Aiutiamoli a casa loro? Lo abbiamo già fatto, ma i risultati non sono stati un granché… è per questo che oggi esistono i “profughi”…!

 

Aiutiamoli a casa loro

 

 

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Aiutiamoli a casa loro? Lo abbiamo già fatto, ma i risultati non sono stati un granché… è per questo che oggi esistono i “profughi”…!

 

Li abbiamo già aiutati a casa loro

Sapete da cosa deriva la parola “profugo”? Dal latino profugĕre, cercare scampo. E vi siete mai chiesti da dove generalmente provenga questa gente? Quasi sempre da ex colonie italiane: Somalia, Etiopia, Eritrea. Sì, perché se c’è stato qualcuno, nella storia, che voleva a tutti i costi dare agli africani la cittadinanza italiana è stato Mussolini, mica la Boldrini. Difatti il testo di una delle più note canzoni del ventennio recita:

“Faccetta nera,
sarai romana.
La tua bandiera
sarà sol quella italiana!
Noi marceremo
insieme a te
e sfileremo
avanti al Duce e avanti al Re!”

L’Eritrea adesso ha un PIL pro capite inferiore ai 500 dollari, l’Italia di 35.000. Un bambino eritreo, alla nascita, ha un’aspettativa di vita sotto i 60 anni, un bambino somalo non arriverà a compierne 50, un bambino italiano 83. Il tasso di alfabetizzazione in Etiopia è del 40%, in Italia del 99,2%, che poi molti non capiscano una sega di ciò che leggono è un altro discorso. Per darvi un’idea del genocidio africano di cui l’Italia coloniale e fascista è responsabile, le perdite etiopi nel 1935 e 1936 furono 760.000. Detto così però non rende bene l’idea. Facciamo così: immaginate che Bologna e Firenze scompaiano.
Lo scopo dei fascisti era quello di migliorare le condizioni dei quartieri per gli italiani e di confinare gli eritrei nella zona industriale, costringendoli a vendere (o meglio a svendere) la propria terra e ad andarsene. La segregazione razziale prosegui per anni, il paese ne uscì distrutto, gli italiani seminarono il terrore attraverso migrazioni forzate di migliaia di persone che morivano di fame e di sete o per esecuzioni sommarie, istituirono campi di prigionia, ce n’erano 16 in Libia, uno in Eritrea e uno in Somalia: distruggevano le loro abitazioni, poi li impiccavano, li fucilavano e li accatastavano in fosse comuni. Adesso, in questi paesi martoriati dalle guerre imperialiste e poi da quelle indipendentiste, ogni bene di prima necessità è in mano al mercato nero dei militari, si addestrano i ragazzini ad uccidere, manca l’acqua, il cibo, le medicine, il latte per i bambini di donne spesso sieropositive. Ora, io non vorrei guastare i lodevoli piani di nessuno, mi limiterò solo a far presente che ci siamo già andati ad aiutarli a casa loro.

 

tratto da: http://www.lodio.it/2018/07/12/li-abbiamo-gia-aiutati-a-casa-loro/?fbclid=IwAR0UdO7xdlVB92zIA9msKzAYvd0P4CgaSFN-j_y-RUCM0lAA2GliiOt4r8M

Aiutiamoli a casa loro? Lo abbiamo già fatto, ma i risultati non sono stati un granché… è per questo che oggi esistono i “profughi”…!ultima modifica: 2019-07-14T20:43:00+02:00da eles-1966
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