Una vergogna tutta Italiana – I progetti dei nostri ricercatori? Si sviluppano all’estero!

 

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Una vergogna tutta Italiana – I progetti dei nostri ricercatori? Si sviluppano all’estero!

 

 

I progetti dei ricercatori italiani? Si sviluppano all’estero

Il nostro sistema di formazione produce ancora giovani studiosi di qualità. Eppure non c’è molto di cui rallegrarsi. Pochissimi lavorano in Italia. Tutti gli altri sono in forza a università e centri di ricerca di altri Paesi

LE ERC Starting Grant sono borse assegnate dallo European Research Council a giovani ricercatori all’inizio della loro carriera per svolgere progetti di ricerca. Sono borse piuttosto sostanziose, fino a 500mila euro, molto ambite. Tanto che su 3170 progetti presentati, ne verranno finanziati soltanto 403, come ha comunicato lo ERC venerdì scorso. Come sempre, i giovani ricercatori italiani hanno ottenuto risultati brillanti. I lavori promossi sono 42, per cui l’Italia, per nazionalità, è seconda soltanto alla Germania (con 73 progetti finanziati) e davanti a Francia e Olanda (con 33) e ottiene quasi il doppio delle borse del Regno Unito (22). Se ci fossero dubbi, un risultato di questa portata è la conferma che il sistema della formazione italiano produce ancora giovani ricercatori di qualità. Eppure non c’è molto di cui rallegrarsi. Anzi. Di quei 42 ricercatori italiani, soltanto 12 svolgeranno il loro progetto di ricerca in Italia. Tutti gli altri sono in forza a università e centri di ricerca di altri Paesi. In totale in Italia si svolgeranno 15 ERC Starting Grant in tutto, perché tre ricercatori stranieri vincitori lavorano in centri italiani. Il bilancio è avvilente: –27.

E diventa agghiacciante se ci confrontiamo con gli altri paesi europei. Cominciamo dalla Germania, perché anche una trentina di tedeschi condurranno le loro ricerche all’estero. Ma sono meno del 50 per cento, contro il nostro abbondante 70. E soprattutto in Germania si svolgeranno 76 progetti, vale a dire tre in più di quelli vinti dai ricercatori locali. L’Olanda ha un saldo positivo di 13 Grant, la Francia di 4, mentre la Spagna è a pareggio. Il Regno Unito, nonostante la minaccia incombente della Brexit, fa segnare un terrificante +45: in altre parole, 45 ricercatori da tutta Europa porteranno fondi comunitari – e talenti, e opportunità di sviluppo – ai centri di ricerca britannici. E molti di questi sono italiani. Sono anni che andiamo avanti così, anche se i bilanci erano appena meno disastrosi, in percentuale.

Finanziamenti inadeguati, burocrazia devastante, salari da fame, precariato ultradecennale impediscono di trattenere i nostri giovani e tengono alla larga gli altri. Negli scorsi anni i ministri che si sono succeduti al Miur gioivano, paradossalmente, per risultati che avrebbero dovuto suscitare una seria riflessione. A oggi, invece, il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, Marco Bussetti è non pervenuto: non una dichiarazione, non un comunicato stampa. E la speranza che si inverta la rotta di un modello di sviluppo fallimentare si fa sempre più tenue.

(La rubrica “Numeri” di Marco Cattaneo dal numero di RLab in edicola il 1 agosto)

 

tratto da: http://www.repubblica.it/scienze/2018/08/01/news/i_progetti_dei_ricercatori_italiani_si_sviluppano_all_estero-203156206/

 

Una vergogna tutta Italiana – I progetti dei nostri ricercatori? Si sviluppano all’estero!ultima modifica: 2018-08-02T22:30:22+02:00da eles-1966
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