22 luglio 1942 – Olocausto: la deportazione degli ebrei dal ghetto di Varsavia

 

ghetto di Varsavia

 

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22 luglio 1942 – Olocausto: la deportazione degli ebrei dal ghetto di Varsavia

La più grande comunità ebraica nel mondo dopo quella di New York era a Varsavia, in Polonia, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Gli ebrei abitavano nella zona del ghetto di Varsavia, nella parte vecchia della città. Era un luogo libero, senza mura divisorie e ben collegato con gli altri quartieri.

Dopo la conquista della Polonia le autorità tedesche decisero che il ghetto di Varsavia sarebbe stato un luogo di quarantena in cui trasferire provvisoriamente circa 500.000 ebrei. Il ghetto era grande circa 4 chilometri per 2 e non poteva certo contenere una quantità tanto elevata di persone senza che vi fossero conseguenze per la loro salute.

Nell’agosto del 1940 l’oppressione tedesca sul ghetto aumentò di intensità:  furono chiusi gli accessi e i residenti potevano uscire solo con permessi di lavoro che dovevano svolgere senza diritti né compensi. All’inizio del 1941 la gente cominciò a morire di fame.

Reinhard Heydrich, capo della polizia segreta di Hitler, preparò il progetto di deportazione degli ebrei che fu reso operativo il 20 gennaio 1942 con la conferenza di Wannsee, dopo la quale si diede avvio alla “Soluzione finale della questione ebraica” in tutta Europa. Gli ebrei avrebbero dovuto essere trasferiti nel Governatorato Generale, la parte sud-est della Polonia comprendente Varsavia, non annessa direttamente al Reich.

Circondato da tutte le parti da mura desolate, fatte costruire dal Judenrat, il Consiglio Ebraico, a proprie spese, nel ghetto di Varsavia la gente si ammucchiava nelle strade strette, sporche, buie. Mentre la mortalità per stenti, fame e malattie salì a 2.000 persone al mese, iniziò la deportazione nei campi di concentramento .

Il 22 luglio 1942 apparvero sui muri del ghetto dei manifesti con un comunicato del Judenrat che annunciava l’ordine delle autorità tedesche: tutti gli ebrei dovevano essere trasferiti da Varsavia nelle “regioni dell’Est”. A Varsavia sarebbero potuti rimanere: i poliziotti ebrei (con mogli e figli), gli impiegati del Judenrat, gli impiegati dell’Ufficio Approvvigionamento, gli impiegati del Comitato Ebraico di Soccorso ed anche gli ebrei idonei al lavoro. Tutti costoro sarebbero stati alloggiati in apposite caserme, addestrati ad una vita disciplinata lavorando per l’esercito tedesco.

“Il trasferimento” – diceva ancora il comunicato – “comincia oggi stesso, alle ore 11. Chi si nasconderà, o farà resistenza, sarà fucilato immediatamente.”

Nella notte fra il 22 e il 23 di luglio 1942, il presidente del Judenrat, ingegner Czerniakov, si uccise dopo una visita dei nazisti, che gli avevano chiesto di consegnare l’indomani diecimila ebrei.

22 luglio 1942 – Olocausto: la deportazione degli ebrei dal ghetto di Varsaviaultima modifica: 2019-07-21T12:54:07+02:00da eles-1966
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