Non sappiamo nemmeno più dormire: così si faceva in passato…

dormire

.

seguiteci sulla pagina Facebook: Zapping

.

.

 

Non sappiamo nemmeno più dormire: così si faceva in passato…

 

Non sappiamo nemmeno dormire: così si faceva in passato.

Anche questo è da riscrivere. Non sappiamo dormire, vediamo perchè…

 

Quando pensiamo al dormire, ci immaginiamo una lunga nottata di sonno senza interruzioni. Una lunga giornata di lavoro, le macchine la confusione la gente, e non vediamo l’ora di crollare 10 ore nel letto. E non puoi nemmeno farlo, perchè il giorno dopo si ricomincia!

Ma a quante persone capita di svegliarsi durante la notte? Senza necessariamente dover andare in bagno o a prendersi un bicchiere d’acqua.

  • “bisogna dormire almeno 7-8 ore al giorno!”
  • “i bambini dormono più a lungo, gli anziani di meno!”

Siamo cresciuti con queste frasi, dico bene?
Facciamo un passo indietro, nemmeno troppo lontano, andiamo a leggere questo piccolo estratto di Don Chisciotte(1615)

  • “Don Chisciotte seguiva la natura, ed era soddisfatto dal suo primo sonno, senza avere bisogno del secondo. Per Sancho invece ne bastava uno, che durava dalla sera alla mattina.”

Cambiamo zona, dalla penisola iberica a quella britannica, e vediamo un estratto di una vecchia ballata ingleseOld Robin of Portingalescritta probabilmente nell’epoca delle crociate e contenuta in un testo di Percy Folio del diciottesimo secolo.

  • “E al risveglio dal tuo primo sonno ti dovrai fare una bevanda calda, e al risveglio dal tuo secondo sonno, i tuoi dolori scompariranno”.

 

Restiamo però nel diciassettesimo secolo, l’epoca in cui arriva la magica illuminazione artificiale, perchè con la rivoluzione industriale incombente, bisognava lavorare anche di notte. Ma quanta voglia avevano?
-Parigi 1667
-Amsterdam 1669
-Londra 1684
Una dopo l’altra, le maggiori città si attrezzarono ed alla fine del secolo, più di 50 città europee godevano della luce anche di notte. Niente di spettacolare, i primi lampioni erano con delle candele di cera all’interno, gli andava bene.
Prima di questo periodo, la notte era riservata ai reietti della società, tutto d’un tratto divenne invece una attrattiva.

Cambiarono le abitudini da un secolo all’altro.

Scopriamo qualcosa in più del cambio grazie a Roger Erkich, storico della Virginia Tech, che ha pubblicato qualche anno fa un libro frutto di 16 anni di ricerce sul sonno, At Day’s Close, in cui racconta come il sonno dell’uomo sia stato fondamentalmente bifasico per la maggior parte della sua storia.

Pensate che nel 1829, appunto in 100 anni, i medici imponevano ai genitori di impedire il sonno bifasico ai figli

“Se non c’è nessuna malattia in corso, allora non dovranno riposare più di quanto abbiano fatto durante il primo sonno, che è abitudinario. Se volessero poi nuovamente addormentarsi per il secondo, rimproverateli facendogli capire come sia una disobbedienza.”

Sonno bifasico : cosa si faceva nell’intervallo?

Testi medici del sedicesimo secolo parlavano della pausa tra i due sonni come il momento migliore per concepire”.
C’era chi usciva per visitare i vicini, chi leggeva, chi faceva l’amore.
Sono stati anche ritrovati diversi libri di preghiera specifici per la pausa tra il primo ed il secondo sonno.

Arriviamo ai giorni nostri?

Lo psicologo Wehr nel 1992 realizzò un esperimento “come dormono gli esseri umani con meno luce durante la giornata?” 
Solitamente siamo esposti a 14-16 ore di luce (tra naturale ed artificiale), lui ridusse per un mese la durata : 10 ore di luce al giorno. Cosa successe? Solo cose belle.

La prima notte i volontari hanno dormito 11 ore, e nelle prime settimane dell’esperimento hanno recuperato 17 ore di sonno, praticamente hanno dormito 17 ore in più di quanto avrebbero dormito normalmente durante lo stesso periodo. Ci sono volute tre settimane per trovare un pattern di sonno equilibrato, e quando è arrivato era proprio così :  quasi 9 ore, ma non era propriamente sonno. Wehr lo descrive come “uno stato nuovo, tranquillo, con una endocrinologia propria”

Ogni notte i volontari vivevano uno stato di riposo tranquillo per due ore prima di addormentarsi. Dormivano con un primo sonno di circa 4 ore. Poi si svegliavano dal sonno REM, ed altre due ore di riposo tranquillo, seguite da un altro periodo di quattro ore di sonno e altre due ore di riposo tranquillo prima di alzarsi alle 8 del mattino. Questo modello di sonno diviso, separato dal riposo, è chiamato una distribuzione bimodale del sonno, ed è tipico del sonno di molti mammiferi che vivono in natura, ed è perciò una reminescenza di come era il nostro modo di andare a nanna.
Wehr conclude che “nelle lunghe notti il sonno umano assomiglia a quello di altri mammiferi in misura molto maggiore di quanto sia stato apprezzato. E quando le persone invecchiano, ritornano a questo modello di sonno diviso.”. Il sonno bimodale, punteggiato da un riposo tranquillo, era un modello a cui i nativi americani ritornavano appena ne avevano la possibilità.

Condivido con voi un esperimento realizzato da un semplice essere umano senza titoli, che è rimasto per un mese senza elettricitàLe conclusioni sono le stesse. Il peggior “contro” per lui è stato la rabbia : quella di non poter camminare la sera senza sbattere con qualche mobile e provare molto dolore. Per il resto, migliore qualità del sonno, ed anche lui ha sperimentato questo nuovo stato di riposo tranquillo come sottolineava Wehr. Lettura lunga ma davvero simpatica ed interessante.

Il nostro sonno è bimodale

Queste le parole di Gregg Jacobs, psicologo del sonno

“Per la maggior parte della nostra storia, abbiamo dormito in un certo modo. Svegliarsi durante la notte fa parte della normale fisiologia umana. Oltre il 30% dei problemi medici che i medici si trovano ad affrontare derivano direttamente o indirettamente dal sonno. Ma il sonno è stato ignorato nella formazione medica e ci sono pochissimi centri dove si studia il periodo di veglia tra un sonno e l’altro. Piuttosto che essere costretti a riposare in quei momenti, avrebbero potuto svolgere qualche altra attività capace di regolare poi naturalmente lo stress”

Conclusione?

Siamo ormai abituati a questa luce artificiale, a vivere e produrre di notte. Ricordo da bambino anche per me era naturale svegliarsi durante la notte, semplicemente mi forzavo a dormire di nuovo. Un problema di cui dover parlare? Che si stigmatizza la questione : ti svegli durante la notte? Allora soffri d’insonnia e devi prendere questo e questo. E solo il portare alla luce questo discorso, rischia di portare ulteriore stress che si manifesta poi con insonnia e disturbi vari del sonno.
La cosa bella è che noi lo sappiamo quanto la luce artificiale, che sia quella del computer o della luce, faccia male al nostro orologio biologico, e quindi sia correlata più o meno direttamente all’insorgenza di malattie, giusto per dirne uno, tumori o riduzione della sensibilità insulinica.
Una volta arrivate le luci artificiali, figlie della rivoluzione e della produttività, le reference alla veglia tra i due sonni si sono assottigliate sempre di più, fino a scomparire all’alba del ventesimo secolo.
Non possiamo far tornare indietro il tempo, ma possiamo cambiare le nostre abitudini? Perlomeno, se vi capiterà di svegliarvi in mezzo alla notte, non pensate che per forza abbiate un disturbo del sonno.

 

 

FONTE: http://www.medicinapiccoledosi.it/medicina-integrata/non-sappiamo-nemmeno-dormire-cosi-si-faceva-passato/

Non sappiamo nemmeno più dormire: così si faceva in passato…ultima modifica: 2019-01-05T12:13:50+01:00da eles-1966
Reposta per primo quest’articolo