Olio d’oliva di “provenienza sconosciuta” che “miracolosamente” diventa Extra Vergine Italiano: ecco quello che ci fanno mangiare…!

 

 

Olio d’oliva

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Olio d’oliva di “provenienza sconosciuta” che “miracolosamente” diventa Extra Vergine Italiano: ecco quello che ci fanno mangiare…!

Da I Nuovi Vespri:

Olio d’oliva di “provenienza sconosciuta” che diventa extra vergine italiano: e noi mangiamo!

Le truffe dell’olio d’oliva riguardano anche il Sud Italia. Ciò posto, è assurdo che il Centro Nord Italia controlli ancora oggi il mercato di un alimento di qualità – l’olio d’oliva extra vergine – che per il 90% è prodotto in Puglia, Calabria e Sicilia. Solo nel settore dell’olio extra vergine d’oliva le truffe e le sofisticazioni causano danni per 1,5 miliardi di euro l’anno 

Sull’olio d’oliva extra vergine scriviamo tanto: e lo facciamo a tutela dei produttori – che si concentrano nel Sud e, in particolare, in Puglia, Calabria e Sicilia, dove si produce il 90% circa dell’olio extra vergine di oliva italiano – e, soprattutto, a tutela dei consumatori. Oggi valorizziamo una notizia riportata dal sito d’informazione Italia olivicola Consorzio nazionale. Riguarda un fatto ‘sgamato’ in Toscana.

In un magazzino i militari i Carabinieri della Forestale (in Italia la Forestale, grazie a una legge nazionale voluta dal Governo Renzi, i Forestali sono stato inglobati nei Carabinieri, cosa che non è avvenuta in Sicilia) hanno trovato quasi 20 mila kg di olio d’oliva “di diverse qualità (olio evo, atto a divenire igp toscano, in attesa cioè della certificazione del Consorzio dell’olio toscano e/o olio biologico)”.

“I militari – leggiamo nell’articolo – rilevavano dalla consultazione del portale dell’olio SIAN una giacenza di 16.314 kg. Veniva quindi effettuata una ricognizione dei silos/cisterne per risalire alla provenienza dell’olio contenuto. Ritenendo violato l’art. 18 Comma 1 del Reg. (CE) 178/2002, i militari procedevano al sequestro amministrativo di 6 contenitori per un totale di 7.100 kg d’olio (valore stimato circa 52.000 euro), in quanto era presente olio di cui non era possibile tracciare la provenienza:

– n. 1 contenente 1500 kg di olio misto DOP certificato e parte di cui non si conosceva la provenienza e la qualità (cioè il tipo di olio);

– n. 1 contenente 1500 kg di olio misto atto a divenire DOP/ IGP toscano e parte di cui non si conosceva la provenienza e la qualità;

– n. 1 contenente 2000 kg di olio in parte atto a divenire olio IGP toscano e parte di cui non si conosceva la provenienza e la qualità;

– n. 1 contenente circa 100 kg, dei quali non si conosceva la provenienza e la qualità;

– n. 2 cisterne in plastica ciascuna contenenti 1000 kg di olio di oliva del quale non si conosceva né la provenienza né la qualità”.

Come potete leggere, si tratta, in alcuni casi, di un prodotto di cui non si conosce “la provenienza e la qualità”.

Il tema è sempre lo stesso e noi torniamo a sottolinearlo: è anomalo che il Centro Nord Italia, ancora oggi, controlli il mercato dell’olio d’oliva extra vergine producendo meno del 10% di questo prodotto!

Bisogna spiegare ai signori del Centro Nord che debbono avere rispetto per il territorio e rispetto per il Sud: come fanno, tutt’oggi, a controllare il mercato dell’olio d’oliva italiano se ne producono pochissimo? la risposta è semplice: o l’acquistano nel Sud Italia, o lo acquistano all’estero.

Noi siamo contrari alla globalizzazione dell’economia che piace tanto alla vecchia politica italiana (soprattutto ora che si avvicinano le elezioni europee invitiamo gli agricoltori siciliani e del Sud Italia a non dimenticare che PD e Forza Italia, al Parlamento europeo, hanno votato a favore del CETA e in favore dell’invasione di olio d’oliva tunisino e di agrumi nord africani) e riteniamo un’assurdità che l’Unione Europea consenta l’arrivo in Europa – e quindi anche in Italia – di olio d’oliva tunisino a dazio zero, al prezzo di 2 euro circa al litro!

Già non mancano gli imbrogli di olio di semi trasformato in olio d’oliva con l’aggiunta di clorofilla e betacatotene; ora c’è il dubbio – che è più di un dubbio – che l’olio estero che arriva in Italia venga trasformato in ‘pregiato’ olio d’oliva extra italiano!

Del resto, se i centri commerciali del nostro Paese sono pieni di bottiglie di olio d’oliva extra vergine vendute a 7 euro, a 6 euro, a 5 euro, a 4 euro e anche a 3 euro, ebbene, qualche domanda ce la dobbiamo porre: se quest’anno, causa la drastica riduzione della produzione di olive, il prezzo dell’olio extra vergine di oliva italiano si è attestato tra 8 e 12 euro al litro, com’è possibile che una bottiglia da un litro di tale prodotto venga venduto a un prezzo inferiore a 8 euro?

Dobbiamo veramente credere che i produttori di olio d’oliva extra vergine italiano e la Grande distribuzione organizzata lavorano per perdere soldi? Ma questi signori pensano veramente che abbiamo portato i nostri cervelli all’ammasso?

In un articolo di LIFEGATE leggiamo:

“L’economia dell’inganno strangola l’agricoltura italiana: solo all’olio extravergine d’oliva le truffe e le sofisticazioni causano danni per 1,5 miliardi di euro l’anno – ha dichiarato Giuseppe Politi, presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia) -. La presenza di oli lampanti e deodorati venduti a cifre irrisorie è diventata un dramma per i nostri agricoltori perché determinano il crollo dei prezzi delle olive, con conseguenze gravissime sui redditi degli olivicoltori. Ecco perché è sempre più indispensabile proteggere le aziende sane del nostro Paese, e usare tolleranza zero verso i pirati dell’olio, aumentando i controlli e inasprendo sanzioni e pene”.

Che fare? Ecco cosa consigliano i Carabinieri ai consumatori:

instaurare un rapporto di fiducia con un fornitore affidabile, soprattutto quando si acquista il prodotto all’ingrosso;

diffidare dalla vendita “porta a porta”, spesso si tratta di persone che smerciano miscele di olio di semi e di oliva con l’aggiunta di clorofilla e betacarotene;

scegliere aziende che, per serietà ed immagine, assicurino la qualità;

leggere con attenzione l’etichetta che costituisce comunque una “carta d’identità” di qualsiasi alimento;

diffidare delle confezioni anonime prive della corretta etichettatura(e segnalarle);

tenere presente il rapporto qualità-prezzo.

Se ci riflettiamo, è quello che noi diciamo da tempo: grande attenzione all’acquisto dell’olio d’oliva extra vergine.

Tornate a riscoprire le tradizioni, soprattutto al Sud. Andate a comperare l’olio d’oliva extra vergine dal frantoio di fiducia, o da agricoltori-produttori di fiducia. Evitare di acquistare l’olio d’oliva extra vergine nei supermercati. Il nostro amico e collaboratore, Domenico Iannantuoni – meridionale trapiantato a Milano – sta conducendo una battaglia invitando tutti ad acquistare prodotti del Sud. E noi – soprattutto per l’olio extra vergine di oliva (ma non soltanto) – la pensiamo come lui.

 

fonte: http://www.inuovivespri.it/2019/02/28/olio-doliva-di-provenienza-sconosciuta-che-diventa-extra-vergine-italiano-e-noi-mangiamo/?fbclid=IwAR1FC7G7Htyne-lOMy3Wq7XjvJIHwdeq_PrQfDyfnRrOei9ZquZLsboL9SU#QKeRDVwlG4pxyKhj.99

 

Olio d’oliva di “provenienza sconosciuta” che “miracolosamente” diventa Extra Vergine Italiano: ecco quello che ci fanno mangiare…!ultima modifica: 2019-02-28T20:19:17+01:00da eles-1966
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