Che i principi attivi contenuti nella #cannabis abbiano proprietà terapeutiche è un fatto ormai acclarato, tanto che numerose nazioni di tutto il mondo – tra cui l’Italia – hanno ormai aperto ai derivati della canapa per uso medico. Diverse ricerche effettuate da più parti sostengono che i cannabinoidi possano essere un valido alleato per sconfiggere il cancro, e va in questa direzione anche un team di ricerca dell’Istituto Oncologico di Vojvodina e dell’Università di Novi Sad (Serbia) che ha passato al setaccio diverse ricerche nelle quali sono state investigate le proprietà antitumorali della cannabis, sia in ambito clinico che preclinico.

I cannabinoidi potrebbero aiutare a sconfiggere i tumori, in quanto possiedono una notevole azione anticancro e spingerebbero le cellule malate a morire, senza intaccare quelle sane.

L’azione della canapa

La Cannabis sativa, ovvero la varietà utilizzata anche con scopo ludico, contiene più di 100 cannabinoidi, alcuni dei quali – i cosiddetti endocannabinoidi o cannabinoidi endogeni – vengono prodotti anche dalle cellule dei mammiferi. Questi avrebbero un effetto citotossico, condurrebbero le cellule tumorali all’apoptosi, ovvero al “suicidio cellulare”. Ma non è finita: i cannabinoidi avrebbero inoltre la proprietà di contrastare la proliferazione delle cellule tumorali, la metastasi, caratteristica che rende ancora più pericolosi e letali i tumori.

Scarso utilizzo in ambito oncologico

Nonostante diverse ricerche abbiano evidenziato le proprietà antitumorali dei cannabinoidi, questi fino ad oggi hanno trovato scarso utilizzo sui malati oncologici.

L’impiego della cannabis per lenire i sintomi derivanti dalle terapie antitumorali o del #Cancro stesso è sostenuto da un’ampia letteratura scientifica, ma secondo il prof. Leslie Mendoza Temple, direttore della “Pritzker School of Medicine” dell’Università di Chicago, ci sarebbero diversi elementi che fanno ipotizzare che i cannabinoidi potrebbero essere utilizzati nella cura del cancro stesso.

I ricercatori che hanno condotto lo studio, Višnja Bogdanović, Jasminka Mrdjanović e Ivana Borišev, sostengono che dovrebbero essere effettuate nuove approfondite ricerche per valutare su base statistica gli effetti della cannabis in questo ambito, da soli e parallelamente alle terapie classiche [VIDEO].

Tratto dalla rivista scientifica The Journal of Alternative and Complementary Medicine.