I grandi scienziati non muoiono mai – Ecco il “collirio Montalcini” – il farmaco realizzato grazie agli studi della Nobel – contro una grave patologia, finora incurabile, dell’occhio.

Montalcini

 

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I grandi scienziati non muoiono mai – Ecco il “collirio Montalcini” – il farmaco realizzato grazie agli studi della Nobel – contro una grave patologia, finora incurabile, dell’occhio.

Cosa è la malattia degli occhi che si cura grazie al ‘collirio Montalcini’

Autorizzata la commercializzazione in Italia del farmaco realizzato grazie agli studi della Nobel per la medicina.

E’ stata ribattezzata “molecola Montalcini“, o molecola da Nobel, perché alla base del suo sviluppo ci sono decenni di ricerca “Made in Italy”, a partire dagli studi del Premio Nobel Rita Levi Montalcini che scoprì il nerve growth factor (NGF), per giungere poi alla collaborazione tra Dompé e centri di eccellenza in oftalmologia rinomati a livello internazionale.

Dove sarà disponibile

Cenegermin, questo il nome del principio attivo del farmaco per la cura della cheratite neurotrofica moderata o grave, una malattia rara e invalidante dell’occhio a oggi orfana di trattamento, sta per essere commercializzato in Italia. E’ stata infatti pubblicata in Gazzetta Ufficiale la determina che ne autorizza l’utilizzo. Somministrato in gocce oculari in pazienti con cheratite neurotrofica moderata o grave, questo collirio può aiutare a ripristinare i normali processi di guarigione dell’occhio e riparare il danno della cornea. Puglia, Veneto e Lombardia saranno le prime tre regioni dove il farmaco sarà reperibile. A partire dalla Lombardia, dove il 30 ne discuteranno in consiglio regionale, con il via libera previsto per i primi di febbraio.

Come funziona

Cenegermin è stato messo a punto presso il Polo di Ricerca e Produzione Dompé dell’Aquila grazie alla tecnologia del DNA ricombinante, con l’utilizzo di batteri in cui viene introdotto un gene che consente ai batteri stessi di produrre il fattore di crescita nervoso umano, cioè per l’appunto il NGF scoperto negli anni ’50 dalla Montalcini, poi per questo premiata con il Nobel. Per decenni si è indagato sulle molteplici possibili applicazioni pratiche della scoperta, e uno dei settori più promettenti è proprio l’oftalmologia.

La cornea – l’organo in assoluto più innervato del corpo umano, quasi 400 volte più della cute – è completamente trasparente e quindi priva di vasi sanguigni. Di conseguenza, la sua integrità è mantenuta dall’innervazione piuttosto che dalla vascolarizzazione. Per questo motivo alcuni ricercatori italiani hanno formulato l’ipotesi dell’efficacia dell’uso topico di NGF in oftalmologia e più in particolare nel trattamento della cheratite neurotrofica, patologia degenerativa che interessa appunto la cornea.

Come ci si è arrivati

Gli studiosi hanno trattato oltre 100 pazienti affetti da cheratite neurotrofica in diversi Paesi europei con NGF estratti dai topi; gli studi clinici hanno prodotto dati estremamente promettenti, pubblicati sulle principali riviste internazionali. Le potenzialità del Nerve Growth Factor in campo oftalmico, inizialmente identificate dai gruppi di Bonini e Lambiase del Campus Bio-Medico di Roma e di Paolo Rama del San Raffaele di Milano, sono state esplorate dai ricercatori di Anabasis, azienda di ricerca italiana confluita nel Gruppo Dompé, che ha successivamente sviluppato una formulazione oftalmica di NGF per gli stadi preclinici e clinici di varie patologie che interessano sia la parte anteriore dell’occhio, come la cheratite neurotrofica e la sindrome dell’occhio secco, sia la parte posteriore, come la retinite pigmentosa e il glaucoma.

A partire dai primi studi condotti con NGF di origine murina, Dompé ha sviluppato un processo idoneo alla produzione su scala industriale di NGF ricombinante umano (rhNGF) presso l’impianto biotecnologico dell’Aquila (Italia), che opera nel rispetto delle norme GMP (“Good Manufacturing Practice”) ed è autorizzato a produrre attraverso la tecnologia del DNA ricombinante, ovvero attraverso il trasferimento in un batterio di materiale genetico umano, con il batterio stesso che quindi diventa in grado di produrre NGF completamente umanizzato.

Dopo tutta la fase sperimentale di rito, nel 2015, la European Medicines Agency (EMA) ha designato ‘Cenegermin gocce oculari’ farmaco orfano per il trattamento della cheratite neurotrofica, un riconoscimento che segue quello ricevuto dall’americana Food and Drug Administration (FDA) nel 2014.

Nel maggio 2017 il Comitato per i farmaci ad uso umano dell’EMA ha dato opinione positiva raccomandando l’autorizzazione all’immissione in commercio. Ieri l’ufficialità per l’Italia. ma non finisce qui: sono stati avviati studi anche per valutare l’efficacia del farmaco in caso di retinite pigmentosa o di Dry Eye, la “sindrome dell’occhio secco”.

Il collirio Montalcini

I grandi scienziati sono immortali perché le loro scoperte, le loro invenzioni continuano a cambiare il mondo e a renderlo migliore

Oggi è un giorno meraviglioso per tutti quelli che amano la scienza, per le persone che hanno perso la vista e per quelli che portano nel cuore il ricordo di Rita Levi MontalciniL’ultima italiana a vincere un premio Nobel.

Era il 1986. Io la conobbi qualche anno dopo. Lavorava con il vigore di una ventenne ed era circondata da giovani, soprattutto donne, lei che aveva deciso di fare la scienziata in un’epoca in cui le donne avevano tutt’altro destino. Ne rimasi folgorato al punto che quando nel febbraio 2009 dovetti scegliere a chi dedicare la prima copertina di Wired, un magazine leggendario che sbarcava in Italia parlando di futuro, non ebbi dubbi. La mia cover-girl era lei, lei che stava per compiere 100 anni.

In quell’occasione ci regalò una frase bellissima che ancora ieri il profilo dell’Enciclopedia Treccani ha mandato su Twitter: “Il corpo faccia quel che vuole, io sono la mente”. La vidi per l’ultima volta nella primavera del 2011, per quella che sarebbe diventata la sua ultima intervista. Stava per compiere 101 anni. Mi accolse nella sua abitazione romana, semplice, quasi modesta, piena di libri; era reduce da una drammatica frattura del femore, e mi regalò il suo testamento per l’Italia: credo nel futuro, disse, perché credo nei giovani italiani, nel nostro meraviglioso capitale umano. Morì un anno dopo.

Ma i grandi scienziati sono immortali perché le loro scoperte, le loro invenzioni continuano a cambiare il mondo e a renderlo migliore. Rita Levi Montalcini aveva scoperto il fattore di crescita dei neuroni, una proteina da cui dipende lo sviluppo del sistema nervoso. E quindi la sua possibile rigenerazione. Per questo vinse il Nobel. Perché l’NGF può essere la chiave per sconfiggere malattie altrimenti incurabili.

Da quella scoperta sono partiti vari filoni di ricerca per produrre farmaci. Ed il primo è arrivato al traguardo oggi con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si chiama Oxervate, e servirà a guarire la cheratite, una malattia dell’occhio che porta alla cecità. Già in vendita in Germania, poi toccherà agli Stati Uniti mentre la produzione in Italia è già iniziata negli stabilimenti Dompé dell’Aquila. Il collirio Montalcini può ridare la vista a tanti e la speranza a tutti.

fonte: https://www.agi.it/salute/collirio_montalcini_cheratite-3419350/news/2018-01-27/

I grandi scienziati non muoiono mai – Ecco il “collirio Montalcini” – il farmaco realizzato grazie agli studi della Nobel – contro una grave patologia, finora incurabile, dell’occhio.ultima modifica: 2018-01-28T10:02:59+01:00da eles-1966
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