Il biologico esiste? È davvero più sano?

 

biologico

 

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Il biologico esiste? È davvero più sano?

 

L’assurdità è che chi sostiene il sistema alimentare “sicuro” debba pagare certificazioni per garantirci il non utilizzo di veleni!!!Assurdo che non venga adottato dal tutto il sistema produttivo basato ormai esclusivamente su di un allevamento intensivo ed utilizzo senza controllo della chimica e delle medicine,basti pensare che ,in Europa, l’Italia dopo l’Olanda è il paese che fa più utilizzo di pesticidi,  fitofarmaci, di concimi,e diserbanti chimici.

Uno dei pesticidi maggiormente usato è il mancozeb,un fungicida usato da 40 anni su frutta e verdura per prevenire le muffe .Nonostante sia nella lista tra i fitofarmaci più pericolosi l’uso è diffuso.
Pensate che nonostante per l’Unione Europea il mancozeb sia catalogato come possibile teratogeno (ovvero puo’ creare dei danni al feto), per lo IARC (Centro Internazionale di ricerca sul cancro) considerato probabile cancerogeno, e secondo la Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale del Ministero della Sanita’ risulta palesemente cancerogeno, il  Ministero della Sanita’ autorizza il commercio del mancozeb..Quindi se proprio dallo Stato c’è un via libera all’utilizzo di questi veleni come se fossero cioccolatini… mi chiedo come trovare luogo sicuro? Nel biologico?

Parlare di biologico è materia vasta e controversa quindi ho pensato di procedere per gradi

  • informativa delle leggi e link ufficiali a cui riferirsi
  • messa in discussione di alcuni punti che fanno quindi mettere in dubbio la serietà assoluta del biologico
  • etichette, come riconoscere il vero biologico (almeno su carta)
Informativa delle leggi e link ufficiali a cui riferirsi
Non esistono i prodotti “biologici”, ma i prodotti “dell’agricoltura biologica”.

Due prodotti assolutamente identici possono essere l’uno il risultato del metodo di produzione biologico, l’altro no, non è il prodotto ad essere “biologico”, ma il modo in cui è stato prodotto
L’Articolo 2  del REGOLAMENTO (CE) N. 834/2007 DEL CONSIGLIO del 28 giugno 2007
indica le seguenti difinizioni:

Ai fini del presente regolamento si intende per:
a) «produzione biologica»: l’impiego dei metodi di produzione in conformità delle norme stabilite nel
presente regolamento, in tutte le fasi della produzione, preparazione e distribuzione;
b) «fasi della produzione, preparazione e distribuzione»: qualsiasi fase a partire dalla produzione
primaria di un prodotto biologico fino al magazzinaggio, alla trasformazione, al trasporto, alla vendita
o fornitura al consumatore finale inclusi, e se pertinente l’etichettatura, la pubblicità, le attività di
importazione, esportazione e subappalto;
c) «biologico»: ottenuto mediante la produzione biologica o ad essa collegato;

REGOLAMENTO (CE) N. 834/2007 DEL CONSIGLIO del 28 giugno 2007

In 42 articoli sono indicati nel regolamento le caratteristiche generali della produzione biologica, finalità,metodo di controllo,etichettatura, scambi con terzi .

Vi ho postato sopra e lo ritroverete sotto il regolamento completo per una attenta lettura, qui riporto sommariamente alcune parti che ritengo importanti per una chiara comprensione generale sulla produzione biologica.

Produzione biologica,produzione agricola,allevamento biologico,ogm,etichettatura,logo,organi di controllo.

1)La Produzione biologica è un sistema di gestione aziendale e di produzione agroalimentare mettendo in atto le miglior pratiche ambientali,salvaguardando le risorse naturali utilizzando sostanze e procedimenti naturali.

Deve essere garantita una concorrenza leale ed un efficace funzionamento del mercato interno dei prodotti biologici e relazione di fiducia con il consumatore di prodotti etichettati come biologici.
Per questo la necessità di una regolamentazione via via nel tempo sempre più specifica e dettagliata.
A tale fine, il regolamento (CEE) n. 2092/91 del Consiglio, del 24 giugno 1991, relativo al metodo di
produzione biologico di prodotti agricoli e all’indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate
alimentari dovrebbe essere abrogato e sostituito da un nuovo regolamento.
Occorre favorire l’ulteriore sviluppo della produzione biologica, in particolare promuovendo l’impiego di
nuove tecniche e sostanze più adatte alla produzione biologica.
Gli organismi geneticamente modificati (OGM) e i prodotti derivati od ottenuti da OGM sono incompatibili
con il concetto di produzione biologica e con la percezione che i consumatori hanno dei prodotti biologici.
Essi non dovrebbero quindi essere utilizzati nell’agricoltura biologica o nella trasformazione di prodotti
biologici.
Quindi bisogna  limitare per quanto possibile la presenza di OGM nei prodotti biologici.
Le soglie di etichettatura esistenti rappresentano massimali legati esclusivamente alla presenza accidentale
e tecnicamente inevitabile di OGM.

2)La produzione agricola biologica come detto deve sfruttare al meglio le pratiche ambientali, quindi deve far uso il più possibile, anzi incentivare l’utilizzo delle risorse rinnovabile e far un uso di un buon sistema di riciclaggio dei sottoprodotti animali e vegetali per rinutrire in modo naturale la terra.
Devono essere sfavoriti l’utilizzo di fertilizzanti,ma provvedere al nutrimento mediante l’ecosistema.
Si dovrebbe ricorrere all’aggiunta di concimi soltanto se sono compatibili con gli obiettivi e i principi dell’agricoltura biologica:“la fertilità e l’attività biologica del suolo sono mantenute e potenziate mediante la rotazione pluriennale delle colture, comprese leguminose e altre colture di sovescio, e la concimazione con
concime naturale di origine animale  o con materia organica, preferibilmente compostati, di produzione biologica”

3)Stretto il legame con la produzione animale biologica, visto che ne fornisce la materia organica e a sua volta è l’elemento nutritivo della stessa.
Quindi gli animali è opportuno che abbiano accesso, ogni qualvolta sia possibile, a spazi all’aria aperta o a pascoli.e la gestione della salute degli animali dovrebbe basarsi sulla prevenzione delle malattie.(interessante il post sulle uova ed allevamento polli)

I prodotti biologici trasformati dovrebbero essere ottenuti mediante procedimenti atti a garantire la
persistenza dell’integrità biologica e delle qualità essenziali del prodotto in tutte le fasi della catena di
produzione.

4)Gli alimenti trasformati dovrebbero essere etichettati come biologici solo quando tutti o quasi tutti gli
ingredienti di origine agricola sono biologici. Si dovrebbero tuttavia prevedere disposizioni speciali di
etichettatura per gli alimenti trasformati comprendenti ingredienti di origine agricola che non si possono
ottenere con metodi biologici, come nel caso dei prodotti della caccia e della pesca.

5)A tutela del consumatore e a garanzia della concorrenza leale, i termini utilizzati per indicare i prodotti
biologici dovrebbero essere protetti contro la loro utilizzazione su prodotti non biologici nell’intera Comunità e indipendentemente dalla lingua impiegata.
Per dare chiarezza ai consumatori in tutto il mercato comunitario, occorre rendere obbligatorio il logo UE per tutti i prodotti alimentari biologici in imballaggio preconfezionato ottenuti nella Comunità. Si dovrebbe quindi poter utilizzare il logo UE su base volontaria nel caso di prodotti biologici non preconfezionati ottenuti
nella Comunità o per i prodotti biologici importati da paesi terzi.
Si ritiene tuttavia opportuno limitare l’utilizzazione del logo UE ai prodotti che contengono unicamente, o quasi unicamente, ingredienti biologici, in modo da non trarre in inganno i consumatori sulla natura biologica
dell’intero prodotto.
Pertanto non se ne dovrebbe consentire l’utilizzazione nell’etichettatura di prodotti in conversione o di alimenti trasformati in cui meno del 95 % degli ingredienti di origine agricola siano biologici.

Il logo UE non dovrebbe in alcun caso impedire l’utilizzazione simultanea di loghi nazionali o privati.
Inoltre, per evitare pratiche ingannevoli e qualsiasi confusione tra i consumatori circa l’origine
comunitaria o meno del prodotto, ogniqualvolta sia utilizzato il logo UE i consumatori dovrebbero essere
informati del luogo in cui sono state coltivate le materie prime agricole di cui il prodotto è composto.

6)È vietato l’uso di OGM nella produzione biologica con una soglia tecnica massima dello 0,9% per contaminazioni accidentali (è ammesso però l’uso di farmaci veterinari contenenti OGM) e di trattamenti a base di raggi ionizzanti OGM).

Occorre precludere la possibilità di etichettare come biologico un prodotto che deve essere etichettato come contenente OGM, costituito da OGM o derivato da OGM.
Per poter indicare in etichetta che si tratta di un prodotto trasformato dell’agricoltura biologica, almeno il 95% degli ingredienti (in peso) devono essere prodotti dell’agricoltura biologica..
7)Per garantire che i prodotti biologici siano ottenuti in conformità dei requisiti stabiliti  le attività svolte dagli operatori in tutte le fasi della produzione, preparazione e distribuzione dei prodotti biologici dovrebbero essere soggette ad un sistema di controllo istituito e gestito in conformità delle disposizioni del regolamento (CE) n. 882/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004.

Quindi un’azienda che sceglie il metodo di produzione biologico è sottoposta ai controlli di un organismo di certificazione autorizzato. L’organismo certificatore deve essere indicato in etichetta.

In certi casi può sembrare sproporzionato imporre i requisiti di notifica e di controllo a determinate
categorie di dettaglianti, ad esempio quelli che vendono prodotti direttamente al consumatore o
all’utilizzatore finale. È pertanto opportuno che gli Stati membri abbiano facoltà di esentare questi operatori
da tali requisiti. Per evitare frodi è tuttavia necessario escludere dall’esenzione gli operatori che producono, Edizione 1 agosto 2013 9 a cura di CCPB srl preparano o immagazzinano prodotti, salvo che sia in connessione con il punto vendita, o che importano prodotti biologici o hanno subappaltato tali attività a terzi.

Attenzione L’Italia ha optato per demandare ad imprese private i controlli e le certificazioni. Ci sono 20 Enti certificatori autorizzati (5 dei quali autorizzati ad operare nella sola Provincia autonoma di Bolzano) su questo punto parleremo dopo in modo più approfondito!!!

I prodotti biologici importati nella Comunità europea dovrebbero poter essere immessi sul mercato
comunitario come biologici se sono stati prodotti secondo norme di produzione e sottoposti ad un regime di
controllo conformi o equivalenti a quelli stabiliti dalla legislazione comunitaria. Inoltre, i prodotti importati
nell’ambito di un regime equivalente dovrebbero essere muniti di un certificato rilasciato dall’autorità
competente o dall’autorità o organismo di controllo riconosciuti del paese terzo interessato.

Per assicurare il corretto funzionamento del mercato interno e del sistema di controllo si rende opportuno prevedere una futura revisione delle norme comunitarie relative all’agricoltura biologica, tenendo conto dell’esperienza acquisita attraverso l’applicazione di dette norme.
In attesa dell’adozione di norme comunitarie di produzione dettagliate per talune specie animali, piante
acquatiche e microalghe, gli Stati membri dovrebbero avere la facoltà di prevedere l’applicazione di norme
nazionali o, in mancanza di queste, norme private da essi accettate o riconosciute,
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:..

DOCUMENTO COMPLETO
REGOLAMENTO (CE) N. 834/2007 DEL CONSIGLIO del 28 giugno 2007
RELATIVO ALLA PRODUZIONE BIOLOGICA E ALL’ETICHETTATURA DEI PRODOTTI BIOLOGICI E CHE ABROGA IL REGOLAMENTO (CEE) N. 2092/91

REGOLAMENTO (UE) N. 271/2010 DELLA COMMISSIONE
del 24 marzo 2010
recante modifica del regolamento (CE) n. 889/2008, recante modalità di applicazione del
regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio, per quanto riguarda il logo di produzione biologica
dell’Unione europea

Regolamento CE 1804/99  è invece relativo “ai prodotti dell’allevamento biologico” offerti facendo riferimento al metodo di produzione biologicola

REGOLAMENTO (CE) N. 1235/2008 DELLA COMMISSIONE dell’8 dicembre 2008
Recante modalità di applicazione del regolamento(CE) N. 834/2007 del Consiglio per quanto riguarda il regime di importazione di prodotti biologici dai paesi terzi.

REGOLAMENTO (CE) N. 889/2008 DELLA COMMISSIONE
del 5 settembre 2008
recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla
produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione
biologica, l’etichettatura e i controlli

ALCUNI DATI 

Quante sono le aziende che praticano il “metodo della produzione biologica”?

L’Italia è il paese europeo con il maggior numero di aziende che offrono prodotti biologici e con la maggiore superficie dedicata a questo metodo di produzione,nel 2006 le aziende biologiche in Italia erano 51.065: 45.115 aziende agricole (con 1.148.162 ettari di superficie), 4.739 imprese di trasformazione e 194 importatori da osservare però la contraddizione in cui si cade in Italia dove ad esempio gran parte delle produzioni  dell’ “agricoltura biologica” vengono vendute come prodotti dell ’agricoltura convenzionale ,perché Ss fa biologico perché gli aiuti comunitari sono forti e l’aggravio di costi, in molti casi, basso; ma non si è in grado di valorizzare commercialmente le produzioni!!!

 Differenza tra i prezzi dei prodotti “dell’agricoltura biologica” e quelli dei prodotti dell’agricoltura “convenzionale”

Una delle motivazioni principali del perchè il biologico è più caro è dato proprio dai costi di produzione (allevamento non intensivo, maggior scarto per il non utilizzo di conservanti chimici..)anche se la verità è che chi determina i prezzi alti sono i distributori che ne detengono quasi il monopolio.
Se si osservano infatti i prezzi nei paesi dove il biologico è molto più diffuso a livello generale come Olanda Germania,Austria, questi sono molto più bassi.
La differenza dei prezzi in Francia si aggira tra il 10% ed il 50%, a seconda dei prodotti,in Svezia si aggira tra il 13% ed il 166% (uova)in Italia  è del

111% per le arance
68% per le clementine
75% per la lattuga
36% per i limoni
152% per le patate
81% per i pomodori
41% per latte e derivati
39% per riso e pasta
85% per pane e sostituti
56% per miele
94% per olio d’oliva
67% per salumi e carni trasformate
92% per uova

Tra i prodotti venduti da Esselunga quelli dell’agricoltura biologica costano circa il 20-30%
in più rispetto a quelli dell’agricoltura convenzionale.

Messa in discussione di alcuni punti che fanno quindi mettere in dubbio la serietà assoluta del biologico

Il Reg. (CE) 834/2007 dà la possibilità ai singoli Stati Membri di organizzare il sistema di
controllo della produzione dei prodotti biologici affidandolo ad organismi privati o ad organismi
pubblici, o di fare ricorso a sistemi misti.
A livello comunitario, i singoli Stati Membri hanno organizzato il sistema di controllo seguendo
tre differenti tipologie:

  • sistema di controllo affidato ad organismi privati, presente in: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Regno Unito;
  • sistema di controllo affidato ad autorità pubbliche, presente in: Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Olanda;
  • sistema di controllo affidato sia ad autorità pubbliche che ad organismi privati, presente in: Lussemburgo, Malta, Polonia, Spagna.

In Italia si è scelto dunque di affidare l’attività di controllo agli organismi di controllo privati (ODC)
Questo è infatti a parer mio il punto debole dell’ingranaggio,chi paga gli enti di certificazione sono le stesse aziende .Il controllato paga il controllore con una quota annuale e con una percentuale sulle vendite. E’ cosi’ in tutta Europa, ad esclusione di un paio di nazioni come abbiamo visto.

Nello specifico italiano, l’attività di vigilanza viene svolta nei confronti degli ODC dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF) attraverso l’ICQRF che opera in sinergia con le Regioni e con le Province autonome (PP.AA.), per le strutture ricadenti sul territorio di propria competenza, attraverso una
verifica periodica del mantenimento dei requisiti di autorizzazione ed esercizio degli stessi organismi.
Al termine della fase istruttoria compiuta dall’ICQRF con esito positivo viene rilasciato all’ODC
l’autorizzazione a svolgere attività di controllo nel settore dell’agricoltura biologica.
Successivamente, gli ODC sono sottoposti alla vigilanza congiunta del MIPAAF, delle Regioni e
delle Province Autonome – per le strutture situate nel territorio di propria competenza – che effettuano
il costante monitoraggio dei requisiti soggettivi e dell’attività svolta.
Le strutture di controllo autorizzate operanti  sull’intero territorio nazionale sono
sedici, tra cui sono attivi nella provincia di Bolzano tre organismi di derivazione tedesca
10 ODC riconosciuti
Codice Denominazione
IT-BIO-002 CODEX srl
IT-BIO-003 IMC S.r.l.
IT-BIO-004 SUOLO e SALUTE S.r.l.
IT-BIO-005 BIOS S.r.l
IT-BIO-006 ICEA
IT-BIO-007 BioAgriCert srl
IT-BIO-008 Ecocert Italia srl
IT-BIO-009 CCPB srl
IT-BIO-010 BIOZOO srl
IT-BIO-012 SIDEL Cab Spa
IT-BIO-013 ABCERT srl
IT-BIO-014 Q Certificazioni srl
IT-BIO-015 Valoritalia srl
IT BIO 001 BZ BIKO – Tirol
IT BIO 002 BZ IMO
Institut für Marktökologie
IT BIO 003 BZ QC&I GmbH
Grandi dubbi sulla faciloneria dettata dall’interesse nasce poi dalle “conversioni al biologico”.Ovvero aziende che prima erano”bio”( termine usato indebitamente e che non garantisce nulla) hanno dovuto mettersi in regola, oppure aziende che sino a ieri usavano il chimico e d’un tratto ottengono il certificato di conformità al biologico.
Per essere produttore  biologico abbiamo visto ad inizio post quali parametri bisogna rispettare,quindi spese da sostenere per mettersi in regola :con depuratori etc…Il periodo di conversione deve durare tre anni,durante i quali l’azienda non può vendere prodotti come biologici. L’ente certificante puo’ anticipare la fase di conversione ma soltanto a determinate condizioni e solo se l’azienda dimostra che da tempo usa la lotta biologica. A me rimane il dubbio che ci siano troppe conversioni miracolose ..vista l’esplosione di questa “moda”.
Gli interessi che si prospettano infatti osservando l’esigenza dei consumatori alla ricerca di prodotti più sani,possono diventare veramente interessanti.. quindi nuovamente da “guadagnarci su” per dirla alla buona..sporcando anche questo settore nato per distinguersi dallo sporco che lo circonda.

Questo per me facilita azioni e fatti illeciti, basti ricordare solo alcune operazioni d’indagine per sgominare truffe nel biologico:“Operazione Gatto con gli Stivali” che ha portato al  sequestro di tonnellate di prodotti agricoli , venduti come biologici e provenienti prevalentemente da produzioni cerealicole locali, mentre di italiana avevano solamente la destinazione finale. Tali produzioni diventavano biologiche grazie ad una serie di falsificazioni di documenti. L’operazione ha riguardato imprese situate in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Puglia e Sardegna.
L’operazione  ha riguardato anche paesi esteri, in quanto la merce era stata, in parte,importata dalla Romania e poi rivenduta, oltre che in Italia, in Olanda, Germania, Spagna, Francia,Belgio, Ungheria, Austria e Svizzera.Ricordiamo ancora l’operazione denominata “Green War”del 2013 che ha riguardato
circa 1.500 tonnellate di mais e 30 di soia indiana. In particolare, si trattava di operatori del settore
biologico che importavano da Paesi terzi limitrofi  (Moldavia e Ucraina) e dall’India granaglie
destinate al zootecnico e all’alimentazione umana (in particolare, soia, mais,grano tenero e lino) falsamente certificate come ‘bio’ e non conformi alla normativa comunitaria e nazionale; alcune produzioni agricole certificate come biologiche presentavano un elevato contenuto di organismi geneticamente modificati (Ogm) o risultavano contaminate da agenti chimici vietati nell’agricoltura biologica.
Ma ancora tonellate di uova sequestrate in Olanda e Germania,miele finto bio nel 2012 dove sono state trovati prodotti contaminati da acaricidi non consentiti dalla legge. In particolare, èstata riscontrata una concentrazione di chlorfenvinfos (sostanza vietata in Europa dal 2003) e di coumaphos fuori norma…per arrivare al 2014 con ennesimo maxi sequestro di latte per un valore di 30 milioni, dove erano coinvolti 31 allevamenti intensivi in varie provincie italiane che somministravano somatropina al bestiame,e con l’occasione hanno sequestrato anche 55 kg di sostanze farmacologicamente attive (tipo aspirina ed antibiotici) illegali e da sottoporre ad analisi .Tutto questo dovrebbe farci stare sereni?
Speriamo nella fiducia…perchè realizzare che ovunque tu guardi,ovunque tu ti giri non c’è via d’uscita e sicurezza di mangiare sano è un qualcosa che porta ansia…
L’importante comunque è sapere, non chiudere gli occhi bevendo tutto quello che ci vogliono far credere,tutto quello che ci rifilano la casi produttrici mediate da affascinanti pubblicità.

ETICHETTA COME RICONOSCERE PRODOTTO BIOLOGICO

Il marchio bio quindi è il più sicuro di tutti?Nonostante tutto…sicuramente in nessun altro settore i controlli sono tanto accurati quanto in quello degli alimenti prodotti in modo ecologico…

Dal canto nostro come consumatori l’importante è essere aggiornati,imparare a scegliere indipendentemente dalle pubblicità e dai campi fioriti e prati verdi che ci rifilano.. o dalla semplice scritta naturale o bio.. che di per se non vogliono dire nulla e non sono garanzia di niente.
Come garanzia in più è bene che ci sia il simbolo UE come parlato a inizio post.. perchè  garantisce che il prodotto non ha meno del 95% di ingrendienti di origine biologica.
Non è biologico un alimento che contiene nella lista ingredienti Ogm, o che è stato sottoposto durante la lavorazione a particolari radiazioni per aumentarne la crescita o evitare la nascita dei germogli (come accade per patate e cipolle). Un cibo biologico non ha additivi. Le etichette di prodotti biologici devono contenere tre diciture in modo che garantisca la rintracciabilità di tutta la catena di produzione .

  •  “prodotto da agricoltura biologica” che viene applicata su alimenti composti da ingredienti per il 95% provenienti da tale cultura.
  • “regime di controllo Cee”: la Comunità europea ha verificato il tipo di lavorazione, biologica, degli ingredienti.
  • sigla dell’ente che ha effettuato il controllo,
  • la sigla del Paese produttore,
  •  la lettera “F” per i prodotti freschi e la “T” per i prodotti trasformati.

Solo quando sono presenti tutte queste indicazioni possiamo essere certi che il prodotto sia veramente biologico.

Un discorso a parte va fatto per i vini. «Pur essendo spesso soggetti a sofisticazioni, in Europa l’unica etichetta possibile è “vino da uve di agricoltura biologica”, indicazione un po’ generica perché non descrive cosa accade durante la trasformazione del prodotto…quindi indicazioni come vino biologico o naturale non sono reali!!!
VENDITORE AL DETTAGLIO
Non pensiamo che la frutta,verdura comprata lungo la strada in campagna sia marchio di sano  e biologico..non conosciamo minimamente i mezzi di allevamento o coltura di chi ci vende..e la truffa è ancora più facile!!!

EQUO SOLIDALE è BIOLOGICO?

Un marchio che va molto ultimamente in parallelo al biologico è l’equo solidale,ma anche in questo caso è importantissimo leggere l’etichetta..I prodotti del Commercio Equo e Solidale hanno, infatti, il loro marchio: Fairtrade, che funge da garanzia. Fairtrade Italia è una Onlus senza scopo di lucro che diffonde i prodotti del mercato equo e fa parte di un consorzio di altre venti realtà internazionali che si occupano di tale commercio. La presenza di questo marchio è fondamentale per sapere che quello che stiamo comprando è stato prodotto senza sfruttare nessuno, rispettando ambiente e biodiversità e a un prezzo, appunto, equo.

Il fatto è come detto che biologico ed equosolidale aumentano le vendite, quindi ogni marca tende ad avere una linea “verde”.. l’importante da parte nostra è conoscere e leggere…oltre questo c’è la fiducia.. perchè non siamo agenti NAS e se l’allevatore o agricoltore alla base non è stato onesto, ed i controlli sono stati poco efficienti.. li purtroppo come sempre.. ci è dato saperlo quando ormai è sempre troppo tardi.
Non dirigiamoci comunque verso il biologico solo come un’onda emozionale dalle paure indotte… ma consapevolmente.

Fonti

http://www.inea.it/documents/10179/124894/BIO_09_12_2013.pdf
http://www.teatronaturale.it/tracce/italia/16522-green-war:-finalmente-i-nomi-delle-aziende-coinvolte-nel-nuovo-scandalo-sul-biologico.htm
http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/14_ottobre_31/farmaci-vacche-produrre-piu-latte-sequestrati-80mila-litri-brescia-cremona-altre-7-province-40fef59a-60da-11e4-938d-44e9b2056a93.shtml
http://www.greenme.it/mangiare/prodotti-biologici/9741-biologico-piattaforma-antifrode
http://agriregionieuropa.univpm.it/content/article/31/11/il-nuovo-regolamento-sul-biologico-dellunione-europea
http://nicolevucentini.wordpress.com/linganno-del-cibo-biologico/
http://ilcielosempreblu.blogspot.it/2012/08/biologico-ma-con-impatto-linganno-della.html
http://www.greenme.it/mangiare/prodotti-biologici/6652-biologico-authenticfood

Il biologico esiste? È davvero più sano?ultima modifica: 2017-04-07T13:23:15+02:00da eles-1966
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