11 settembre 1973 – “Sono certo che il mio sacrificio non sará vano” … l’ultimo discorso di Salvador Allende prima che gli americani assassinassero Lui e la Democrazia…!

 

Salvador Allende

 

 

 

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11 settembre 1973 – “Sono certo che il mio sacrificio non sará vano” … l’ultimo discorso di Salvador Allende prima che gli americani assassinassero Lui e la Democrazia…!

L’11 settembre 1973 moriva Salvador Allende. E con lui, un esperimento politico senza precedenti, ovvero quello di un governo con forti componenti marxiste democraticamente eletto. Negli anni successivi il Cile, sotto la dittatura di Pinochet, conoscerà una sanguinaria repressione che porterà alla morte di migliaia di oppositori politici.
L’ultimo discorso Allende lo terrà dalla Moneda, il palazzo presidenziale. Sebbene perfettamente cosciente che il colpo di stato sarebbe andato a buon fine, visto il vigliacco tradimento di larga parte delle forze armate, il presidente continuò a dare indicazioni ai suoi sostenitori fino all’ultimo e a legittimare con la sua coraggiosa azione la futura resistenza cilena.
Elmetto in testa, fucile mitragliatore in mano, parlò per l’ultima volta alla nazione, concludendo con queste ultime parole un discorso che rimarrà per sempre nella memoria collettiva.
“Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più. Non importa. Continuerete a sentirla. Starò sempre insieme a voi.
Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria.
Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi.
Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.
Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino.
Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore.
Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!
Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento.”

Finito il discorso Allende armerà i suoi più fidati amici, gli uomini della scorta e il personale del palazzo che gli era rimasto accanto nel momento più buio. Tra loro anche lo scrittore Sepulveda. Si asserragliarono nella Moneda, e quella sicuramente fu la prima volta in cui Allende usò un arma. Bombardati dall’aviazione dei golpisti, e impossibilitati a resistere, tutti gli uomini vennero poi congedati dal presidente, che rimase solo ad attendere la fine. Che si sia suicidato, come vogliono le versioni più accreditate, o che sia morto combattendo contro i golpisti, come racconta Gabriel Garcìa Marquez, poco importa. Morì tenendo fede ai suoi principi e alle sue parole.

“È possibile che ci annientino – aveva detto- ma il domani apparterrà al popolo, apparterrà ai lavoratori. L’umanità avanza verso la conquista di una vita migliore.”

Cannibali e Re
Cronache Ribelli

 

Il testo integrale del discorso di Allende.

Amici miei,
Sicuramente questa sarà l’ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi.
La Forza Aerea ha bombardato le antenne di Radio Portales e Radio Corporación.
Le mie parole non contengono amarezza bensì disinganno.
Che siano esse un castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l’ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell’Armata, oltre al signor Mendoza, vile generale che solo ieri manifestava fedeltà e lealtà al Governo, e che si è anche autonominato Direttore Generale dei carabinieri.
Di fronte a questi fatti non mi resta che dire ai lavoratori: Non rinuncerò!
Trovandomi in questa tappa della storia, pagherò con la vita la lealtà al popolo.
E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente.
Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza.
La storia è nostra e la fanno i popoli.
Lavoratori della mia Patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete sempre avuto, per la fiducia che avete sempre riservato ad un uomo che fu solo interprete di un grande desiderio di giustizia, che giurò di rispettare la Costituzione e la Legge, e cosi fece.
In questo momento conclusivo, l’ultimo in cui posso rivolgermi a voi, voglio che traiate insegnamento dalla lezione: il capitale straniero, l’imperialismo, uniti alla reazione, crearono il clima affinché le Forze Armate rompessero la tradizione, quella che gli insegnò il generale Schneider e riaffermò il comandante Ayala, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà aspettando, con aiuto straniero, di riconquistare il potere per continuare a difendere i suoi profitti e i ssuoi privilegi.
Mi rivolgo a voi, soprattutto alla modesta donna della nostra terra, alla contadina che credette in noi, alla madre che seppe della nostra preoccupazione per i bambini.
Mi rivolgo ai professionisti della Patria, ai professionisti patrioti che continuarono a lavorare contro la sedizione auspicata dalle associazioni di professionisti, dalle associazioni classiste che difesero anche i vantaggi di una società capitalista.
Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che cantarono e si abbandonarono all’allegria e allo spirito di lotta.
Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo; negli attentati terroristi, facendo saltare i ponti, tagliando le linee ferroviarie, distruggendo gli oleodotti e i gasdotti, nel silenzio di coloro che avevano l’obbligo di procedere.
Erano d’accordo.
La storia li giudicherà.
Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più.
Non importa.
Continuerete a sentirla.
Starò sempre insieme a voi.
Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria.
Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi.
Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.
Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino.
Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi.
Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore.
Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!
Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento.

 

 

 

11 settembre 1973 – “Sono certo che il mio sacrificio non sará vano” … l’ultimo discorso di Salvador Allende prima che gli americani assassinassero Lui e la Democrazia…!ultima modifica: 2019-09-10T20:48:44+02:00da eles-1966
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