Amarcord – Alfonsina Strada, il diavolo in gonnella. La donna che osò sfidare Girardengo…

 

Alfonsina Strada

 

 

 

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Amarcord – Alfonsina Strada, il diavolo in gonnella. La donna che osò sfidare Girardengo…

 

Alfonsa Rosa Maria Morini nacque a Castelfranco Emilia il 16 marzo del 1891. Alfonsa era la seconda dei dieci figli di Carlo Morini e Virginia Marchesini, coppia di braccianti che lavoravano nelle campagne emiliane. Carlo, trentunenne alla nascita di Alfonsa, lavorava a Castelfranco Emilia da circa tre anni mentre la madre, di dieci anni più giovane del marito, era originaria di Riolo.

I genitori di Alfonsa erano analfabeti e nonostante l’indigenza, l’ambiente insalubre e le malattie che si propagavano per la pianura padana alla fine del XIX secolo, decisero di allevare anche i bimbi abbandonanti provenienti dagli orfanotrofi del vicinato. In cambio della loro attività, ricevettero un sussidio economico utile a mantenere tutti i bambini. Dopo la nascita del terzo figlio, 1895, Carlo e Virginia decisero di trasferirsi rinunciando ai bimbi affidati loro. La loro nuova vita iniziò a Castenaso, nei pressi di Bologna. In quel luogo videro la luce i successivi sette figli della famiglia Morini.

Il 1901 fu l’anno della svolta per la piccola Alfonsa, nel frattempo soprannominata Alfonsina. Il padre entrò in possesso di una bicicletta al limite della rottamazione, ma ancora funzionante. Alfonsina imparò immediatamente a pedalare su quell’arnese non funzionante.

La bicicletta divenne una passione e, come ci ricordava Fabrizio De André, la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie. In breve tempo divenne una protagonista delle scarse strade di Castenaso. All’età di quattordici anni trovò il modo di partecipare alle prime competizioni agonistiche, mentendo ai propri genitori ai quali diceva che si recava alla messa domenicale.

Quando sua madre scoprì la partecipazione di Alfonsina alle competizioni disse alla figlia che per continuare a correre avrebbe dovuto sposarsi ed andare via, lontano dalla casa nella quale stava crescendo.

All’età di quattordici anni, nel 1905, sposò un meccanico di Milano, Luigi Strada, con il quale si trasferì nella città meneghina. Suo marito divenne il primo sostenitore della giovane Alfonsina e, come si direbbe oggi, ricoprì il ruolo di manager.

Nel 1907, l’allora sedicenne Alfonsina, andò a Torino poiché nel capoluogo piemontese le donne su due ruote non destavano scandalo. In Piemonte iniziò a gareggiare seriamente, battendo la famosa Giuseppina Carignano, aggiudicandosi così il titolo di miglio ciclista italiana. Nello stesso periodo conobbe Carlo Messori che la convinse ad andare a San Pietroburgo, in Russia. Durante il breve periodo russo ottenne un importante riconoscimento dallo Zar Nicola II.

Nel 1911, a Moncalieri, stabilì il record mondiale di velocità femminile superando quello stabilito, otto anni prima, dalla ciclista francese Louise Roger. Quest’impresa spalancò le porte del ciclismo su pista alla giovane Alfonsina che negli anni seguenti ottenne numerosi successi in Francia, vedendo incrementare notevolmente la propria popolarità.

Nel 1917 si presentò alla redazione della Gazzetta per chiedere l’iscrizione al Giro di Lombardia, che fu accettata. Il 4 novembre dello stesso anno prese il via insieme agli altri 43 ciclisti in gara, tra cui il campionissimo Costante Girardengo. La ragazza chiuse ad un’ora e mezza dal vincitore, il belga Thys, scortata da due ciclisti, Sigbaldi e Augé. Anche l’anno seguente, il 1918, si presentò alla partenza del Giro di Lombardia, che chiuderà ventunesima a circa 23 minuti dal vincitore.

L’obiettivo dichiarato di Alfonsina divenne quello di partecipare al Giro d’Italia.

Riuscì anche in questo.

Nel 1924, tra mille polemiche, l’amministratore della Gazzetta dello Sport consentì ad Alfonsina di partecipare al Giro d’Italia. I ciclisti, pensando che fosse una pagliacciata, opposero una strenua resistenza, ma alla fine la ragazza, sotto il nome di Alfonsin Strada di Milano, apparve nelle liste di partenza. La Gazzetta dello Sport tenne nascosto sino al giorno della prima tappa la vera identità di Alfonsina.

Purtroppo giunse fuori tempo massimo durante la tappa L’Aquila-Perugia. Dopo un acceso dibattito, gli organizzatori optarono per la partecipazione alle tappe rimanenti della ragazza, ma i suoi tempi non sarebbero stati conteggiati ai fini della classifica.

Dei 90 ciclisti partiti da Milano, solamente in 30 completarono la corsa a tappe e tra essi Alfonsina Morini Strada.

Il maschilismo, radicalmente diffuso, impedì alla ragazza di prendere parte alla competizione negli anni successivi.

Incurante di questi comportamenti, Alfonsina continuò a gareggiare ottenendo grandissime soddisfazioni e vincendo ben 36 corse.

Il 13 settembre del 1959, in una banale domenica di fine estate, Alfonsina Morini Strada morì all’età di 68 anni a bordo di una macchina che sfrecciava per le strade di Milano.

Un doveroso ricordo per la donna che osò sfidare Girardengo e gli altri campioni del periodo a cavallo della prima guerra mondiale.

Amarcord – Alfonsina Strada, il diavolo in gonnella. La donna che osò sfidare Girardengo…ultima modifica: 2019-09-22T20:10:55+02:00da eles-1966
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