16 settembre 1973 – Victor Jara, la voce libera cilena uccisa da Pinochet cinque giorni dopo il golpe

 

Victor Jara

 

 

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16 settembre 1973 – Victor Jara, la voce libera cilena uccisa da Pinochet cinque giorni dopo il golpe

 

Ne hanno cantato il suo sacrificio gli U2 nella loro canzone One Tree Hill, tratta dall’album The Joshua Tree. Il suo nome era Victor Jara, una delle voci più pure e sincere del Cile degli Anni Sessanta e Settanta, quello stesso Cile sprofondato per oltre quindici anni nella dittatura dei militari del Generale Augusto Pinochet, e di cui Victor fu una delle tante, troppe, vittime innocenti. E soltanto dopo quarant’anni dalla sua morte, avvenuta appena cinque giorni dopo il gole del 1973, il 16 settembre, si è potuto celebrare un processo ai responsabili del suo rapimento e assassinio, grazie all’ostinazione della sua anziana moglie, Joan Turner. Pedro Pablo Barrientos Nunez, all’epoca dei fatti giovane ufficiale cileno, è stato riconosciuto come l’esecutore della sentenza di morte nei confronti di Victor Jara, torturato e finito con un colpo di pistola alla testa all’interno dello stadio di Santiago, all’epoca dei fatti trasformato in campo di concentramento per dissidenti politici o presunti tali.

Aveva quarantun’anni quando venne ucciso. Nato a San Ignacio, nel 1932, la passione per la musica gli viene trasmessa dalla madre, Amanda, voce del folclore cileno. Cresciuto in una famiglia povera, costretta più volte a cambiare città per poter tirare avanti, la scomparsa prematura della madre nel 1947, quando aveva appena quindici anni, pone davanti al giovane Jara la consapevolezza di dover lavorare duramente. Al liceo da grande prova di sé, non rinunciando alla sua grande passione: la musica. Trasferitosi a Santiago, la frequentazione di oratori e parrocchie lo avvicina sempre più a quella che diventerà la sua futura professione. Passano gli anni e, assieme alla musica e ai canti, scopre anche l’amore per il teatro, recitando e dirigendo egli stesso numerose rappresentazioni. Nel frattempo, diventa un importante militante del Partito Comunista Cileno: le sue stesse canzoni diventano presto un manifesto per la lotta di classe, la difesa dei più deboli, una denuncia contro ogni dittatura e ogni fascismo.

Membro della Nueva Cancion Cilena, un movimento culturale e musicale improntato alla riscoperta del folclore popolare, l’11 settembre 1973, giorno del golpe dei generali agli ordini di Pinochet, lo sorprende all’università, dove nel frattempo ha anche insegnato recitazione. Tratto in arresto, il suo destino è simile a quello degli altri desaparecidos cileni: condotto, dopo essere stato rapito, all’interno dello stadio di Santiago del Cile, il corpo senza vita del cantante-militante venne rinvenuto per strada, con evidenti segni di tortura su tutto il corpo, raggiunto da oltre quaranta colpi d’arma da fuoco e finito con un colpo alla testa. Proprio durante il processo celebrato nel 2016, la moglie di Victor così ricordò il ritrovamento del suo corpo: “Ho trovato il corpo di Víctor in una fila di una settantina di cadaveri. La maggior parte erano giovani e tutti mostravano segni di violenze e di ferite da proiettile. Quello di Víctor era il più contorto. Aveva i pantaloni attorcigliati alle caviglie, la camicia rimboccata, le mutande ridotte a strisce dalle coltellate, il petto nudo pieno di piccoli fori, con un’enorme ferita, una cavità, sul lato destro dell’addome, sul fianco. Le mani pendevano con una strana angolatura e distorte; la testa era piena di sangue e di ematomi. Aveva un’espressione di enorme forza, di sfida, gli occhi aperti”.

 

Victor Jara – Manifiesto

Manifiesto venne scritta nel 1973, poco tempo prima del violento colpo di stato militare che portò il generale Pinochet al controllo del Cile. É probabile che l’autore presumesse l’avvicinarsi dei tragici eventi che avrebbero portato alla sua morte. Per questo motivo scrisse una sorta di testamento, una canzone-manifesto che spiegasse per chi cantava e perchè lo faceva.

Jara non riuscì mai a pubblicare quest’opera, che è giunta fino a noi solo grazie all’intervento della moglie. Questa, avendo nazionalità britannica, riuscì a portare segretamente all’ambasciata i nastri di diverse canzoni inedite di Jara, registrate prima della sua barbara uccisione.

 

Manifiesto – Testo e traduzione

 

Yo no canto por cantar
ni por tener buena voz,
canto porque la guitarra
tiene sentido y razón.

Tiene corazón de tierra
y alas de palomita,
es como el agua bendita
santigua glorias y penas.

Aquí se encajó mi canto
como dijera Violeta
guitarra trabajadora
con olor a primavera.

Que no es guitarra de ricos
ni cosa que se parezca
mi canto es de los andamios
para alcanzar las estrellas,

que el canto tiene sentido
cuando palpita en las venas
del que morirá cantando
las verdades verdaderas,

no las lisonjas fugaces
ni las famas extranjeras
sino el canto de una lonja
hasta el fondo de la tierra.

Ahí donde llega todo
y donde todo comienza
canto que ha sido valiente
siempre será canción nueva.

 

……..

 

Manifesto

Non canto per amore del canto
o perchè ho una bella voce,
canto perchè la chitarra
ha insieme sentimento e ragione

Ha cuore di terra
e ali di colomba
è come acqua santa
che benedice gioia e dolore

Il mio canto ha trovato uno scopo
come diceva Violeta
chitarra operosa
con un profumo di primavera

La mia chitarra non è per i ricchi
no, proprio per niente
la mia chitarra canta della scala
che costruiamo per giungere alle stelle

Perchè una canzone ha senso
quando pulsa nelle vene
di un uomo che morirà cantando
sinceramente cantando la stessa canzone

La mia canzone non è per raccogliere premi
né per ottenere fama internazionale
è per questo paese stretto
proprio giù in fondo alla terra

Là, dove tutto giunge alla fine
e dove tutto comincia
una canzone che sia stata coraggiosa
sarà per sempre nuova.

16 settembre 1973 – Victor Jara, la voce libera cilena uccisa da Pinochet cinque giorni dopo il golpeultima modifica: 2019-09-15T11:00:59+02:00da eles-1966
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