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Importantissimo da leggere – Milena Gabanelli, lo zucchero fa male? Ecco la dose giornaliera da non superare e come leggere le etichette.
È vero che causa tumori, diabete e fa male al cuore?
Non fa venire il cancro: nessuno studio dimostra una correlazione diretta. Le ricerche che mostrano come le cellule tumorali si nutrano di glucosio e muoiano senza di esso, evidenziano un fenomeno legato agli esperimenti in laboratorio: le cellule appassiscono perché da sole non riescono a sintetizzare lo zucchero. In un organismo umano complesso, però, se togliamo gli zuccheri il corpo li ricrea immediatamente (per proteggere il cervello) producendoli attraverso le proteine, impoverendo la massa magra. Quindi il malato, che si trova con una massa muscolare già gravemente provata, cosa deve fare? Le scuole di pensiero non sono tutte uguali, ma prevale quella che consiglia di sospendere il consumo di zuccheri «cattivi» (i dolci), a vantaggio di quelli «buoni» presenti nella frutta, cereali e carboidrati. In breve: una dieta rigorosamente sana.
Lo zucchero dà dipendenza
Di sicuro fa ingrassare e l’obesità (ma basta anche qualche chilo di troppo) – è dimostrato – causa diverse forme di tumore, il diabete di tipo 2 e favorisce le malattie cardiovascolari.
Qual è la dose giornaliera da non superare?
Secondo l’Oms, se si vuole stare «blindati» la dose giusta è di 25 g al giorno, ovvero 5 cucchiaini, sia per adulti che bambini .
Qual è la dose giornaliera da non superare?
Secondo l’Oms, se si vuole stare «blindati» la dose giusta è di 25 g al giorno, ovvero 5 cucchiaini, sia per adulti che bambini .
Il consumo italiano
In Italia, secondo i dati Crea-Inran nel 2005-2006 (l’indagine scientificamente più rappresentativa), il consumo di zucchero al giorno ammontava a 82,5 g per gli adulti e 96,8 per i bambini. Tra i Paesi europei, il valore più basso, dopo la Spagna.
Gli Usa erano a quota 117 per gli adulti e 131 per i bambini. Quindi non siamo superconsumatori, ma sempre abbondantemente sopra la soglia di allarme.
Nell’ambiente «obesogeno» qualcosa si muove
Per quel che riguarda i più piccoli, c’è il dato del ministero della Salute: nel 2016 il 36% dei bambini ha consumato bevande zuccherate quotidianamente. Sono troppe, anche se va meglio rispetto al 2010 quando il dato era del 48%. Vuol dire che un po’ di consapevolezza è arrivata ai genitori.
Viviamo però in un ambiente che i nutrizionisti definiscono «obesogeno», che ci spinge a mangiare anche quando non abbiamo fame. Le modeste campagne ministeriali non lasciano il segno, e alla fine a fronteggiare il marketing selvaggio che si sta allargando ai canali YouTube dei giovanissimi, restano pochi progetti pilota. Val la pena ricordare «Eat Educational» , avviato dal Policlinico di San Donato Milanese con il coinvolgimento di 5 mila ragazzi delle scuole medie inferiori. Grazie a lezioni in classe con nutrizionisti, il dono di borraccia e contapassi, l’invio periodico di sms motivazionali, l’inserimento nella scuola di poster educativi e distributori automatici con snack salutari, i ragazzi in sovrappeso sono passati dal 25,5% al 17,6%, e quelli obesi dal 9,2% al 6,8% in tre anni. Lo stesso progetto era stato realizzato anche nelle scuole superiori, ma non aveva funzionato: i ragazzi erano troppo grandi. Questo la dice lunga sulla necessità di intervenire presto, tant’è che la «American Heart Association» a conclusione di un corposo studio sui rischi di un eccesso di zuccheriraccomanda: «non dare ai bambini sotto i due anni cibi con dentro lo zucchero, e per gli adolescenti non più di una bevanda zuccherata alla settimana».