C’era una volta il Presidente Partigiano – Ricordiamo Sandro Pertini a 30 anni dalla scomparsa.

 

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C’era una volta il Presidente Partigiano – ricordiamo Sandro Pertini a 30 anni dalla scomparsa.

24 febbraio 1990: l’Italia piangeva Sandro Pertini, il suo amato “Presidente partigiano”.

All’età di novantatre anni Sandro Pertini dimostrava ancora quel carisma che lo aveva sempre contraddistinto. L’unica personalità che probabilmente avrebbe aiutato gli italiani a superare la tempesta giudiziaria allora in corso. Eppure la notte del 24 febbraio 1990 Pertini si spense nel suo appartamento romano, nei pressi di Fontana di Trevi.

Un’intera Nazione rimase allibita nell’apprendere la notizia della sua morte. Un pilastro della repubblica italiana era ormai caduto e gli avvenimenti giudiziari facevano presagire tempi bui per l’Italia.

Sempre legato alla sua fede socialista, Sandro Pertini aveva combattuto il fascismo e per questo era stato soprannominato il “Presidente partigiano”. Aveva preso parte alla costruzione della repubblica italiana e aveva ricoperto ruoli di grande spessore. Un curriculum vitae che si arricchì della stima degli italiani per la sua sempre viva familiarità e cordialità. Non si dimostrò mai debole nelle situazioni difficili della Nazione e la sua presenza infondeva sicurezza nella popolazione.

La sua figura era apprezzata in ambedue gli schieramente politici: destra e sinistra si riconoscevano nel suo operato. Indro Montanelli scrisse: “Non è necessario essere socialisti per amare e stimare Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità.”.

Era il simbolo dell’onestà e della coerenza in politica, in un mondo politico segnato da scandali e clientele. Lo stesso coraggio che, si diceva, avesse dimostrato da partigiano.

La sua presenza sul Colle in quegli anni dette sicurezza a noi italiani smarriti, ci fece pensare che il “Partigiano Presidente” avrebbe vegliato sulla democrazia, avrebbe garantito per tutti noi. E così fu: l’Italia superò il guado.

Si capì dal discorso di insediamento, uno dei discorsi più alti che siano mai stati pronunciati nel Parlamento italiano, di che pasta era fatto il combattente per la liberta e per la giustizia sociale.

“Certo noi abbiamo sempre considerato la libertà un bene prezioso, inalienabile. Tutta la nostra giovinezza abbiamo gettato nella lotta, senza badare a rinunce per riconquistare la libertà perduta. Ma se a me, socialista da sempre, offrissero la più radicale delle riforme sociali a prezzo della libertà, io la rifiuterei, perché la libertà non può mai essere barattata. Tuttavia essa diviene una fragile conquista e sarà pienamente goduta solo da una minoranza, se non riceverà il suo contenuto naturale che è la giustizia sociale. Ripeto quello che ho già detto in altre sedi: libertà e giustizia sociale costituiscono un binomio inscindibile, l’un termine presuppone l’altro: non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà, come non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale. Di qui le riforme cui ho accennato poc’anzi. Ed è solo in questo modo che ogni italiano sentirà sua la Repubblica, la sentirà madre e non matrigna.”

Gli anni di Pertini al Quirinale furono anche gli anni in cui tutti gli italiani, grazie a questo uomo coraggioso onesto e appassionato, sentirono che la Repubblica era “madre e non matrigna”.

Grazie Sandro, per aver combattuto per noi nei momenti più terribili della nostra storia e di averci dato il coraggio di affrontare quelli più oscuri.

Una cosa è certa: senza Sandro Pertini l’Italia non sarebbe la stessa!

 

C’era una volta il Presidente Partigiano – Ricordiamo Sandro Pertini a 30 anni dalla scomparsa.ultima modifica: 2018-02-23T23:22:54+01:00da eles-1966
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