Halloween: Tutto Quello che non ci Dicono

 

Halloween

 

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Halloween: Tutto Quello che non ci Dicono

di G. Guzzo

Esageri, è incredibile, ma non scherzare: le reazioni che s’incontrano nell’esporre le dinamiche esoteriche della festa Halloween sono in genere di questo tipo, vale a dire del massimo scetticismo. Svelare le implicazioni occulte di quella che per molti è solo una carnevalata genera disturbo rispetto ad convincimento che non si vuole mettere in discussione: Halloween è bella festa, innocua ed allegra, e sbaglia chi ne dubita. Ora, spiace contraddire quanti – in perfetta buona fede, naturalmente – si sono fatti quest’idea, ma poiché è sempre disonesto sottrarsi ad confronto con la realtà, eviteremo di farlo. E cercheremo di rispondere alle seguenti domande: che cosa si cela davvero dietro Halloween? Vi sono implicazioni e retroscena religiosi? Se sì, di che cosa si tratta esattamente?

Prima di procedere, preciso che quelle a seguire sono considerazioni che possono in parte risentire dell’orientamento religioso di matrice cristiano-cattolica di chi scrive. Non per questo dette considerazioni debbono – almeno mi auguro – risultare inattendibili dato che «sarebbe molto facile citare numerosi» casi nei «quali si vede che la posizione sociale dell’osservatore influenza non solo le sfumature, ma il cuore stesso dell’analisi» [1] e che quindi la totale obbiettività, nel concreto, non esiste [2]. Questa precisazione non vuole pertanto essere una preliminare dichiarazione di tendenziosità ma, al contrario, un doveroso atto di onestà nei confronti del lettore, al quale si cercherà naturalmente di offrire una chiave di lettura la più equilibrata possibile. Ma torniamo ora all’oggetto del nostro approfondimento.

Le Origini.

Iniziamo da una panoramica di carattere storico che ci dice – o ci ricorda, per chi già lo sapesse – l’origine molto antica delle celebrazioni officiate il 31 ottobre. Origine che lo storico Rogers, concordemente ad altre fonti, fa risalire «alla festa celtica di Samhain, originariamente scritto Samuin (pronunciato sow-an o sow-in)» [3].

La ricorrenza di Samhain corrispondeva al capodanno Celtico perché era il 1° novembre, a quel tempo, che terminava ufficialmente la stagione del caldo per lasciare posto a quella del gelo. In quell’occasione il protagonista dei festeggiamenti e delle ritualità era appunto Samhain, venerato come occasione che il 31 ottobre – tramite l’apertura delle porte annwn (regno degli spiriti) e sidhe (regno delle fate) – convocava temporaneamente gli spiriti dei defunti che, da un luogo di giovinezza e beatitudine denominato Tir nan Oge, potevano così tornare alle loro vecchie abitazioni per scaldarsi e rifocillarsi in vista dell’inverno [4].

«L’interruzione di Samhain – osserva al riguardo Kondratiev (1949-2010), studioso di cultura celtica – rimuove le barriere che» separano i morti «dai vivi, così che […] tutti i membri della Tribù, sia visibili che invisibili, hanno la possibilità di ritrovarsi» [5].

Dobbiamo quindi a quella celtica, cultura antichissima (formatasi, pare, attorno al III millennio a.C.) l’origine di quella che ai nostri giorni chiamiamo Halloween. Tuttavia la cultura celtica, pur forte di origini assai remote, a partire dalla conquista normanna della Inghilterra (1066) – estesa successivamente al Galles e, con il XII secolo, all’Irlanda e alla Scozia – conobbe una progressiva marginalizzazione che l’ha resa sempre meno istituzionale e, in conseguenza di un mancato ed univoco appoggio in tal senso, sempre meno popolare. Ne consegue la notevole difficoltà, almeno per quanto concerne il nostro percorso, di tracciare un collegamento – sempre che sia possibile farlo – tra l’Halloween odierna e la ritualità di Samhain (non a caso più di qualcuno si limita, con riferimento alla data, ad osservarne la sola corrispondenza [6]).

Ognissanti.

Altra cosa, rispetto a Samhain, è la Festa di Tutti i Santi. Posto che l’origine della storia dei culto dei santi è assai remota ed ha il suo inizio nell’epoca dei martiri a partire dal martirio di Policarno di Smirne [7], si ritiene che la Festa di Tutti i Santi sia stata all’inizio «promossa dalla Chiesa orientale» per poi essere «accolta a Roma quando il papa Bonifacio IV ebbe dall’ambasciatore Foca il Panteon di Agrippa, che consacrò a tutti i martiri e alla Vergine […] la festa di Ognissanti passò quindi nell’ambiente della corte di Carlo Magno» [8].

Fu allora che il monaco sassone maestro di Carlo Magno, Alcuino di York (735–804) – al quale dobbiamo, fra le altre cose, l’introduzione nel Canone della messa del Memento dei morti – [9], traslò la data originaria della festa di Ognissanti, fissata allora al 13 maggio, al 1° novembre. Tale spostamento fu manifestamente finalizzato alla cristianizzazione della festa celtica di Samhain anche se, come abbiamo ricordato poc’anzi, non c’è dubbio che la cultura celtica fosse avviata al tramonto ben prima dell’avvento del Cristianesimo, come dimostra il declino, già in tarda antichità, della lingua celtica, che oggi sopravvive in contesti – soprattutto se rapportati al passato – decisamente marginali. Ad ogni modo l’intuizione di Alcuino di York venne ripresa, su richiesta di Papa Gregorio IV, dall’imperatore Ludovico il Pio. Ma fu soltanto secoli dopo – precisamente nel 1475 – e grazie al pontefice Sisto IV [10], che la festività di Ognissanti resa obbligatoria in tutta la Chiesa. E non mancarono, coi secoli, ulteriori metamorfosi, ma ciò che qui è importante ricordare è che quella di Ognissanti è una festa antica, rilevante e che merita quindi di essere osservata dai credenti e non confusa con altre festività.

Halloween.

Abbiamo fin qui visto, sia pure in estrema sintesi, origini e differenze fra la festa celtica di Samhain e quella cristiana di Ognissanti. E Halloween? Halloween è una festività di altra natura. Prima di vedere quale, una precisazione di carattere terminologico: Halloween deriva, come termine, da All Hollows che «era la traduzione inglese di “tutti i santi”» e da All Hollow’s Eve, la «”vigilia di Ognissanti”, poi storpiato nella parola Halloween» [11]. Dunque il termine Halloween ha indubbiamente un che di cristiano. Solo il termine, però. Perché la festività, in concreto, rappresenta un appuntamento tutt’altro che cristiano, bensì satanico. Proprio così: satanico.

Ora, è probabile che alla lettura di questo passaggio in qualcuno possa emergere dello scetticismo. Eppure c’è una vastissima mole di materiale che depone a favore di questa tesi. Anzitutto lo affermano con sorprendente convergenza molti ex satanisti. Pensiamo alle testimonianze di Cristina Kneer e di Eugenio Masias. Oppure a quella di Doreen Irvine, prostituta passata per anni al satanismo e convertitasi poi al Cristianesimo, che su Halloween è stata piuttosto esplicita: se i padri sapessero il significato di questa festa, ha detto, non la nominerebbero nemmeno davanti ai loro figli. Dettagliato è anche il resoconto di “Michela”, ex satanista ora suora consacrata quando scrive: «Tra fine ottobre e inizio novembre, ossia nelle notti precedenti Halloween (31 ottobre) e la memoria dei defunti, c’era […] l’unico appuntamento in un cimitero, dove profanavamo le ossa, facendo uno specifico rituale che alla fine le distruggeva» [12].

In aggiunta a queste testimonianze – sulle quali, curiosamente, i sostenitori dell’innocuità di Halloween evitano di soffermarsi – c’è poi un’ampia letteratura che suffraga la natura satanica di quella che per molti è una presunta carnevalata. Pensiamo a quanto scrive James. R. Lewis, studioso di movimenti religiosi [13], oppure alle considerazioni presenti in un monumentale studio di 600 pagine pubblicato sull’argomento del satanismo nel quale si specifica che «la religione satanica, oltre ai suoi riti, ha anche le sue proprie festività che sono, principalmente, la Walpurgisnacht ed Halloween» [14].

Concorda su questo passaggio anche Bamonte quando annota che «i momenti considerati più propizi per» i riti satanici «sono quelli delle grandi “solennità” del calendario satanico che coincidono con alcune delle date delle principali festività dell’antica stregoneria: la prima è quella di Halloween, che si celebra la notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre (vigilia di Tutti i Santi) ed è considerata il Capodanno magico» [15]. Nel loro accurato studio sul satanismo, anche Cantelmi e Cacace sottolineano come se, da un lato, nell’arco dell’anno i satanisti osservano 14 festività, d’altro lato è innegabile come la prima sia quella che ricorre «il 31 ottobre, commemorazione dei defunti e di tutte le potenze delle tenebre, detta Samhain o Halloween. Questo giorno è considerato il capodanno di Satana, perché secondo un’antica credenza popolare, le anime dei defunti tornano in visita nelle proprie case, per cui è possibile stabilire un contatto con loro. I satanisti utilizzano la celebrazione per fare delle richieste al demonio, perché credono che verranno esaudite» [16].

Perché è una festa da non festeggiare.

Potremmo naturalmente continuare a lungo con le citazioni se non fosse già evidente che la notte di Halloween è per eccellenza la notte dei satanisti e, per chi ci crede, del Diavolo. Dunque una notte non così allegra e che oltretutto, secondo alcune ricerche, presenta altri risvolti non esattamente confortanti. Infatti, anche se non è stata dimostrata una crescita superiore dei tassi di violenza [17], sappiamo che la “notte delle streghe” coincide con un momento nel quale i giovani in maschera consumano molto alcol[18], nel quale nascono meno bambini [19] e ne muoiono di più, dato che la mortalità infantile per incidenti, a causa dell’abitudine – tipicamente statunitense ma diffusa sempre più anche da noi – di lasciare i giovanissimi circolare a caccia di dolcetti per vie e strade, la notte di Halloween arriva ad essere quattro volte superiore alla media [20]. Senza dimenticare che vi sono rilevazioni – pensiamo in particolare a quelle effettuate dalle forze dell’ordine in Canada in occasione della settimana di Halloween 2008, rispetto alla precedente – che hanno registrato aumenti, fra le altre cose, del 20% di reati violenti, del’11% di violazioni delle proprietà e del 53% del consumo di stupefacenti [21].

Tornando al lato esoterico della ‘notte delle streghe’, si è visto come l’appuntamento abbia parecchio a che vedere con le messe e con la magia nera. Ma la magia di chi si veste da strega o da mostro, si obbietterà, nulla ha a che vedere col mondo satanista. In realtà non è così dal momento che come ha scritto Anton Lavey (1930-1997) – che non è un cattolico tradizionalista bensì il fondatore della Chiesa di Satana – non c’è alcuna «differenza fra magia “bianca” e “nera” tranne nella presuntuosa ipocrisia, presunta legittimità e autoinganno del praticante di magia “bianca”» [22]. In altre parole qualsivoglia espressione di magia – intesa come partecipazione o manifestazione di un potere straordinario e occulto -, presentandosi come spazio alternativo a quello sotto la potestà divina, si configura come potenzialmente concorrente a Dio e conseguentemente satanico, essendo Satana, per definizione, il suo avversario [23].

Non stupisce dunque apprendere che il 40% dei giovani, secondo un’indagine di Telefono Antiplagio, festeggi la notte delle streghe con dichiarate simpatie verso il mondo magico [24] e che il 16% delle persone avviate all’esoterismo – che è l’anticamera del satanismo, culto i cui elementi sono presenti anche in forme di spiritualità “nuova” come la New Age [25]  – ha esordito, a detta del Servizio antisette della Comunità Papa Giovanni XXIII, proprio durante Halloween. Il punto è che anche se non fosse dimostrato, come invece sembra essere, un maggior tasso di avvicinamento al mondo satanista nel periodo che segue ed anticipa notte del 31 ottobre, un fatto rimane evidente: Halloween tutto è meno che una festa cristiana. Non solo: è per eccellenza una festa anticristiana. Pertanto – una volta che si è presa consapevolezza di quanto abbiamo riportato poc’anzi – seguitare a ritenerla una carnevalata significa, almeno in una prospettiva cattolica, commettere un grosso errore. Sta infatti scritto: «Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro» [26].

In questo senso sottovalutare Halloween o addirittura festeggiarla in luogo della ricorrenza di Ognissanti – cosa che talora accade in alcune parrocchie, dove la Festa di Tutti i Santi è confinata alla sola celebrazione eucaristica, mentre gli oratori ospitano prolungati festeggiamenti dalle tinte macabre – verosimilmente agevola, per chi ci crede, l’azione tentatrice del Diavolo dato che questa, come appunta il celebre demonologo Corrado Balducci (1923-2008), si concreta «in un senso particolare e più ampio […] in un lavorio continuato, più insistente, più penetrante, volto ad allontanare l’uomo da Dio, a tenerlo lontano da lui» [27]. E come si può non ritenere favorevole al satanismo la sostituzione di massa di una festa importantissima come Ognissanti col capodanno di Satana? La domanda appare più che sensata dato che l’alternativa, ossia l’idea che la notte del 31 ottobre sia a tutt’oggi una festa celtica, appare francamente poco attuale.

A quanto detto va poi aggiunto che l’opposizione ad Halloween non ha solo motivazioni di carattere confessionale e può riguardare gli stessi linguaggi e costumi di festeggiamenti che risultano, per usare un eufemismo, di dubbio gusto. Decisamente significative, al riguardo, le considerazioni svolte da Jordan – che non è un sacerdote ma un esperto di dinamiche criminali – il quale, con riferimento alla “notte delle streghe”, ha esplicitamente parlato «farsa satanica» ed ha affermato: «La programmazione cinematografica e televisiva nel periodo di Halloween ruota intorno a storie horror, con essere malefici […] demoni e spiriti del male, con tanto di sangue, sacrifici e morte. Gli adulti vedono tutto ciò come un divertimento […] ma i bambini lo sanno? Queste cose non hanno su di loro un effetto nocivo? […] I bambini hanno un’immaginazione che si lascia manipolare facilmente..» [28]. In tempi in cui «i pubblicitari conoscono i nostri figli molto meglio di noi» [29], si farebbe dunque bene a porsi delle domande in relazione alle conseguenze che i festeggiamenti di Halloween – così promossi a livello mediatico e dalle tinte discutibili – possono arrecare ai più giovani.

Conclusione.

Per concludere questa nostra panoramica su Halloween – che nulla a che vedere, per com’è nota ai più, con il capodanno celtico di Samhain – non possiamo non constatare come convenga, in particolare al cattolico, guardare con diffidenza questa festività dagli echi fortemente esoterici e recentissima – dall’Enciclopedia cattolica (1948-1954) al Grande Dizionario enciclopedico (1935), dal Grande Dizionario della lingua italiana (1972) alla Grande Enciclopedia universale Atlantica (1982), sono molti i testi enciclopedici di qualche decennio fa che neppure la contemplano – e che, proprio perché in apparenza innocente e presentata in modo accattivante, da un lato risponde benissimo alle esigenze tipiche di quella «nuova religiosità “nomade”» di cui parlava l’antropologa Cecilia Gatto Trocchi (1939-2005) [30]; e, d’altro lato, può a buon diritto ritenersi un tentativo di scristianizzazione, fenomeno che ha «radici molto antiche» dato che «sono molteplici i tentativi nella storia, sotto diverse latitudini e regimi, di ridurre o eliminare le feste cristiane. Basti pensare a quello che avvenne durante la Rivoluzione francese, quando il regime giacobino impose il nuovo calendario»[31]. Quale modo migliore, infatti, per favorire la scristianizzazione [32], se non quella di esaltare una festa che coincide col capodanno satanico, del tutto prossima alla festa cattolica di Ognissanti, che ha molto a che vedere – nelle forme e nei costumi – con quei linguaggi magici esplicitamente condannati dal Catechismo della Chiesa Cattolica [33], e che trova spazio perfino in tanti oratori?

La gravità del fenomeno è tale che persino un esponente della Chiesa difficilmente tacciabile di oscurantismo e simpatie conservatrici quale era il cardinal Carlo Maria Martini (1927-2012) a suo tempo fu molto chiaro rispetto alla necessità di boicottare Halloween – da lui emblematicamente apostrofata come «il brutto scherzo che facciamo alla nostra cultura» – al fine di meglio preservare la tradizione cattolica: «Halloween è una festa estranea alla nostra tradizione. Una tradizione che ha valori immensi e che deve essere continuata» [34]. Ora, alla luce di così tante evidenze – che nulla hanno di complottistico e che risultano suffragate da numerose fonti – alcuni, per paura di mettere in discussione i propri convincimenti, seguiteranno probabilmente a minimizzare oppure a considerare inesistente l’antitesi tra la “notte delle streghe” ed Ognissanti [35]. Non solo: alcuni continueranno a pensare che occorre davvero esagerare per trovare in Halloween qualcosa di negativo. Ma il punto, almeno per quanti si pongono in una prospettiva cristiana, è quello opposto: occorre davvero esagerare per trovarvi qualcosa di positivo.

via Anticorpi

Articolo pubblicato sul blog di Giuliano Guzzo

Link diretto:

https://giulianoguzzo.com/2013/10/24/tutto-quello-che-non-ci-dicono-su-halloween-2/

Halloween: Tutto Quello che non ci Diconoultima modifica: 2017-10-30T22:02:22+01:00da eles-1966
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