Talco e tumori, qual è la verità? Le risposte dell’esperto.

 

Talco

 

 

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Talco e tumori, qual è la verità? Le risposte dell’esperto.

 

È un «tormentone» che a volte ritorna, soprattutto in concomitanza dei processi in America contro la multinazionale Johnson & Johnson. La verità spiegata da un esperto.

 

L’ultima sentenza a maggio: negli stati Uniti la multinazionale produttrice di talco Johnson & Johnson è stata condannata a risarcire una donna californiana che si è ammalata di mesotelioma con 25,7 milioni di dollari (22 milioni di euro). D’altro canto diversi ampi studi scientifici non sono riusciti a individuare un legame certo l’utilizzo della polvere di talco e il cancro alle vie respiratorie (come nel caso del mesotelioma) o ai genitali, dove più di frequente si applica la polvere, specie nei bambini. Dove sta la verità? Lo abbiamo chiesto a Giovanni Scambia, presidente della Società italiana di Ginecologia e Ostetricia e direttore del Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna al Policlinico Gemelli di Roma.

 

Intanto una premessa fondamentale: di che prodotto si tratta?
«Il talco è semplicemente un minerale, che contiene principalmente elementi quali magnesio, silicio ed ossigeno – spiega Scambia -. Il prodotto cosmetico di cui stiamo parlando è invece il risultato dell’interazione tra polvere di talco e acido borico aggiunto: alla prima si ascrivono potenzialità assorbenti che riducono l’umidità, mentre al secondo la funzione di lenitivo e antisettico».

 

A che punto è la scienza con le sue risposte?
«Il talco è “indagato” da tempo e l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (lo Iarc di Lione) ha classificato le polveri per il corpo a base di talco come possibili cancerogeni per l’uomo nel 2006 – chiarisce l’esperto -. Possibili (insieme a centinaia di altre sostanze), non probabili e neppure certe. L’ipotesi avanzata dai ricercatori è che la polvere di talco, contenente agenti infiammatori, si diffonda dagli organi genitali esterni a quelli interni femminili (ovaio, endometrio) causando infiammazioni di lunga durata che, a loro volta, stimolano la formazione di un tumore. Nel 2010 poi lo Iarc ha pubblicato una monografia sul rapporto tra talco e tumori ricordando come fino al 1976 i prodotti a base di polvere di talco usati nella cosmesi contenevano un maggior numero di impurità (come ad esempio le fibre di amianto) rispetto a quelli attualmente in commercio, che per legge devono esserne privi. La conclusione a cui giungono gli esperti è che non ci sono sufficienti elementi per dimostrare un rapporto tra l’utilizzo del talco sui genitali femminili e l’insorgere di una qualche forma di cancro».

 

Anche i maschi rischiano?
«Gli uomini sembrano essere esenti da questo problema – dice Scambia -. Finora l’unico caso è quello del 46enne Stephen Lanzo, affetto da mesotelioma, tumore dell’apparato respiratorio. Nel 2016 fece causa a due aziende, ancora una volta verso la casa farmaceutica J&J e verso il suo fornitore Imerys Talc. La casa farmaceutica è stata condannata a pagare un indennizzo di 117 milioni di dollari (95 milioni di euro)».

 

E che c’entra il mesotelioma, che è un tumore che colpisce i polmoni?
«Il problema è legato al fatto che il talco è un minerale che si trova spesso vicino alle miniere di amianto e diversi studi hanno dimostrato che esiste un rischio di contaminazione incrociata durante l’estrazione – chiarisce l’esperto -. In Europa però il talco è molto controllato e la sua tracciabilità è assicurata: dal 1973 tutti i prodotti a base di talco devono per legge essere privi di amianto e ci sono commissioni ad hoc specializzate per il controllo della sicurezza dei componenti dei prodotti cosmetici messi sul mercato».

 

Cosa fare quindi, evitarlo (specie nei bimbi) o usarlo senza problemi?
«Anche se al momento gli studi disponibili non sono completamente risolutivi, la maggioranza dei lavori scientifici non dimostra un aumento di rischio tra le utilizzatrici di talco – conclude l’esperto -. La gran parte degli studi sui quali si è basata la sentenza statunitense non ha potuto dimostrare una relazione di causa-effetto poiché si tratta di studi “caso-controllo”, che hanno una natura retrospettiva. Questa tipologia di studi è condizionata dal fatto che si raccolgono informazioni dopo che la malattia si è già verificata. Una correlazione di questo genere potrebbe essere dimostrata solo da studi più risolutivi come gli studi detti di coorte (di tipo prospettico) che reclutano cioè un ampio gruppo di donne prive di malattia e le seguono per lunghi periodi di tempo, raccogliendo una vasta mole di dati, per cercare di capire che cosa differenzia le donne che a un certo punto sviluppano la neoplasia. Due soli sono gli studi di questo tipo condotti finora, lo studio Women’s Health Initiative e il Nurses’ Health Study ed entrambi hanno dimostrato che non c’è alcun aumento del tasso globale di tumore dell’ovaio tra le donne che fanno uso di talco, indipendentemente dalla frequenza di utilizzo. L’ultimo report sugli agenti cancerogeni del National Toxicology Program americano non include il talco cosmetico nei loro elenchi sottolineando ancora una volta la natura sicura di questa tipologia di prodotti cosmetici».

 

 

fonte: https://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/18_luglio_27/talco-tumori-qual-verita-8907c794-91b0-11e8-9b96-5f20a8a775b7.shtml

Talco e tumori, qual è la verità? Le risposte dell’esperto.ultima modifica: 2018-08-08T19:39:21+02:00da eles-1966
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