Ricordate l’accordo di Caen? La colossale truffa ai danni degli Italiani con la cessione alla Francia di ricchissime porzioni di mare voluta da Renzi e sottoscritta da Gentiloni? Quando l’imbroglio fu scoperto dai media, il trattano non fu più ratificato. Ma ora la Francia torna all’attacco.

accordo di Caen

 

 

 

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Ricordate l’accordo di Caen? La colossale truffa ai danni degli Italiani con la cessione alla Francia di ricchissime porzioni di mare voluta da Renzi e sottoscritta da Gentiloni? Quando l’imbroglio fu scoperto dai media, il trattano non fu più ratificato. Ma ora la Francia torna all’attacco.

Da La Verità:

Il trattato firmato nel 2015 dall’ex premier Paolo Gentiloni non è stato ratificato dal Parlamento ma Parigi prova comunque a prendersi sezioni di acque territoriali a Nord della Sardegna con atti amministrativi unilaterali.

Negli ultimi giorni, complice lo scambio di accuse reciproche tra Palazzo Chigi e l’Eliseo sul tema della gestione dei migranti, i rapporti tra Italia e Francia sono diventati tesissimi. Come se la situazione non fosse già di per sé molto complessa, ecco fare nuovamente capolino una vicenda che nel passato ha suscitato numerose polemiche: quella dei mari contesi tra i due Paesi.

Tutto ha inizio il 21 marzo 2015, quando nella cittadina francese di Caen viene sottoscritto un accordo relativo alla «delimitazione dei mari territoriali e delle zone sotto giurisdizione nazionale tra l’Italia e la Francia». Sei articoli che di fatto regalano ampi trai di mare ai cugini francesi. In fondo al documento c’è la firma di Paolo Gentiloni, all’epoca ministro degli Esteri del governo guidato da Matteo Renzi, e del suo omologo transalpino Laurent Fabius, al tempo capo della diplomazia dell’allora presidente François Hollande.

L’accordo interviene per risolvere la disputa sui confini marittimi, in corso dagli anni Settanta e caratterizzata da continue rivendicazioni di fette di mare da parte dei due Paesi. Come spiega l’ammiraglio Fabio Caffio sul sito analisidifesa.it, «Italia e Francia avevano già intavolato trattative nel 1972 per la delimitazione della piattaforma continentale, ma le avevano poi abbandonate nel 1974 per la difficoltà di raggiungere intese». «Per quanto riguarda la piattaforma continentale» (la porzione di mare antistante alle coste che può essere sfruttata dai singoli stati, ndr), prosegue Caffio, «ognuno dei due Stati dichiarava di aver titolo sino ai limiti consentiti dal diritto internazionale». Successivamente, Roma e Parigi costituiscono in prossimità dei confini contestati e con ai amministrativi unilaterali, rispettivamente, una zona di protezione ecologica (Zpe) e una zona economica esclusiva (Zee). Tentativi di rosicchiare pezzi di mare preziosi in quanto ricchi di pescato e, potenzialmente, anche di materie prime come il petrolio.

L’accordo di Caen, sottoscritto nel silenzio più assoluto dei media e delle istituzioni, sale agli onori delle cronache qualche mese dopo la firma, a gennaio del 2016. Il peschereccio italiano Mina viene infatti posto sotto sequestro dalle autorità transalpine per avere esercitato la pesca del gambero in acque francesi. L’accusa nei confronti dell’imbarcazione è quella di aver varcato i confini stabiliti proprio da quel trattato, che però non risulta mai ratificato dal nostro Parlamento. Una vera e propria querelle diplomatica che ha il merito di riportare alla luce la questione irrisolta delle frontiere marittime contese. Incalzata dalle proteste dei parlamentari, la Farnesina pubblica una nota nella quale precisa che il trattato del 2015 nasce dopo lunghe trattative per «far fronte a un’obiettiva esigenza di regolamentazione anche alla luce delle sopravvenute norme della convezione delle Nazioni Unite sul diritto del mare» ma che, mancando il passaggio della ratifica parlamentare, non risulta ancora in vigore. Trattandosi di un accordo bilaterale, perciò, non è sufficiente infatti il solo via libera dei francesi per considerarlo valido. La vicenda è tornata alla ribalta quando, a marzo di quest’anno, l’ex deputato Mauro Pili (Unidos) ha denunciato l’utilizzo, nell’ambito di una consultazione pubblica per il progetto strategico francese sul Mediterraneo, di cartografie che riportano confini marittimi come se il trattato di Caen fosse valido. Una nuova ondata di proteste costringe la Francia a fare marcia indietro. Il 19 marzo Nicolas Hulot, ministro del Mare transalpino, pubblica una nota nella quale riconosce che le cartografie in rete contengono degli errori, garantendone la correzione. Le mappe vengono sostituite, sembra tuo risolto e invece proprio in questi giorni Pili denuncia un nuovo «trucchetto» da parte dei francesi. «I francesi ci riprovano a fregarsi il mare nostrum», denuncia il politico sardo. «Nel documento finale della consultazione pubblica ricompare la mappa dell’accordo di Caen con lo scippo di porzioni importantissime delle acque internazionali da sempre utilizzate dai pescatori sardi». Un atto che Pili definisce «arrogante e prevaricatorio», che punta a «precostituire un’opzione silenziosa e subdola su importantissime aree di pesca e non solo a nord della Sardegna». Pili, raggiunto dalla Verità, conferma che «visto che la ratifica dell’accordo di Caen è saltata, i francesi stanno provando a prendersi il mare con ai amministrativi unilaterali come quello che riguarda le zone economiche esclusive». Fino a oggi la vicenda, sottolinea l’ex deputato, si è svolta con il «silenzio e la complicità del governo Gentiloni». Motivo per cui ora è necessario che «il governo in carica prenda posizione urgentemente senza perdere tempo e comunicare una volta per tue l’indisponibilità a ratificare l’accordo di Caen». «Quel documento», conclude Pili, «va cestinato senza se e senza ma. Occorre fare formale opposizione al piano strategico di regione marittima francese per evidente manipolazione dei confini e illegale tentativo di acquisire acque internazionali da sempre utilizzate dai pescatori sardi».

Per saperne di più:

L’Ammiraglio Giuseppe De Giorgi ci spiega la colossale truffa ai danni degli Italiani della cessione alla Francia di ricchissime porzioni di mare voluta da Renzi e sottoscritta da Gentiloni, con la complicità dell’omertà dei media…

Quello sporco trattato – accuratamente nascosto dai media – firmato da Gentiloni con cui il Governo Renzi ha REGALATO alla Francia, porzioni del nostro mare, giacimenti di petrolio e miliardi di Euro. Si potrebbe ancora annullare, ma nessuno se ne frega!

 

 

Ricordate l’accordo di Caen? La colossale truffa ai danni degli Italiani con la cessione alla Francia di ricchissime porzioni di mare voluta da Renzi e sottoscritta da Gentiloni? Quando l’imbroglio fu scoperto dai media, il trattano non fu più ratificato. Ma ora la Francia torna all’attacco.ultima modifica: 2019-04-14T20:31:23+02:00da eles-1966
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