Così il tumore si difende dai farmaci

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Così il tumore si difende dai farmaci

Scoperto il meccanismo di resistenza a un farmaco molecolare per il cancro al rene. Una conferma che i nuovi proiettili biotech da soli non bastano.Il futuro è nei cocktail di queste sostanze e degli immunoterapici

I farmaci, per quanto nuovi e potenti, col tempo perdono di efficacia. E questo lascia i pazienti senza terapie. Uno studio dell Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia ha scoperto perché questo accade quando si trattano i malati di tumore del rene con un anticorpo monoclanale chiamato Sunitnib, e hanno pubblicato il loro lavoro sul Journal of Clinical Investigations.Non solo, hanno anche identificato una sostanza che può scardinare la resistenza.

“Purtroppo anche i farmaci più attivi in una prima fase poi smettono di esserlo perché i tumori inventano dei meccanismi cellulari di resistenza per sfuggire all’azione del farmaco e riprendere la loro crescita incontrollata – spiega Saverio Minucci, coordinatore dello studio e direttore del Programma di Nuovi Farmaci dell’Istituto Europeo di Oncologia – In genere, la resistenza al farmaco si sviluppa nell’arco di parecchi mesi o nei casi migliori dopo qualche anno dall’inizio del trattamento ma ci sono anche casi estremi in cui il tumore è già resistente sin dall’inizio. Per questo la ricerca dei farmaci biologici deve sicuramente cercare nuove molecole, ma anche trovare il modo di disinnescare il fenomeno della resistenza, per ottenere il massimo di efficacia dai farmaci di cui già disponiamo”.
Quello testato dai ricercatori milanesi è un doppio attacco. Il Sunitinib è un inibitore multi-target degli enzimi tirosin-chinasi, autorizzato in Italia come seconda linea di trattamento per il tumore stromale gastrointestinale e come prima e seconda linea per il carcinoma renale avanzato e/o metastatico. “Anche questo farmaco come gli altri all’inizio funziona bene ma poi ad un certo punto si sviluppa resistenza. Con il nostro studio, però, abbiamo scoperto un meccanismo importante, cioè quello grazie al quale la cellula tumorale ‘frega’ il farmaco. Ma abbiamo anche scoperto che questo meccanismo di resistenza si può bloccare” spiega Minucci. A frenare la resistenza può essere un altro farmaco anti-tumorale: “Studiando la resistenza al Sunitinib – continua Mohamed Elgendy, primo firmatario dello studio – abbiamo trovato che l’Everolimus, un farmaco conosciuto e in uso contro vari tumori, incluso lo stesso tumore renale, è in grado di neutralizzare i meccanismi di resistenza, rendendo così il tumore nuovamente sensibile al Sunitinib”.

Farmaci in tandem ma a basse dosi. Si tratta, però, si uno studio di laboratorio, ed è quindi necessario vedere se le cose stanno così sull’uomo. Dall’analisi di un gruppo pilota di pazienti i risultati sembrano essere confermati, ma bisogna ampliare il campione e sarà possibile farlo anche grazie alla collaborazione fra il network clinico dello Ieo con altri gruppi nazionali ed internazionali. “Si apre la possibilità concreta di utilizzare i due farmaci in associazione – riprende Minucci – con l’ulteriore vantaggio che entrambi agiscono anche a dosi relativamente basse, e dunque questo co-trattamento, oltre ad essere più efficace, potrebbe anche avere ridotta tossicità”. Lo studio clinico servirà anche a capire qual è il momento migliore per somministrare l’Everolimus e frenare così la resistenza: “L’ipotesi più plausibile è quella di darlo  poco dopo l’inizio della terapia anti-cancro senza aspettare che si sviluppi la resistenza” dice Minucci.

Ma se ora si ipotizza un attacco su due fronti, i ricercatori sono sempre più convinti del fatto che in futuro la strategia di lotta al tumore sarà più complessa: “Questo studio – conclude Minucci – ci conferma la direzione futura della ricerca dei farmaci anticancro che combinerà vari approcci: l’immunoterapia, per risvegliare la risposta del sistema immune contro il tumore; la target therapy, per colpire i bersagli chiave delle cellule tumorali; i farmaci anti-resistenza, per mantenere nel tempo l’efficacia del trattamento. Impossibile oggi pensare ad un’unica pillola anticancro. Sarebbe una pillola magica e la magia in scienza non esiste”.

fonte: http://www.repubblica.it/salute/2016/11/28/news/tumori_resistenza_ai_farmaci_ieo-153021807/

Così il tumore si difende dai farmaciultima modifica: 2017-06-30T19:28:48+02:00da eles-1966
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