Come la politica ammazza la Gente? Al Sud l’ambulanza per arrivare ci mette più del doppio che al Nord – Invece di comprare armi per compiacere le lobby amiche (spesa militare 2018: 25 miliardi, +4%) investiamo nella Sanità.

 

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Come la politica ammazza la Gente? Al Sud l’ambulanza per arrivare ci mette più del doppio che al Nord – Invece di comprare armi per compiacere le lobby amiche (spesa militare 2018: 25 miliardi, +4%) investiamo nella Sanità.

 

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Quello che i Tg non dicono – Ci hanno tagliato tutto, dalla Sanità alla Scuola alle Pensioni. Solo la spesa per le armi non è stata tagliata. E nel 2018 aumenterà del 4%: 25 miliardi, cioè 70 milioni al giorno… E come dice Gino Strada, vorrei vedere un politico che ci spieghi a chi cazzo dobbiamo fare la guerra!

L’arrivo dell’ambulanza? Al Sud il tempo è doppio

La sanità non è uguale per tutti: in Liguria il 112 risponde in 13 minuti, in Basilicata dopo quasi mezz’ora.

La campagna di CittadinanzAttiva per ridurre le disparità

In Liguria un’ambulanza riesce ad arrivare anche in 13 minuti, dopo una chiamata; in Basilicata si rischia di aspettare quasi mezz’ora (27 minuti secondo le statistiche), mentre il tempo standard, utile per un intervento efficiente in emergenza, è di 18 minuti. «Variazioni» regionali che – secondo un rapporto di CittadinanzAttiva – riguardano non solo le urgenze, ma anche le cure e l’assistenza. Prendiamo i malati di cancro. Si contano 19,15 strutture di oncologia per milione di abitanti in Molise e solo 4,65 in Puglia; i servizi di radioterapia sono 7,79 per milione di cittadini in Valle d’Aosta e 1,71 in Campania e Puglia. Il 100 per cento dei malati del Nord riesce ad accedere, entro un mese, alla radio e chemioterapia, ma la percentuale si riduce all’86 per cento al Sud e all’84 nel Centro. E che cosa aspettarsi dall’assistenza sul territorio? Ecco i dati. I centri per l’autismo variano dai 6 della Puglia ai 309 del Veneto, quelli per l’Alzheimer dall’1 del Molise ai 109, sempre del Veneto. Sono soltanto alcuni esempi delle «disuguaglianze di salute» in Italia.

Non ci si deve allora meravigliare del turismo sanitario o del fatto che al Sud le aspettative di vita siano inferiori rispetto al Nord. Ma a questa situazione occorre trovare rimedio perché il diritto alla salute è garantito dalla Costituzione italiana a prescindere da dove una persona è nata o vive. Una proposta arriva ora da CittadinanzAttiva, un movimento di partecipazione civica per la promozione e la tutela dei diritti dei cittadini, che opera in Italia da quarant’anni. «La salute è uguale per tutti» è lo slogan con cui hanno appena lanciato una campagna per modificare l’articolo 117 della Costituzione. Questo articolo, così come è formulato, prevede che, per alcune materie, lo Stato determini i principi fondamentali e che le Regioni possano legiferare in piena autonomia, pur nel rispetto della Costituzione, dei vincoli della Comunità europea, degli obblighi internazionali e, infine, nel rispetto dei principi fondamentali individuati dalle leggi statali. «La nostra proposta – spiega Antonio Gaudioso, segretario generale di CittadinanzAttiva – è quella di intervenire chirurgicamente su una frase dell’articolo 117 della Costituzione che parla di “tutela della salute” per aggiungere “nel rispetto dei diritti dell’individuo e in coerenza con l’articolo 118 della Costituzione che fa riferimento al principio di sussidiarietà”. In soldoni. Il principio di sussidiarietà prevede che laddove un ente inferiore è capace di svolgere bene un compito (ex: una Regione) quello superiore (ex: lo Stato) non deve intervenire, ma eventualmente sostenere l’azione (definizione di Wikipedia).

L’idea di CittadinanzAttiva, invece, è quella di richiamare l’azione dell’ente superiore quando quello inferiore non agisce bene. Come dire: lo Stato intervenga dove le Regioni non funzionano. La proposta è stata formulata anche con il parere di un illustre costituzionalista, Francesco Clementi. L’obiettivo della proposta di CittadinanzAttiva è quello, dunque, di favorire l’accesso alle cure a tutti i cittadini italiani e di ridurre le inefficienze che stanno minando il sistema sanitario nazionale italiano, istituito con la legge di riforma del 1978, la 833, che ora compie quarant’anni. «Il gap nell’assistenza sanitaria nelle diverse Regioni italiane si sta ampliando – dice Gaudioso – e i numeri lo confermano. Ma finora ci si è preoccupati soltanto di questioni economiche e cioè di come ripianare i bilanci regionali laddove i tetti di spesa sono stati sforati. Ma le inefficienze, in alcune aree, sono rimaste. E anche i cosiddetti Lea, i livelli essenziali di assistenza, non sempre sono erogati».

Ma da dove nascono queste disparità? «Le ragioni sono diverse – commenta Gaudioso – La prima causa è la cattiva gestione soprattutto al Sud. Assunzioni sbagliate. Bilanci non trasparenti. Mancanza di investimenti. Rinuncia alla creazione di centri di eccellenza. Malagestione delle liste di attesa che favoriscono il privato. E poi una ripartizione del fondo sanitario “vecchia”. Non si dovrebbe più pensare a una suddivisione per quota capitaria, ma in base ai bisogni del territorio: chi abita nelle comunità montane, per esempio, ha necessità diverse di chi vive in città». Poi c’è la regionalizzazione: ogni Regione oggi ha l’autonomia di legiferare in ambito sanitario e il tentativo di modificare questa situazione, con il referendum costituzionale che prevedeva l’abolizione del Titolo V (appunto sulla regionalizzazione della sanità), è fallito.

fonte: http://www.corriere.it/buone-notizie/18_marzo_08/arrivo-dell-ambulanza-sud-tempo-doppio-58516c2c-22fc-11e8-a740-dc76cebf8197.shtml?cmpid=tbd_239b5578jZ

Come la politica ammazza la Gente? Al Sud l’ambulanza per arrivare ci mette più del doppio che al Nord – Invece di comprare armi per compiacere le lobby amiche (spesa militare 2018: 25 miliardi, +4%) investiamo nella Sanità.ultima modifica: 2018-03-09T22:45:17+01:00da eles-1966
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