di acqua alta con un intervento che costa solo 2 milioni di euro. Tra cui speciali «tappi» di gomma e metallo nella Basilica per bloccare l’entrata della marea dal sottosuolo, e l’innalzamento dei masselli della piazza.

Insomma, non sempre il gigantismo paga. E quel che è peggio è che secondo una perizia commissionata dal Provveditorato alle Opere Pubbliche di Venezia, braccio operativo del Ministero delle Infrastrutture, il MOSE rischia cedimenti strutturali per la corrosione elettrochimica dell’ambiente marino e per l’uso di acciaio diverso da quelli dei test. Le cerniere che collegano le paratoie mobili alla base in cemento – ce ne sono 156, ognuna pesa 36 tonnellate, un appalto da 250 milioni affidato senza gara al gruppo Mantovani – sono ad altissimo rischio (probabilità dal 66 al 99 per cento) di essere già inutilizzabili.

Un controllo ha mostrato che le cerniere del MOSE di Treporti, sott’acqua da tre anni e mezzo, presentano già uno stato avanzato di corrosione. Nelle prove di questi mesi si sono viste paratoie che non si alzano, altre che non rientrano nella sede per i detriti accumulati, Problemi alle tubazioni, un cassone esploso nel fondale di Chioggia. Una nave speciale (costata 52 milioni) per trasportare le paratoie in manutenzione al rimessaggio in Arsenale ha ceduto al primo tentativo di sollevare una delle barriere. Infine, uno studio del Cnr, che ha aggiornato la mappa del fondale della Laguna, oltre a scoprire nei fondali copertoni, elettrodomestici, relitti di barche, persino containers, avverte che le strutture già posate del MOSE hanno generato una preoccupante erosione dei fondali. Le opere pubbliche, specie quelle mirate a difendere il nostro territorio (a maggior ragione dal rischio climatico) sono fondamentali.

Ma il MOSE è il simbolo di quel che non si deve fare.

Però non disperate. Il suo obiettivo primario il MOSE lo ha raggiunto: far mangiare tutti gli sciacalli che ci giravano intorno…!

In proposito Vi invitiamo a leggere:

Mose, con le tangenti di Galan appartamenti di lusso a Dubai. Sequestrati 12,3 milioni di euro – Il Mose è un fallimento, costato 5,5 miliardi di euro, non funziona e probabilmente non funzionerà MAI – Ma state sereni, il suo obiettivo lo ha raggiunto: far mangiare tutti gli sciacalli che ci giravano intorno!

Non solo inutile – Oltre a essere servito solo a distribuire mazzette e tangenti, il Mose potrebbe distruggere l’ecosistema lagunare di Venezia

 

Venezia, acqua alta record. 187 centimetri, seconda solo ai 194 centimetri del 1966. Danni incalcolabili… Ma non avevamo speso 5,5 miliardi per il MOSE? – Non pensateci, il suo obiettivo primario il MOSE lo ha raggiunto: far mangiare tutti gli sciacalli che ci giravano intorno!ultima modifica: 2019-11-13T21:40:33+01:00da eles-1966
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