22 settembre 1994 – 25 anni fa usciva nelle sale Italiane “Il Postino” – La storia dell’ultimo capolavoro dell’indimenticabile Massimo Troisi

 

Il Postino

 

 

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22 settembre 1994 – 25 anni fa usciva nelle sale Italiane “Il Postino” – La storia dell’ultimo capolavoro dell’indimenticabile Massimo Troisi

Venticinque anni fa ci lasciava Massimo Troisi, uno dei partenopei più amati di tutti i tempi. Un’artista ricordato per le sue battute, la sua timidezza di perla e per quell’aria da “Antinapoletano” malinconico che tanto affascinava.

Tra i tanti film che recano la sua firma, uno dei più belli e commoventi è senza dubbio Il Postino.  Un’opera che quest’anno festeggia i 25 anni e che rappresenta un po’ il testamento spirituale dell’artista di San Giorgio A Cremano. Tutto il mondo applaudì questo capolavoro, che per poco non premiò Troisi con il Premio Oscar per il miglior attore protagonista. 

La vicenda è ambientata nel 1952 e narra dell’amicizia nata tra il postino Mario (Massimo Troisi) e il poeta Pablo Neruda (Philippe Noiret). Quest’ultimo che si trovava a scontare l’esilio sull’Isola di Procida, per motivi politici. Una confidenza sorta per sbaglio, la quale porterà i due protagonisti (tanto diversi fra loro, ma accomunati dalla passione per la poesia) a conoscersi meglio e a superare diverse vicissitudini. Tra questi ultimi, come non ricordare l’aiuto che Pablo dà al postino nel conquistare la sua amata, la giovane e bella Beatrice (Maria Grazia Cucinotta).

Sin dall’inizio delle riprese, Troisi avvertiva i sintomi della malattia che lo avrebbe stroncato di lì a poco. Fu uno sforzo non da poco per l’attore, il quale dovette rinunciare a girare alcune scene. Una vera e propria controfigura dovette infatti sostituirlo nelle scene in cui, salendo per le colline isolane, muovendosi usando la bici da postino. Ciò però rende ancora più commovente il racconto, se si pensa alla gioia di vivere e di fare il mestiere propria dell’uomo Troisi. 

Il film riscosse da subito il successo di critica e di pubblico. Con il guadagno di oltre 80 milioni di dollari, è ancora oggi il film italiano che ha incassato di più al botteghino. Il film conquistò ben 5 candidature all’Oscar nel 1996, anche se alla fine la statuetta arrivò solo per la colonna sonora. Quest’ultima fu composta da Luis Bacalov ed è ancora oggi una delle più apprezzate della storia del cinema.

 

I protagonisti del film

  • Mario Ruoppolo: è un umile pescatore che diventa il postino del famoso poeta Pablo Neruda. È un uomo povero e semplice, di sentimenti genuini, ma desideroso di elevarsi dalla mediocrità della vita. Dopo qualche tempo stringe amicizia con il poeta e si innamora di Beatrice, che conquisterà declamandole poesie del suo amico Neruda.
  • Pablo Neruda: esistito realmente, è un famoso poeta comunista cileno che sceglie l’Italia per trascorrere l’esilio; qui conosce Mario Ruoppolo, instaurando con lui un rapporto commovente che mette in luce, al di là dei diversissimi livelli di cultura, la loro sostanziale affinità di Weltanschauung.
  • Beatrice: è la ragazza di cui è innamorato Mario, è una donna bellissima, semplice e servizievole, che lavora nella locanda del paese con la zia. Si sposerà con Mario e da lui avrà un figlio che chiamerà Pablito in onore di Neruda.
  • La zia di Beatrice: è la proprietaria dell’osteria e non vede di buon occhio Mario, perciò è contraria al fidanzamento dei due innamorati. Come can che abbaia, non morde, e acconsentirà ben presto al matrimonio della nipote rivelando una sostanziale bontà di cuore.
  • Giorgio Serafini: è l’unico impiegato dell’ufficio postale di Salina. Grande ammiratore di Neruda, di cui condivide la fede politica, pur essendo una persona molto semplice, essendo un po’ più istruito degli altri isolani, cerca di darsi un tono. Nel complesso è un uomo di cuore e diventa presto amico e confidente di Mario.

 

Come per la maggior parte dei film di Troisi, il film fu un successo di critica. Persino attori del calibro di Sean Connery e Roberto Benigni hanno giudicato il film come uno dei migliori del genere, sia italiani che europei.

«Fu amore a prima vista. Stavamo sempre insieme. Vedendolo nel Postino ho pianto. Era come un volo senza ali, il suo corpo smagrito fluttuava sopra lo schermo, magicamente» (Roberto Benigni)

 

«Massimo aveva l’anima sul volto. Il film Capitan Fracassa mi fece conoscere Massimo, lo vidi e subito mi piacque. Poi arrivò Il Postino, dandomi la possibilità di lavorare insieme a lui, in un’esperienza unica. Penso che in tutta la storia del cinema, non ci sia nessun film simile. I ricordi che ho di Massimo sul set sono ricordi felici, l’aria che si respirava, considerando la difficoltà che Massimo aveva nel girare, data la sua malattia, era comunque un’atmosfera rilassata e mai triste. Una cosa che mi faceva sorridere era la sua maniera di parlare, io recitavo in francese, lui né in italiano né in napoletano; recitava come solo lui sapeva fare. La nostra giornata sul set era organizzata in maniera tale da rendere meno faticoso il lavoro a Massimo, la mattina giravamo per poche ore per non farlo stancare» (Philippe Noiret al Premio Massimo Troisi)

 

 

 

 

 

22 settembre 1994 – 25 anni fa usciva nelle sale Italiane “Il Postino” – La storia dell’ultimo capolavoro dell’indimenticabile Massimo Troisiultima modifica: 2019-09-22T11:58:30+02:00da eles-1966
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